La gara di costumi proseguì con un susseguirsi di temi sempre diversi, tra ragazze in divisa scolastica, ragazze con gli occhiali, ragazze con le calze, per arrivare addirittura ai vestiti da sposa.
«Ma chi li sceglie questi temi?» chiese Priscilla che ancora coinvolta contro la propria volontà si era ritrovata nuovamente cambiata, senza che se ne rendesse conto.
«Però sto cominciando a divertirmi» ridacchiò Wendy, ondeggiando nel suo abito bianco. Priscilla sorrise per la prima volta da quando era scesa nell'arena e con gli occhi che le brillavano disse, emozionata: «Wendy-chan! Ti sta benissimo!»
«Anche tu sei molto bella Priscilla-nee» sorrise Wendy, guardando con ammirazione l'abito dell'amica... per poi vederla sollevare da qualcuno alle sue spalle. Priscilla nemmeno si rese conto di chi fosse né di quando fosse arrivato, urlando per lo spavento e la sorpresa fu presa in braccio e sollevata da terra. Si voltò a guardare il suo assalitore, o pretendente a seconda dei punti di vista, e scoprì con sorpresa che si trattava di Bickslow. Vestito con un abito elegante maschile azzurro, senza l'elmo sulla testa, era decisamente tutta un'altra cosa rispetto che i suoi soliti abiti.
«Che ci fai tu qui?!» sussultò Priscilla, rossa in volto per la vergogna.
«La gara chiede di trovare un partner, baby!» disse prima di scoppiare a ridere come suo solito, con la lingua marchiata Fairy Tail ben in mostra.
«Ma non dovresti essere con Elfman?» chiese lei, senza neanche troppa voglia di ribellarsi. «E poi da quando è diventata una gara?» mormorò.
«C'è Fried con lui, per qualche minuto può bastare! Quando ho sentito che c'era in corso una gara d'abito a cui partecipavate tutte sono corso qui: non potevo mancare!» rise ancora.
«Dovevo immaginarlo» mormorò ancora, prima di riflettere: «Fried? E Ever non è rimasta?» chiese, curiosa. Bickslow fece un cenno col capo a indicare poco avanti e Priscilla si voltò a guardarla, mentre con un abito magnifico addosso si guardava attorno come un rapace, gambe larghe, pronte a saltare al collo del primo che le fosse passato davanti. Faceva decisamente paura e per lo spavento Priscilla si aggrappò al collo di Bickslow e si strinse di più su di lui, urlando, inquietata: «Ever!»
«Vuole un partner» spiegò Bickslow, guardando la donna con altrettanto timore.
«Sembra un predatore in cerca di un pasto» mormorò.
«Bene, ora torniamo ai costumi!» annunciò Chapati e Bickslow si voltò verso di lui, furioso, esclamando: «Un attimo! Non ci siamo ancora sposati!»
«Stai scherzando, vero?» sussultò Priscilla, spaventata all'idea che lui facesse sul serio.
«Fermi tutti!» una gracchiante voce provenne dall'alto. «Direi che è giunta l'ora di entrare in scena» e da sopra una delle tribune saltò nel mezzo dell'arena Oba Babasama, l'anziana Master di Lamia Scale. «Vi mostrerò qual è il vero fascino di una donna!» decretò un istante prima di togliersi il mantello dalle spalle e scoprire il suo striminzito e raggrinzito corpo flaccido e anziano, avvolto solo da un costume da bagno. Mettendosi addirittura in una posa provocante, con le natiche secche ben all'aria, iniziò a roteare il bacino. Bickslow con un urlo lasciò andare Priscilla, che cadde a terra squittendo come un topolino, e si portò entrambe le mani agli occhi, coprendosi. «Bruciano! I miei occhi bruciano!» urlò, tirando indietro la testa per il dolore. Le urla euforiche del pubblico improvvisamente cessarono, il silenzio calò come un mattone sullo stomaco dell'intero stadio.
«Direi... che il break può ritenersi concluso» disse Chapati con un filo di voce, mentre lentamente tutti i partecipanti a quella follia tornavano ai loro posti con la morte sul volto. «Oh, sono arrivate le votazioni del pubblico proprio in questo momento!» esclamò poi, attirando nuovamente l'attenzione di chiunque fosse lì presente.
«Votazioni?» chiese Priscilla mentre trascinava verso l'interno dello stadio un Bickslow ormai privo forza anche solo per respirare.
«Un risultato incredibile anche se per molti prevedibile! Mirajane è la vincitrice! Fairy Tail B si prende ben dieci punti!!!» disse saltando sul tavolino per l'entusiasmo.
«Era una gara?!» chiese Priscilla sconvolta, portandosi le mani ai capelli. «Ma non era un break?»*
«Pare che Jenny abbia lanciato una sfida a Mirajane, anche se poi hanno partecipato tutte» spiegò Lucy, ridacchiando imbarazzata. «Chi conquistava più consensi dal pubblico vinceva dieci punti per la propria squadra. Agli organizzatori non è dispiaciuto».
«Questa gente si può permettere di manipolare così le regole di un torneo? Ma dove diamine siamo finiti?» chiese, sempre più sconvolta.
«Beh, alla fine erano tutte le ragazze contro tutte le ragazze. Non c'erano grandi disparità, è stato un tutto contro tutti» provò a giustificare Mirajane, che tornava soddisfatta.
«Noi siamo solo uomini» arrivò la voce piagnucolante dei Quattro Cuccioletti da un angolo dell'arena, che non solo si erano trovati col nome completamente stravolto ma non avevano nemmeno potuto prendere parte a quella gara improvvisata.
«La presenza di Mirajane e Jenny ha sicuramente influenzato la decisione, sono in fondo tra le ex modelle più famose del paese» disse Lucy, camminando insieme a parte delle sue compagne dentro lo stadio.
«Master! Ci ha fatte perdere!» lamentò Cherry verso la vecchia Oba Babasama che iniziò a strillare e sbraitare quanto invece fosse colpa loro e infine le fece roteare su se stesse usando la sua magia per scaricare la frustrazione.
«Comincio ad aver voglia di tornare a casa» mormorò Priscilla camminando per i corridoi con ancora Bickslow tenuto per un piede e trascinato per riportarlo dentro insieme a lei. Wendy, al suo fianco, la guardò qualche istante prima di mettersi a ridere divertita.
«Priscilla-nee, sembra che tu stia portando Bickslow all'altare contro la propria volontà» confessò divertita.
«Sembra una scena da romanzo, è vero! Una cosa tipo: "se scappi ti sposo"» si unì Lucy, ridacchiando divertita.
«Oh, eccolo!» esclamò Evergreen arrivando da un altro corridoio poco dopo e puntando gli occhi su Bickslow. «Dobbiamo tornare da Elfman, che è successo a Bickslow?» chiese notando come fosse privo di sensi e trascinato da una Priscilla ancora vestita da sposa.
«Mio marito ha cercato di scappare prima del matrimonio, lo sto riportando all'altare» disse lei con una serietà quasi convincente, tanto che Lucy e Wendy scoppiarono a ridere divertite mentre Evergreen la guardava perplessa. La presa di Priscilla sulla caviglia di Bickslow si fece improvvisamente inconsistente, lasciandola per un po' confusa. Si accorse che non c'era più solo troppo tardi, quando Bickslow ormai era in piedi e l'aveva catturata, caricandosela su una spalla come un sacco di patate.
«Bastava dirlo prima, Baby! Non ti farò aspettare ancora! Dateci un prete, ora!» gridò lui, cominciando a correre tanto rapidamente che per poco non lasciò il polverone dietro di sé come Jet durante i suoi scatti. E Priscilla adagiata sulla sua spalla, allungandosi verso le ragazze, urlò disperata, senza avere nessuna possibilità di fuga.
Quando Priscilla riuscì a ritornare al proprio balcone, dal resto della squadra, era ormai passata quasi mezz'ora. Arrivò a passi pesanti, il volto corrucciato, di nuovo con i suoi abiti normali addosso e il cappotto di Laxus tra le braccia.
«Non voglio più saperne di matrimoni per il resto della mia vita!» ruggì, avvicinandosi ai suoi compagni.
«Si può sapere dov'eri finita?» brontolò Gajeel.
«All'inferno» grugnì lei, ripensando a quanto le ci era voluto per riuscire a liberarsi di Bickslow. Anche se poi era stata costretta a perdere altro tempo: aveva deciso di cambiarsi e togliersi di dosso quell'abito che cominciava a detestare e aveva perso almeno un altro quarto d'ora a cercare il cappotto di Laxus che nel caos della gara di Mirajane aveva perso da qualche parte.
«Blue Pegasus e Lamia Scale hanno già combattuto. Hanno vinto quelli di Blue Pegasus» spiegò Mirajane.
«Mi sono persa l'incontro di cagnolino-man» piagnucolò Priscilla avvicinandosi alla balaustra per guardare chi stesse combattendo in quel momento.
«Ora stanno combattendo Sabertooth e Mermaid Heel» disse Lluvia e Priscilla sussultò quando vide l'arena invasa da due enorme pesci giganti che si lanciavano contro la donna con la spada. «Che mostri sono quelli?» chiese, sconvolta.
«Pisces» rispose Mirajane. «Pare che anche Yukino sia una maga degli spiriti stellari».
«Ce n'è un'altra, che forza!» esclamò Priscilla, sorpresa.
«Apriti, porta della bilancia! Libra!» evocò ancora Yukino e una donna con due bilancieri in mano fece la sua comparsa. Kagura di Mermaid Heel si trovò improvvisamente in difficoltà, schiacciata a terra da una forza invisibile, si contraeva per riuscire a sottrarsi a quell'attacco mentre Pisces ancora le giravano attorno.
«Due porte contemporaneamente! È forte davvero!» esclamò Priscilla, guardando l'incontro. Mentre Libra appesantiva il corpo di Kagura, costringendola a chinarsi e lottare per restare in piedi, Pisces puntò nuovamente l'avversaria e ci si lanciò contro per colpirla. Nonostante il peso sovraccaricato, Kagura fu lo stesso in grado di saltare e schivare il colpo.
«Nonostante la gravità riesce comunque a muoversi abbastanza da schivare e continuare a combattere» osservò Lluvia.
«Non sapevo Mermaid Heel avesse una persona del genere nella loro gilda» disse Mirajane, sorpresa.
«Hai intenzione di farmi aprire la tredicesima porta?» chiese Yukino, severa come una minaccia. «È proprio una sfortuna per te» disse, brandendo la chiave nera tra le dita.
«Fin da quando sono nata non mi sono mai affidata alla fortuna!» disse Kagura, brandendo la propria spada e preparandosi a colpire la sua avversaria.
«Combatte con il fodero?» chiese Priscilla, notando come ancora fosse ben sigillata e non sembrava nemmeno intenzionata a sguainarla.
«Da quando hanno cominciato non l'ha sguainata nemmeno una volta» rispose Gajeel, facendo sussultare Priscilla con un sorpreso: «Eh?».
Era davvero incredibile, quel torneo era incredibile, pieno di colpi di scena e persone dalle capacità infinite. Più guardavano le gare e più capivano che nessuna di loro era da sottovalutare, nemmeno per un istante. Ognuno di quelle persone era forte abbastanza da piazzarsi al primo posto.
«Apriti porta dell'incantatore di serpenti!» disse Yukino. «Ophiuchus!» e un enorme serpente dalla testa corazzata fece la sua comparsa, invadendo quasi tutta l'arena.
«Enorme!» sussultò Priscilla, guardandolo a occhi spalancati per la paura. Ma Kagura non fu dello stesso stato d'animo e senza indugio si scagliò contro il nuovo Spirito Stellare con la propria spada ben salda tra le mani, anche se ancora chiusa dentro il proprio fodero.
«Stile dello spadone foderato!» esclamò saltando da un lato all'altro del serpente e colpendolo tanto selvaggiamente da riuscire ad aprire la sua carne in più punti. Piombò davanti a Yukino e si preparò a colpire anche lei, approfittando della distrazione causata dallo shock di vedere il più forte dei propri spiriti decimato in così poco tempo. E colpì, elegante e precisa, mandando a terra la propria avversaria. Attimi di silenzio, mentre Kagura si rimetteva in piedi, perfettamente indenne, lasciandosi alle spalle una Yukino sconfitta e sconvolta.
«Il...Il match è finito!» annunciò finalmente Chapati, dopo infiniti secondi di attesa. «La vincitrice è Kagura di Mermaid Heel!»
«E pensare che Sabertooth era la più quotata. Oggi non ha preso nemmeno un punto, tra la gara e la battaglia» disse Priscilla, guardando la vincitrice che silenziosa e trionfante tornava all'interno dello stadio.
«Certo è che quella Kagura è veramente forte» disse Gajeel.
«Tu oggi hai fatto schifo!» disse Priscilla a Gajeel, concedendogli un sorriso allegro, come se gli avesse fatto un complimento. «Io almeno un punto l'ho preso!!!» ruggì in risposta Gajeel, offeso, e Priscilla come una macchinetta automatica si inumidì gli occhi e cominciò a piagnucolare come una bambina.
«Anche Lluvia ieri è riuscita a prendere due punti» disse Lluvia, orgogliosa, e questo non fece che aumentare la tristezza di Priscilla che cominciò a piangere. Si strinse il cappotto di Laxus al petto, come fonte di conforto, poi Mirajane l'abbracciò e le diede delle carezze sulla testa. «Su, su» le disse amorevole. «Sei stata bravissima anche tu» cercò di consolarla.
«Persino tu hai preso dei punti, Mira-chan!» pianse disperata.
«Anche Mistgun non ha vinto niente» provò ancora a consolarla.
«Mistgun è uno stupido» bofonchiò Priscilla, ricordandosi di come si era quasi fatto scoprire e provando rabbia.
«Anche Laxus non ha ancora vinto niente» aggiunse Lluvia e Priscilla lanciò un'occhiataccia al fratello, bofonchiando: «Tu cosa sei venuto a fare qua?» disse provocatoria, visto che ancora non aveva preso parte a nessuna battaglia e nessuna gara, a differenza loro.
«Dai la colpa a me, ora?» chiese lui, chiedendosi che gioco stesse giocando.
«Lluvia vuole andare da Gray-sama!» intervenne improvvisamente Lluvia, ondeggiando per l'emozione.
«Giusto, riuniamoci agli altri e andiamo a mangiare qualcosa» propose Mirajane e Priscilla saltellò felice, gridando: «Yeah! Festa!»
«Avranno del ferro decente questa volta?» chiese Gajeel cominciando a incamminarsi. «Gajeel-kun, non dovresti mangiare le posate della locanda però» l'ammonì Lluvia, camminandogli a fianco. Mirajane ridacchiando divertita li seguì e Priscilla fece i primi passi, pronta a fare altrettanto, ma poi si fermò e si voltò verso Laxus, dietro di lei. Gli allungò il cappotto, sorridendo allegra, e disse: «Grazie! Le ferite stanno meglio, ora».
Lui lo guardò qualche secondo, pensieroso, per poi allungare una mano sopra la testa della ragazza e concederle qualche affettuosa carezza. «Perché non lo tieni tu, per oggi? Ti stava bene, sai?» sorrise, mentre lei tornava ad arrossire appena di fronte a quel lieve complimento.
«Da l'aria di un Dio, superiore a tutti gli altri» disse lei, ricordandosi il motivo per il quale glielo aveva regalato. Era il Dio del Tuono, al tempo adorava quell'appellativo che lo rendeva assoluto e unico, e quel cappotto dava al suo stile una nota in più. «Esatto» sorrise ancora, accarezzandole ancora la testa, prima di dire: «Dea del Vento».
I loro giochi da bambini, quegli stupidi appellativi che si erano dati per poter far correre la propria fantasia, li ricordava ancora anche lui. Probabilmente quello era solo il suo modo di coccolarla un po', vista la pesante giornata che aveva avuto. Un modo per abbracciarla, tenerla tra le braccia, anche se non fisicamente, ma quel cappotto l'aveva portato con sé talmente a lungo che era diventato ormai parte di lui. Con le guance arrossate timidamente, Priscilla si lasciò andare ad un radioso sorriso. Fece roteare il cappotto dietro le proprie spalle e se lo poggiò addosso, cominciando a correre davanti a lui per raggiungere i suoi amici e facendolo svolazzare ad ogni movimento. Era così lungo che le copriva persino le caviglie, era decisamente enorme rispetto a lei, ma vederglielo addosso era stranamente piacevole. Era come se portasse con sé una parte di lui, ovunque fosse andata. E per quanto i suoi sorrisi fossero ancora una volta tornati sapeva che non avrebbe potuto abbassare di nuovo la guardia, per il suo bene. Voltò lentamente gli occhi alle tribune che ora andavano svuotandosi, riuscendo a intravedere i membri di Raven Tail un attimo prima che sparissero dentro i corridoi dello stadio. Riusciva ancora a sentire l'eco delle lacrime di Priscilla di quel pomeriggio, la sua silenziosa preghiera: "Non voglio morire". Si corrucciò e strinse i pugni. L'aveva promesso e non aveva nessuna intenzione di infraggerla: in un modo o in un altro, avrebbe trovato il modo per liberare Priscilla. E finché non ci fosse riuscito non l'avrebbe più lasciata sola.
Era quello il significato di quel dono.
Erano tornati ognuno al proprio albergo per cambiarsi e lavarsi, riposare un po' prima di cena, per poi ritrovarsi nuovamente tutti insieme alla locanda del giorno prima, non troppo lontana dagli alberghi di tutti i membri. Quel giorno, a differenza del primo, aveva portato con sé centinaia di soddisfazioni. I piccoli passi mossi per primo da Natsu si erano trasformati in una frenetica corsa grazie a Elfman e Mirajane che erano riusciti a prendersi i primi punti consistenti. C'era molto di più da festeggiare, non solo la voglia e la determinazione, ma anche la consapevolezza che ce la potevano fare. Erano ancora agli ultimi posti, ma era solo il secondo giorno e loro erano carichi più che mai. Ordinarono cibo in abbondanza, forse anche più di quanto fossero realmente in grado di mangiare, e svuotarono la cantina del povero locandiere che, per quanto portasse alle sue casse un introito sostanzioso, l'avrebbe costretto la mattina dopo a correre a fare rifornimenti se voleva tenere aperto per i successivi giorni dei Giochi. E avrebbe dovuto anche comprare posate e pentole in più, tutta la ferraglia del caso, visto che misteriosamente erano sparite anche quelle. Urlavano, per farsi sentire da tutti quando parlavano e sovrastare la voce degli altri, cantavano per liberare gli animi, ballavano per accompagnare quella gioia. E nessuno di loro riusciva a stare veramente fermo, alzandosi continuamente dai loro posti e lanciandosi su ogni singolo tavolo per stare in compagnia, un po' per volta, con tutti quanti. A pance piene, anche se mai abbastanza di alcol, in molti cominciarono a dar sfogo alla loro euforia con piccole risse e giochi che costrinsero il locandiere ad appuntarsi sulla lista della spesa qualche sedia e tavolo in più -che avrebbe ovviamente addebitato alla gilda.
Priscilla fu certamente una di quelle, ma era anche comprensibile vista l'andatura delle sue emozioni di quella giornata. Era passata dall'oscurità più tetra alla luce più accecante, ai giochi e agli abbracci, era veramente sovraccarica di eccitazione per ogni motivo pensabile. Buttò giù un paio di barili, si stese sopra una tavola di legno -probabilmente uno dei tavolini a cui avevano appena rotto le gambe- e usando il proprio vento per spingersi surfò lungo tutta la locanda, da una parete a quella opposta, in ginocchio sulla tavola, sguardo sorridente ma corrucciato, come fosse una bandita pronta all'assalto. Il cappotto di Laxus ancora sulle spalle svolazzava come un mantello e in testa aveva un enorme cappello con piuma che teneva parzialmente piegato in avanti a coprirle un occhio. Nessuno aveva ancora capito dove avesse preso quel cappello, anche se furono in molti a sostenere che somigliasse in maniera abbastanza decisa a quello di Rufus di Sabertooth. Preferirono non chiedere, anche se il sospetto che glielo avesse rubato era intenso. Attraversò tutta la locanda con una posa e uno sguardo fiero, urlando: «Largo alla Regina dei Pirati!» fino a quando non si schiantò sulla parete opposta. Natsu sputando fuoco come un drago le corse dietro ridendo come uno scemo, rimise a posto i barili e non attese neanche un secondo per imitarla e lanciarsi in scivolata urlando per la felicità.
«All'arrembaggio, mozzo!» disse Priscilla saltando in piedi su quella stessa asse e mettendosi con un piede sopra la schiena di un Natsu accovacciato. «Mozzo?» mormorò lui, decisamente poco convinto per l'appellativo, ma ancora una volta iniziarono la scivolata lungo tutta la locanda. Stavano per superare Lucy e andare oltre, fino alla parete opposta, quando Priscilla indicandola urlò: «Sirena in vista!»
«Sirena?» chiese Lucy, guardando i due già con il terrore in volto. La consapevolezza di ciò che sarebbe successo non la salvò comunque dalle grinfie di Natsu che passandole a fianco l'afferrò per i vestiti e la trascinò con loro. Si scontrarono contro un asse di legno del pavimento che era leggermente dissestata, cosa che nei precedenti giri non era successa, e questo causò la distruzione della loro "nave" e la collisione di tutti e tre su di un tavolo vicino. Altro tavolo distrutto, altri danni da aggiungere alla lista di Makarov.
«Lucy» mormorò Priscilla, stesa con uno degli assi di legno del tavolo che le premeva sulla schiena e la bionda stesa addosso a lei. «Sei pesante».
«È vero!» intervenne Happy e la ragazza, sotto accusa, reagì prendendosela col gatto e urlandogli contro un: «Chi ha chiesto la tua opinione?!»
Si tirò lentamente in ginocchio e questo permise a Priscilla di mettersi a sedere. Fissò la ragazza davanti a sé per qualche lungo istante prima di affermare: «Secondo me è colpa delle tette» e nell'istante in cui lo disse allungò le mani e le afferrò entrambe. «Che taglia porti? La quinta?» chiese palpandogliele vistosamente. Lucy urlò e divenne violacea per l'imbarazzo. Con un calcio colpì Priscilla sul viso, stendendola, e si portò entrambe le braccia intorno al seno per coprirsi e proteggersi.
«Dov'è il tuo pudore, Pricchan?» strillò, sommersa dalla vergogna.
«A me sembrava una domanda lecita» disse Gray fingendo indifferenza.
«Solo curiosità tra donne, non serve prendersela tanto» annuì Macao, che era decisamente meno velato di Gray e non riuscì a nascondere il rosso delle proprie guance.
«Pervertiti!» ruggì Lucy contro entrambi, mentre dietro Gray Lluvia era caduta vittima in un circolo di paranoia di cui non si sarebbe districata tanto facilmente. Palpandosi il seno passava dalla furia omicida, guardando Lucy, alla depressione più profonda guardando invece Gray.
«Ohy!» ruggì Priscilla, tirandosi nuovamente su con la schiena. Uno stuzzicadenti in bocca si era unito al suo nuovo look piratesco, ispirato dal cappotto di Laxus che, nell'istante in cui aveva superato il quarto boccale di alcol, le aveva dato l'idea di un invincibile criminale, un essere superiore, una Regina e una Dea della malavita. Giocherellando con lo stuzzicadenti con la bocca, tenuto ben fermo tra i denti, si alzò in piedi e piantò violentemente un piede sul legno vicino a Lucy, ad altezza della sua testa. Appoggiò un gomito sul ginocchio ripiegato e avvicinò il volto, contratto in un'espressione rozza e violenta, alla ragazza spaventata.
«Come osi colpire la Dea dei Pirati?» disse arrovellando la lingua.
«Non era Regina?» chiese Wakaba, alzando un sopracciglio.
«Pricchan ha di nuovo bevuto troppo» commentò invece Evergreen, seduta al tavolo di fianco a Laxus.
«Dovrò farle un discorso il prima possibile» disse Laxus, corrucciato e visibilmente innervosito da quella situazione.
«Ciurma!» ruggì Priscilla, alzando la testa per permettere alla propria voce di espandersi per tutta la locanda. Natsu, Happy e Erza si presentarono alle sue spalle, dritti come soldati, portandosi una mano alla fronte in segno di saluto militare.
«Erza?!» sussultò Lucy, sconvolta nel vederla coinvolta in quella situazione.
«Punite questa insolente!» ordinò, puntando un dito contro Lucy a una vicinanza tale da poggiarglielo praticamente sulla punta del naso. E la bionda lanciò un altro urlo terrorizzato quando vide l'espressione di tutti e tre farsi maligna e oscura, mentre si avvicinavano a lei lentamente. Priscilla voltò le spalle a tutti e quattro nell'istante in cui la punizione del solletico cadde su Lucy, portandola a una risata volgare e incontrollabile mentre tutti e tre i suoi assalitori non davano tregua a nessun centimetro della sua pelle. Saltò sopra un tavolo e camminò senza preoccuparsi di calpestare e calciare piatti e bicchieri dei commensali che ci erano seduti sopra. Tra vari lamenti e proteste, saltò sul tavolo successivo e proseguì, diretta a una sedia vuota vicino a quella che era diventata l'amica migliore per quelle serate di follia e sbronza: Cana.
Fino a quando non saltò sul tavolo dei membri di Quatro Cerberus, ora Quatro Cuccioletti, trascinati lì da un Baccus che aveva trovato particolarmente interessante i membri di Fairy Tail e aveva deciso di passarci un'altra serata insieme... anche se alla fine l'unica a cui si era avvicinato era ancora Cana. Passò anche sui loro piatti, con l'atteggiamento superiore di chi non gliene frega niente, sentendosi ancora padrona di quella locanda e Regina dei Pirati. Rocker battè un pugno sul tavolo, alzando lo sguardo alla ragazza che le passava davanti.
«Mocciosa! Guarda dove vai!» abbaiò furioso e Priscilla si fermò, lanciandogli dall'alto un'occhiataccia furiosa. Si voltò rapidamente e gli piazzò il piede destro sul petto con tale foga da sbilanciarlo indietro. Sarebbe caduto a terra se una ventata non l'avesse spinto nella direzione opposta, tenendolo così in una situazione di equilibrio perfetto. Priscilla si piegò in avanti e tornò a poggiare un gomito al proprio ginocchio, puntando gli occhi a quelli dell'uomo che teneva sotto al proprio piede.
«Qualcosa non va, cagnolino?» chiese rallentando la voce nel pronunciare il nomigliolo attribuitogli, assumendo quasi un tono suadente benché minaccioso. Rocker sbatté gli occhi un paio di volte, certamente scosso dalla posizione appena assunta, ma in quel momento la gamba di Priscilla, ben vicino a lui, aveva di più la sua attenzione, fino allo stacco di coscia pronunciato anche dai suoi pantaloncini. Ed era ubriaca. Era palesemente ubriaca fradicia.
Forse avrebbe potuto ottenere dei vantaggi da quella situazione, se se la fosse giocata bene. Allungò il volto in un malizioso sorriso, e disse provocatorio: «Vuole punirmi, capit-aaahhh».
L'urlo terrorizzato interruppe il suo tentativo di abbordaggio nell'istante in cui un fulmine, arrivato da chissà dove, gli era passato sopra la testa tagliando via di netto entrambe le enormi ciocche dei suoi capelli e lasciando al loro posto solo qualche ciuffo ancora fumante e abbrustolito. Si portò le mani alla testa ora crespa, tastando per studiarne i danni e controllando con incredulità se fosse ancora vivo. Con una serietà decisamente strana per una gilda come Fairy Tail, tutti, nessuno escluso, interruppero qualche secondo le loro attività per guardarlo e negare rassegnati con la testa, come a suggerirgli che avesse commesso il più grosso e banale degli errori. Persino Baccus, che non conosceva né la gilda né i retroscena di quella ragazza, si unì al loro triste negare. Solo qualche istante, poi tutti tornarono alla loro serata come se non fosse successo niente, con un Rocker che ancora piangeva di terrore e di dolore per i capelli persi per sempre.
«Bene!» esclamò Priscilla, interpretando quel suo modo di fare come una risposta alla sua domanda, come se avesse vinto lei. Diede la spinta decisiva al petto di Rocker e smise di sostenerlo con il suo vento, facendolo cadere di colpo a terra e tramortendolo definitivamente. La spinta le era servita per tornare con entrambi i piedi sul tavolo, ma il giramento di testa per l'alcol fu più forte e lei si ritrovò a barcollare per qualche attimo prima di cadere all'indietro senza più equilibrio. Con le braccia spalancate cadde di schiena verso i tre Cuccioletti rimasti, prendendo il primo con una testata e gli altri due con rispettivamente la mano destra e sinistra. Li trascinò tutti a terra, insieme a lei, facendo sbattere a tutti la testa e tramortendo anche loro in quell'ultimo colpo. Si guardò attorno e quando notò i tre uomini stesi e fuori combattimento scoppiò a ridere e alzando i pugni al cielo gridò: «Dieci punti a Fairy Tail B!»**
Si rialzò fiaccamente, calpestando senza pudore ciò che restava dei corpi dei tre poveri Cuccioletti vittime innocenti, e barcollò fino al tavolo di Laxus. Si lasciò cadere tra Bickslow e Fried, e poggiò la testa sul tavolo sospirando.
«Laxus, torniamo in hotel?» mormorò. «Quei tizi mi hanno fatto venire mal di testa».
«Credo che la colpa non sia esattamente la loro» rispose lui, infastidito.
«Ma io voglio andare a letto» piagnucolò.
«Fatti portare da qualcun altro, io non ho ancora finito» rispose bevendo un altro sorso dal suo boccale. La sera prima era andata esattamente come quella, lei aveva bevuto eccessivamente e lui era stato costretto ad occuparsene, con un risultato che avrebbe volentieri evitato di replicare.
«Ma io voglio andare con te!» insisté, capricciosa, prima di stendere le braccia in avanti e aggiungere con un sorriso intenerito: «Così facciamo la doccia insieme come ieri».
Per poco Laxus non si strozzò con il sorso di birra che aveva buttato giù in quel momento e l'imbarazzo aumentò a dismisura quando alzando lo sguardo trovò gli occhi di tutte e tre i suoi compagni puntati a lui, strabuzzati, e le bocche spalancate.
«Non abbiamo fatto la doccia insieme!» tentò di difendersi, lasciando trapelare più nervosismo di quanto fosse necessario.
«Che dici?» chiese Priscilla, offesa. «Ricordo perfettamente: eri tutto bagnato. E anche io lo ero! Poi tu hai aiutato me a spogliarmi... e io ho iniziato ad aiutare te... e poi... e poi... mh...» mormorò alzando gli occhi arrossati per la stanchezza al soffitto, concentrandosi per ricordare. Laxus ebbe l'istinto di iniziare ad urlare, ma era fin troppo sconvolto e pieno di vergogna anche solo per provarci. Non erano informazioni sbagliate, ma messe in quel modo era sicuramente equivoco e la cosa lo irritava fino alla follia, ma il suo orgoglio gli impediva di darne dimostrazione. Sapeva che un atteggiamento come quello avrebbe solo fomentato le idee, piuttosto che smorzarle. Perciò, nella confusione, non riuscì a fare altro che restare paralizzato come uno di quegli animali che attivavano come meccanismo di difesa contro i predatori la finta morte.
«E poi cosa è successo? Non me lo ricordo» confessò lei, massaggiandosi la testa affaticata.
«Ti sei addormentata» mormorò lui, non sapendo che altro fare se non risponderle.
«Sei andato in bianco, eh?» sghignazzò Evergreen, tirandogli un paio di gomitate.
«Non è andata affatto così» disse lui, cercando di mantenere la calma nonostante dentro stesse esplodendo.
«Certo che non è andata così!» si alzò Fried, tremando dalla rabbia. «Davvero credi alle parola di una come lei piuttosto che a Laxus?! Sei o non sei un Raijinshuu, Ever! È ovvio che si è inventata tutto, fino all'ultima parola!»
«Perché ti scaldi tanto?» chiese confuso Bickslow. Laxus si alzò, lasciando il boccale praticamente a metà sul tavolino, e senza dire una parola si avvicinò a Priscilla. Tenerla ancora lì stava cominciando a diventare persino pericoloso, perciò la prese in braccio e senza dire una parola uscì dalla locanda deciso a portarla in hotel come aveva chiesto. I Raijinshuu lo guardarono, cercando di capire cosa esattamente l'avesse convinto ad accettare la richiesta di Priscilla, ma probabilmente la risposta era data dal fatto che lei aveva già cominciato ad addormentarsi sul tavolo.
«Dicono che ieri sera Pricchan abbia dormito senza pantaloni» disse improvvisamente Evergreen, con una certa serenità visto che per lei non era niente di strano che tra quei due stesse finalmente nascendo qualcosa. Bickslow si portò invece le mani alla testa dalla disperazione, chiedendosi probabilmente perché non fosse toccato a lui, e si deprimette subito dopo.
«Devo lasciargli il passo, non ho speranze contro Laxus» biascicò, abbattuto.
«Su, su, vedrai troverai qualcun'altra» provò a rincuorarlo Evergreen, divertita, per poi notare al suo fianco anche Fried abbattuto e ricoperto di lacrime.
«Tu perché stai piangendo, ora?» chiese, storcendo il naso, ma non ricevette risposta alcuna.
Laxus tenne Priscilla sollevata per le gambe, poggiata al proprio petto, permettendole così di appoggiare la testa sulla sua spalla e cominciare a sonnecchiare. Le braccia avvolte intorno al suo collo per reggersi, anche se erano abbastanza morbide, visto la stanchezza. Il cappotto che portava ancora sulle spalle ondeggiava davanti a lui e continuava a coprirla proteggendola così almeno dal fresco della notte.
Camminavano ormai da minuti, quando sentì all'improvviso la presa di Priscilla intorno al proprio collo farsi più stretta e il viso schiacciarsi di più sulla sua spalla. Non dormiva, lo sentiva, e sicuramente stava pensando a qualcosa.
«Laxus» un sussurro, addolorato e affaticato.
«Mh?» chiese semplicemente.
«Non smetteremo mai di bere, mangiare e ridere insieme... Vero?» la sua voce trasmetteva tutto il dolore che quella frase portava con sé. La paura di veder sparire per sempre quei giorni felici, la paura che ancora tornava perché serate come quelle erano la cosa più bella che le fosse mai capitato.
«Non devi più preoccuparti di questo, lo sai?» disse in un sospiro, cercando come poteva di esserle di conforto.
«Ho ripensato al funerale di Lisanna» confessò, nascondendo i propri occhi completamente nell'incavo del collo del ragazzo e stringendolo maggiormente.
«Penso tu debba smettere di bere così tanto» l'ammonì, chiedendosi come fosse stato possibile che tra le risate e gli scherzi si fosse messa a pensare a qualcosa di tanto deprimente.
«No, l'ho pensato durante l'incontro, non stasera» disse. «Elfman era disperato, Mirajane è diventata praticamente un'altra. Quel giorno mi rimproverasti perché sembravo insensibile. Lo ricordi?»
«Sì, lo ricordo» le diede corda.
«Ora riesco a capirli» ammise con la voce rotta dal dolore. «Se tu morissi... penso che cercherei di morire insieme a te».
«Che sciocchezza» commentò Laxus, riuscendo a nascondere lievemente la sensazione di fastidio per quella frase. Non tanto per aver ipotizzato la sua morte, quanto per l'aver ammesso che avrebbe cercato di uccidersi. Per lui. Era follia. Non doveva nemmeno pensarlo.
«È la verità» insisté. «Resta sempre con me, ti prego».
Un dolore al petto, inspiegabile, e come un macigno gli tornò in mente tutto quello di cui era consapevole. Dalla sua assillante presenza quando erano ragazzi, ai suoi occhi brillanti quando lui la coinvolgeva nei giochi quando erano bambini, i suoi sorrisi e la sua gioia svanita il giorno che avevano litigato, i mesi reclusa, dove era caduta nel baratro del "mago più scarso di Fairy Tail", gli esami che si era rifiutata di fare. Ogni cosa... persino il bacio della sera prima. Priscilla provava per lui qualcosa di molto più intenso di semplice affetto, riuscì a comprendere il significato delle sue parole il giorno in cui gli aveva confessato tra le lacrime che lui era la sua ragione di vita.
Il non avere idea di come gestire tutto quello, la paura di ferirla qualsiasi cosa avrebbe fatto o detto, tutto era così insostenibile.
«Pricchan...» mormorò, corrucciato. «Tu non ricordi proprio niente di ieri sera, oltre alla doccia?»
Una domanda improvvisa e inspiegabile, ma gli diede comunque la sua attenzione.
«No... perché? Ho fatto qualcosa di strano?» chiese ridendo preoccupata, chiedendosi quale bizzarro evento avesse sconvolto a tal punto Laxus. Forse aveva di nuovo improvvisato una ciurma di pirati?
«No, non hai fatto niente» disse, abbozzando un sorriso per tranquillizzarla. Forse era meglio così, tenerlo custodito, in uno scrigno sicuro. Finché non sarebbe stato scoperto del tutto, chissà, forse avrebbe ancora potuto proteggerla. Non era poi l'unica a desiderare di tenerla con sé per sempre e se avesse permesso a tutto quello di uscire fuori non avrebbe potuto controllarlo. Il suo egoismo, non avrebbe potuto evitare di ferirla con esso. Lei doveva essere libera, era tutto ciò che desiderava, libera dall'assurda vita che il folle chiamato padre le aveva costruito. Libera da qualsiasi catena, persino da quelle che la legavano a un bambino di cui "doveva occuparsi". Non sarebbe stato giusto, non avrebbe potuto accettarlo, visto che d'altra parte quel bambino non aveva fatto che ferirla per tutta la loro vita. Sarebbe cambiato, quel potere che aveva accudito così a lungo e con tanta fatica non l'avrebbe più usato per ferirla ma per proteggerla, da quel momento in poi. Proteggerla... anche da se stesso. Se tutto quello fosse venuto fuori, un giorno, avrebbe sicuramente provocato una rottura di qualche sorta e se lei si fosse allontanata non sarebbe stato in grado di portare avanti quell'obiettivo. Tutto doveva restare esattamente com'era in quel momento, senza avvicinarla perché avrebbe stretto ancora di più la catena del suo collo, né allontanarla perché altrimenti non avrebbe avuto potere sufficiente a per prendersi cura di lei. Una promessa silenziosa, un dovere di cui si sentiva obbligato, un senso di colpa che probabilmente non avrebbe mai dissipato del tutto. In quei momenti si sentiva un po' come Gerard, era stato accecato così a lungo, aveva fatto cose orribili che per sempre l'avevano macchiato, aveva persino ferito la persona più importante della sua vita. Forse per quel motivo quando Priscilla gli aveva spiegato il suo piano per farlo infiltrare, renderlo Mistgun, aveva accettato praticamente nell'immediato. Poteva comprenderlo, erano uguali. Colpevoli e vittime, non potevano far altro che prendere l'unica decisione che al momento sembrava sensata: dedicare il resto della vita ad espiare le proprie colpe. E comunque non sarebbe stato lo stesso abbastanza.
«Pensa a riposare, adesso. Ci penso io a tutto quanto» riportarla in hotel, aiutarla nel mettersi il pigiama, metterla a letto. Avrebbe pensato a tutto lui... per il resto della vita.
"Questo è Laxus, è tuo fratello. Occupati di lui" un promessa che lei aveva fatto il primo giorno che era venuta al mondo, di fronte a un padre dispotico e sadico. Quelle stesse parole, che per anni aveva ignorato, ora se ne sarebbe fatto carico al posto suo. Priscilla si sarebbe liberata da ogni macigno che lui avrebbe preso, masso dopo masso, sulle proprie spalle. Era una promessa silenziosa.
La sentì respirare pesantemente, vicino al proprio orecchio. La delicatezza di una bambina, l'accenno di una leggera ronfata aiutata dalla serenità che provava in quel momento. Ne sorrise, ascoltandola compiaciuto, ed infine esternò la sua promessa sigillandola in quell'attimo.
«Mi occuperò io di te».
NDA
*Avendo modificato un po' gli incontri per permettere a Priscilla di partecipare e scontrarsi con Kurohebi, per questioni di trama, dovevo trovare poi il modo di far tornare però i numeri alla fine xD comunque Mirajane doveva vincere quei dieci punti per fare in modo che tutto tornasse come doveva, perciò ho un pochino modificato le cose trasformando l'incontro Mirajane/Jenny in una gara di bellezza tra tutte.
**DIECI PUNTI A GRIFONDORO!
.....Scusate, dovevo.
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~{Fairy Tail}~ La bambina di carta ~
FanfictionNon c'era al mondo persona che non conoscesse Fairy Tail. La gilda simbolo di Magnolia vantava tra i suoi membri alcuni dei maghi migliori dell'intero continente. Ma ogni medaglia ha due facce e se Fairy Tail ne aveva una sublime, abbagliante, dall'...