Raijinshuu

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Natsu lanciò un urlo disumano, prima di allungare una mano in avanti e afferrare i capelli di Gray. «Lasciami i capelli!» ringhiò Gray.
«Lasciali prima tu!» rispose Natsu con altrettanto tono furioso.
«Che razza di mossa scorretta sarebbe questa?» urlò Gray.
«Hai iniziato tu, razza di pervertito! Rimettiti i vestiti!»
«Natsu!» gridò Gray con tutto il fiato che aveva.
«Gray!» gridò Natsu, cercando di superare l'amico nel tono di voce.
«Per cosa stanno combattendo?» chiese Happy, svolazzando di fianco a Priscilla che, mangiando una ciotola di ciliege, stava guardando con interesse lo scontro tra i due. «Non ho ben capito» bofonchiò lei, masticando e poi spuntando il nocciolo in un piatto a fianco. «Credo che Gray abbia detto che fa troppo caldo, o qualcosa di simile».
«Gray ha sempre caldo» disse Happy, solare come avesse appena trovato la risposta a tutte le domande.
«Gray-sama è sempre così caldo» strillò Lluvia, in un angolo, con un'emozione intrattenibile. Priscilla la guardò sorpresa qualche secondo, poi pochi istanti dopo se ne dimenticò subito. Ormai i commenti di Lluvia su quanto Gray fosse sexy e fantastico erano all'ordine del giorno. Sorrise malignamente, prima di avvicinare una banconota a Happy e pronunciare con aria malefica: «Mille Jewells che vince Gray».
«Ci sto! Vai Natsu!» gridò Happy con una ferocia mai vista prima.
«Staccagli la testa, Gray!» gli andò subito dietro Priscilla, alzandosi in piedi sulla sedia e poggiando un piede sul tavolo di fronte.
«Voi due avete un bel problema con le scommesse, lo sapete?» chiese Cana, seduta su un tavolo, prima di traccannare un enorme sorso di vino da un barile. «Tu parli di problemi di dipendenza!» la rimproverò Priscilla. Cana non rispose, troppo impegnata a bere, e improvvisamente sembrò avere su di sé tutta l'attenzione di Priscilla che la osservava a occhi sbarrati.
«Mille Jewells che non riesce a finirlo» sbucò Happy al suo fianco e lei non ci rifletté neanche un istante: «Ci sto».
«Cana, non vorresti prendere un po' di fiato?» gli svolazzò a fianco Happy, con sguardo malefico.
«Imbroglione!» ringhiò Priscilla, prima di volarle dall'altro lato e cominciare a tifare per lei: «Vai Cana! Puoi farcela! L'ultimo sorso! Giù!»
«Questa sfida è già vinta in partenza» ridacchiò Happy, voltandosi come a volersene andare ma approfittando della posizione per infilare la punta di una delle sue ali sotto il naso di Cana. La ragazza starnutì, infastidita dal solletico, sputando parte di ciò che aveva già bevuto e staccandosi perciò dal suo barile.
«Gattaccio truffatore!» strillò Priscilla offesa, prima di volargli addosso. Rotolarono per un po' per terra, colpendo le gambe di Macao, facendolo perciò inciampare e cadere all'indietro insieme a Wakaba, al suo fianco. Atterrarono sul tavolo dove Erza era seduta a mangiare, ribaltandolo e facendo così da catapulta alla sua torta di fragole, che andò dritta in faccia di Elfman.
«Chi ha osato!» ruggì Elfman, alzandosi tanto violentemente da colpire uno dei suoi compagni, che a sua volta colpì il vicino. «Guarda cosa fai, idiota!» lo rimproverò questo e i due si presero per il colletto. Erza si alzò in piedi, urlando di rabbia, e se la prese con i primi due che passavano di là, senza motivo. Altri vennero rapidamente coinvolti, chi per una birra rovesciata, chi per una gomitata di troppo, chi per una parola mal compresa. E presto fu di nuovo il caos all'interno della gilda, causato da un semplice litigio per una scommessa tra Priscilla e Happy che ora, a terra, bisticciavano come due bambini. Happy la graffiava e Priscilla gli tirava la coda, Happy la mordeva e lei gli tirava le orecchie.
«Time out, baby!» intervenne Bickslow afferrando entrambi per la collottola e sollevandoli da terra. Li tenne entrambi a debita distanza l'uno dall'altro, mentre tutti e due continuavano ad allungare le mani verso l'altro e soffiare come due gatti randagi.
«Imbroglione!» ruggì Priscilla, dimenandosi in quell'assurda presa che riusciva a tenerla sollevata da terra con un braccio solo. «Ti arrabbi solo perché hai perso!» Happy le fece una linguaccia.
«Truffatore!»
«Accetta la sconfitta!»
«Pseudo-finto micio!» lo insultò, furibonda, e Happy si paralizzò, ferito nel profondo.
«Questa era esagerata» commentò Bickslow.
«Forse hai ragione» disse Priscilla, improvvisamente calma e dispiaciuta.
«Come hai potuto, Priscilla?!» scoppiò a piangere Happy, volando via dalle mani di Bickslow. «Pseudo-finta umana!»
Questa volta a paralizzarsi, ferita nell'animo, fu proprio Priscilla. Ma dopo qualche secondo di tempo per metabolizzare il dolore, si limitò a sospirare, affranta, e ammettere: «Me la sono cercata».
«Il gattino ti ha dato filo da torcere, eh!» scoppiò a ridere Bickslow, tenendola ancora sollevata da terra.
«Posso scendere, ora?» chiese lei, lanciando un'occhiata turbata al ragazzo che ancora l'aveva in pugno.
«Negativo, baby! Vieni con noi» disse con tranquillità, come fosse stato un ordine a cui non poteva opporsi. Senza metterla a terra e tenendola sempre come un gatto per il collo della maglia, cominciò ad avviarsi verso l'uscita della gilda.
«Eh? Aspetta! Dove andiamo? Perché devo venire anche io? Non voglio! Mettimi giù!» si dimenò e cercò di usare il suo volo per districarsi dalla sua presa, ma lui continuò a tenerla ben salda. L'ultima immagine di Priscilla, di quel giorno, la vide allungata all'indietro, verso i suoi compagni, braccia tese verso di loro e sguardo supplicante mentre gridava: «Aiuto!»

«Caldo» lamentò Priscilla, accasciata su di un cammello, braccia e gambe penzoloni. Il sole bruciava tanto che le faceva vedere il mondo intorno a sé, il deserto del sud, ondulato e in movimento e questo le faceva venire il mal di stomaco. «Non puoi usare il tuo vento per rinfrescarti?» chiese Evergreen, su di un altro cammello. Per l'occasione si era agghindata di foulard, veli e ghingheri dorati. Sembrava una principessa del deserto e il modo elegante in cui sedeva lo sottolineava.
«Posso sfruttare l'aria intorno a me, non crearne di nuova, e qui c'è solo aria calda. Se me la soffiassi addosso sarebbe come puntarsi in faccia un phon» rispose Pricilla, spostando la testa dall'altro lato così da rinfrescare quello che era stato a contatto con l'animale. A turno, un po' da un lato e un po' dall'altro.
«Caldo» piagnucolò ancora.
«Terminiamo la missione in fretta e poi potremmo fermarci e mangiare qualcosa di fresco» disse Fried, in testa al gruppo che viaggiava attraverso il deserto.
«Non voglio fermarmi in questo posto» commentò lei, scoraggiata. Un'ombra improvvisamente la ricoprì, fin sopra la testa, proteggendola così dai raggi solari. Alzò la testa, curiosa, e vide i piccoli totem di Bickslow volarle sopra, mantenendo il suo passo, e tenere sollevato un telo chiaro così da tenerla all'ombra.
«Sei troppo scoperta per questo luogo, rischi di bruciarti» giustificò lui. Non era la soluzione ai suoi problemi, ma almeno in parte rese il viaggio più piacevole. Per lo meno aveva smesso di sentirsi una cotoletta in piena cottura. Nonostante ancora non avesse la forza di muoversi da quella posizione abbandonata da cadavere, sorrise, intenerita dal gesto.
«Grazie Bickslow!» si rallegrò.
Il cuore di Bickslow alla vista di quel viso radioso ebbe un battito così forte da essere persino percepibile all'orecchio degli altri. Si avvicinò a lei tanto rapidamente da inquietarla e prendendole una mano disse semplicemente: «Sposami».
«Ma ti sembra il modo?» ringhiò lei, terrorizzata dalla sua avventatezza. Non aveva mezze misure, era inquietante e asfissiante.
«Adesso» insisté lui, ignorando il suo palese rifiuto. Priscilla gli piantò una mano in faccia e lo spinse all'indietro, per allontanarlo. «Come ci sono finita in questa situazione?» piagnucolò, prima di riabbandonarsi pigramente sul cammello.
«Trascinata da voi non appena stavo tornando in forze non ho nemmeno avuto il tempo di rimettermi a cercare informazioni sulla Cat Shielter» bofonchiò tra sè e sè, scocciata. Si lamentò ancora un po', ondeggiando sul suo cammello, fino a perdere l'equilibrio e cadere giù. Si aggrappò al collo dell'animale e usò in parte i suoi poteri per non cadere a terra, restando appesa come una collana.
«Eh?» mormorò, notando da quella posizione ribaltata una costruzione dalle dimensioni imponenti, fatta interamente di roccia e sabbia. Contava almeno una cinquantina di piani, sistemati in cerchi concentrici, l'uno sopra l'altro, sempre più piccoli.
«Sembra una torta gigante» commentò Priscilla, guardandola con l'acquolina in bocca.
«Non hai mangiato un paio di mele giusto venti minuti fa? Hai ancora fame?» chiese Evergreen.
«Sì, ma quella è una torta!» insisté lei, sempre più affamata.
«È questo il posto» disse Fried. «Il Tridente del Mare dovrebbe essere qui, da qualche parte».
«Il Dente di chi?» chiese Priscilla, non capendo appieno.
«Il Tridente del Mare! Sei venuta fin qui e nemmeno sai cosa stiamo cercando?» chiese Evergreen, scocciata.
«Quel maniaco mi ha trascinata senza troppe spiegazioni, prenditela con lui» ringhiò Priscilla, puntando il dito contro Bickslow.
«Sei così carina quando ti arrabbi» ridacchiò Bickslow, per niente intimorito.
«Piantala! Mi fai diventare matta!» si agitò Priscilla, scalciando per aria e tirandosi i capelli. «Adorabile!» insistè Bickslow ridacchiando e Priscilla urlò ancora più forte, al limite della pazienza. Ma si bloccò di colpo quando percepì qualcosa di strano e si voltò verso la costruzione che aveva alle spalle. Non fu l'unica ad avere quella strana sensazione e anche gli altri Raijinshuu diventarono più seri.
«Che cos'è?» chiese Evergreen, non capendo cosa le stesse facendo venire i brividi.
«Si è fermato improvvisamente» disse Priscilla, rimettendo i piedi per terra. «Non c'è più vento».
«È molto strano» commentò Fried, scendendo dal suo cammello.
«Sicuramente opera di qualcuno dei banditi di questo posto» commentò Evergreen scendendo e avvicinandosi al compagno. Bickslow li imitò subito dopo e insieme al gruppo cominciò ad avvicinarsi all'enorme struttura. Un potente soffio di vento li investì, dalle elevate temperature, costringendoli a portarsi le braccia davanti al volto per pararsi. La terra tremò e la sabbia sotto i loro piedi cominciò a raccogliersi in un singolo punto, sollevandosi sempre più verso il cielo. Dalla sabbia raccolta prese forma un golem che dopo aver lanciato un urlo tirò un pugno nella direzione del gruppo.
«Attenti!» disse Fried, saltando insieme a tutti gli altri. Un altro cambiamento nella direzione del vento li sorprese e cominciò a spingerli con violenza all'indietro. Priscilla si voltò e vide che alle loro spalle li aspettava un cerchio nero, aperto nello spazio, che li stava risucchiando come un buco nero. Piantò i piedi a terra e usò la sua magia del vento per contrastare la forza del buco nero. Chiuse gli occhi sotto l'enorme sforzo, ma non riuscì a contrastarlo pienamente. Bickslow cercò di aiutarla con i suoi totem, che afferrarono ciascuno di loro e tentarono di tirarli indietro. Nonostante la loro forza, la magia di Priscilla e i totem di Bickslow, il buco nero continuava a trascinarli verso di loro e infine cedettero. Non riuscirono più a fare resistenza e volarono con un urlo incontro al buco nero, fino a quando non si scontrarono contro un muro invisibile che gli impedì di entrarci. Su di esso brillarono delle rune viola e questo diede indizio su chi fosse l'autore di quel muro che li aveva appena salvati dal risucchio.
«Ottimo lavoro Fried!» disse Bickslow.
«Grazie che avete guadagnato tempo, così sono riuscito a scriverle in tempo» disse Fried con la sua solita compostezza.
«Ahi» piagnucolò invece Priscilla, ancora spiaccicata contro il muro invisibile, con Evergreen sopra di lei. Nonostante il muro gli impedisse di raggiungere il buco nero, la forza con cui li attraeva non era calata e questo faceva sì che restassero schiacciati lì, senza potersi muovere. «Sei pesante» commentò Priscilla.
«Come osi?» ruggì Evergreen.
«Secondo me è colpa delle tette. Che taglia porti, l'ottava?» bofonchiò lei, guardando il seno della compagna contrariata. Un velo di invidia, nonostante non fosse completamente piatta, ma certo non raggiungeva quei livelli magnificenti. Evergreen si coprì il seno con le braccia, arrossendo e le ruggì contro: «Ti sembrano domande da fare?»
«La mia baby è senza pudore» rise Bickslow e questa volta a scattare furiosa fu proprio Priscilla, che gli disse: «Non chiamarmi così!»
«Direi che è il caso di rimandare certe discussioni» attirò la loro attenzione Fried, fissando il Golem che stava venendo altrettanto risucchiato dal buco nero. Priscilla urlò terrorizzata quando si rese conto di ciò a cui stavano andando incontro: «Ci schiaccerà!»
«Non lo farà» disse Fried scrivendo altre rune davanti a loro, in modo da bloccare il Golem prima che potesse raggiungerli.
«Bene, bloccati tra martello e incudine. Che si fa?» chiese Priscilla.
«Se solo riuscissimo a vedere da dove ci stanno attaccando» mormorò Fried, cercando di guardarsi attorno. La sabbia cambiò nuovamente forma proprio vicino a loro, assumendo una forma vagamente umanoide ma restando sempre ben piantata a terra.
«Fairy Tail» una voce provenne da esso, prima di sghignazzare. «E così siete venuti davvero».
«Eh?» chiese Priscilla.
«Ci aspettavate?» chiese Fried.
Sghignazzando l'essere di sabbia prese sempre più forma, fino ad assumere dei connotati ben precisi. Fried, Bickslow e anche Evergreen sussultarono nel vederlo.
«Tu...» balbettò Fried.
«Cosa? Cosa? Tu cosa?» chiese Priscilla, nervosa. Nessuno si era ancora degnato di spiegarle niente di quella missione. «Perché nessuno mi dice niente, maledizione!» si agitò.
«Perché sei sparita in quel negozio di dolci quando siamo arrivati dal committente, invece che venire con noi!» la rimproverò Evergreen.
«Ma erano così invitanti e poi non pensavo servissi anche io» bofonchiò lei, colpevole. «Di solito ci pensava Mistgun a parlare al committente, io eseguivo solo gli ordini».
«Ma che razza di rapporto c'era tra voi due!» si innervosì ancora Evergreen.
«Lui è il capovillaggio» spiegò brevemente Fried. «Il committente della nostra missione».
«Ci hai chiamati per recuperare il Tridente del mare e ridare così al tuo villaggio il mare per pescare e recuperare il loro splendore, e invece ora si scopre che sei stato tu a farlo sparire? A che gioco stai giocando?» ringhiò Bickslow.
«I pescatori del villaggio stanno facendo la fame, sono costretti a comprare il cibo, non possono più procurarselo da soli, e questo comporta anche un aumento delle tasse! Sono allo stremo per colpa tua!» ruggì Evergreen, contrariata.
«Quando il nostro mare era ricco e prospero, grazie ai poteri dei sacerdoti e del Tridente, tutti si autogestivano e non esisteva economia nel paese! Ora invece i soldi hanno cominciato a girare, creeremo lavori e banche, diventeremo come i paesi vicini e smetteremo di essere un semplice villaggio squallido di poca importanza!» rispose l'ammasso di sabbia.
«Fammi capire...» disse Priscilla, con una strana luce negli occhi. «Hai tolto a tutti cibo e la felicità di una vita libera e serena, per avere più denaro nelle tue tasche?»
«Il mondo gira intorno ai soldi, signorina, impari questa lezione di vita. Anche se non vi servirà a molto...» la sabbia tornò a muoversi sotto di loro e prese ad allungarsi, avvolgendo i loro piedi, salendo, fino alle gambe. Li stava pian piano inghiottendo e inglobando. «I pescatori chiedevano da tempo l'intervento di qualcuno per aiutarli, continuare a negare avrebbe destato sospetti, sono stato costretto a inviare richiesta alle gilde ma tanto non avete speranze finché resterete all'interno del territorio di Pashka».
«Bastardo!» ringhiò Evergreen lanciando dei fasci luminosi a colpire l'uomo di sabbia. Lo colpirono e lo perforarono, ma non ebbe nessun effetto. La sabbia si ricompose e lui riprese la sua forma, mentre loro venivano pian piano inghiottiti sempre più.
«Non sottovalutarci!» intervenne Fried, scrivendo rapidamente altre rune intorno al buco nero. La pressione del suo risucchio cessò, chiuso nel cubo magico che Fried aveva scritto, e loro furono finalmente liberi di staccarsi dal muro anche se quasi del tutto inghiottiti dalla sabbia. I totem di Bickslow li afferrarono e con forza li tirarono via, salvandoli. La sabbia si mosse ancora, prendendo loro i piedi e cominciando a tirarli verso il basso, all'interno.
«Su! Alzatevi! Non poggiate i piedi a terra!» ordinò Fried facendo comparire con delle rune delle ali sulla sua schiena che gli permisero di volare. Anche ad Evergreen comparvero delle ali, Bickslow potè usare i suoi totem e Priscilla la forza del vento. Nonostante si trovassero sollevati, la sabbia prese ancora a muoversi e rapidamente divenne una mano che si allungò in alto per afferrarli. Furono costretti a dividersi, per schivarlo, ma deviarono in continuazione quando altre mani, una dopo l'altra, ripetevano l'operazione.
«Magia di sabbia, ma più potente di quella di Max» spiegò Fried, riferendosi al loro compagno di gilda con lo stesso potere. «Ci hanno attirati nel deserto per avere campo favorevole» disse Evergreen schivando e sparando contro le mani di sabbia che si ricostruivano subito dopo e tornavano all'assalto.
«Una volta che sapranno che nemmeno i grandissimi maghi di Fairy Tail sono riusciti a recuperare il Tridente, quegli stolti si arrenderanno al loro destino!» rise l'uomo, usando la sua copia di sabbia per comunicare.
L'aria cambiò di nuovo la sua direzione e con forza li attirò verso l'alto, risucchiandoli.
«Un altro buco nero!» gridò Evergreen. Fried con rapidità incise altre rune riuscendo a creare un altro muro tra loro e la magia risucchiante, così da impedirgli di caderci. Una mano li raggiunse subito, enorme abbastanza da colpire tutti insieme. Non ebbero tempo di difendersi, era stata troppo veloce. Urlarono per il dolore del colpo, potente abbastanza da ridurli in pessime condizioni, ma non tanto da metterli subito KO.
«Oh, siete ossi duri» commentò l'uomo di sabbia. «Ma non importa. Ormai siete miei!» altre mani di sabbia partirono verso l'alto, pronti a colpirli, ma si fermarono a ridosso di un altro muro magico creato dalle rune di Fried.
«Risiamo punto e da capo» lamentò Evergreen. «Intrappolati tra sabbia e buchi neri».
«Non c'è niente nei paraggi che posso usare con le mie anime, solo sabbia» disse Bickslow, sentendosi impotente.
«E continuare a colpire la sabbia non serve a niente» disse Evergreen.
«Sapevano di noi e probabilmente si sono anche informati prima sui nostri poteri, per questo hanno potuto tenderci una trappola ad hoc. Anche le mie rune non possono fare molto, se non individuiamo il nemico» disse Fried.
«Bickslow» mormorò Priscilla, ora stranamente seria. «Quanti sono i tuoi totem?»
«Cinque... perché?» chiese lui, sorpreso della luce che ora Priscilla aveva negli occhi. Non sembrava più lei, metteva quasi i brividi.
«Perché sto cominciando a stancarmi di questa storia e voglio tornarmene a casa» disse furiosa, mentre con uno sforzo si girava per puntare il proprio sguardo al terreno da dove arrivavano le scariche di colpi da parte delle mani di sabbia. «Ho smesso di divertirmi» strinse i denti. «Fate ciò che vi dico. Avvicina due dei tuoi totem a me, riesci?»
«Il buco nero risucchia anche loro, è impossibile muoversi. Ma ci provo» disse lui e sforzandosi riuscì a muovere lentamente i piccoli totem dalle facce impertinenti alla ragazza. Priscilla, schiacciata contro il muro di Fried, allungò una mano fino a che le sue dita non poterono sfiorare i piccoli totem.
«Perfetto!» commentò, con uno sguardo soddisfatto. «È la prima volta che lo uso su qualcosa che non sia io, ma essendo piccoli oggetti inanimati forse ci riesco!» disse prima di mormorare, coperta anche dal rumore dei colpi della sabbia contro il muro di Fried: «Mirage».
I piccoli totem parvero ondeggiare lievemente per un istante, ma poi tornare normali. «Ottimo!» commentò lei.
«Cosa gli hai fatto?» chiese Bickslow.
«La magia del miraggio continuerà a mostrarli qui, insieme a noi, mentre in realtà andranno per noi in avanscoperta all'interno di quella struttura. Devono cercare il Tridente e soprattutto quel figlio di puttana. Il mirage però riuscirà a coprirli solo fino a quando resteranno sotto la portata della mia vista, una volta entrati essa svanirà. Credi possano farcela?» una domanda che era più un'imposizione. Aveva bisogno che ce la facessero. Bickslow sorrise, orgoglioso, prima di dirle: «Per chi mi hai preso, baby? Non sottovalutarci!»
«Ottimo! Allora adesso, liberiamoci di questo di questo impiccio!» disse lei, scivolando rapidamente su di un fianco e tornando a guardare il buco nero oltre al muro di Fried. «Che cosa vuoi fare?» gli chiese Evergreen, preoccupata.
«Fried! Togli il muro!» ordinò Priscilla.
«Sei pazza? Ci risucchierà!» strillò Evergreen. «Non sappiamo nemmeno che fine faremmo se finissimo lì dentro!»
«Io lo so!» gridò Priscilla, cominciando ad avvolgere il proprio braccio di vento in un tornado. «Fried!»
«Ok!» annuì lui, sicuro e fiducioso.
Il muro sopra di loro scomparve sotto al comando di Fried e il gruppo venne immediatamente risucchiato verso l'interno del buco nero. Priscilla caricò il pugno avvolgendolo di una quantità enorme di vento ad altissima velocità.
«Ti sento respirare!» gridò, prima di colpire immergendo il pugno all'interno del buco nero, lasciandosi inghiottire.
«Priscilla!» gridò Evergreen spaventata, ma lei in tutta risposta urlò carica: «Tornado!»
Il buco nero, ora pieno di vento che girava nella stessa direzione del suo risucchio, fece un rumore come di ingorgo, un boato, e parve allargarsi e gonfiarsi. Una reazione che non presagiva niente di nuovo, ma sembrò aumentare il suo potere di risucchio, tanto che Priscilla ci finì completamente dentro, seguita in parte dagli altri suoi compagni. Un boato assordante, prima che il buco nero svanisse nel nulla lasciandosi dietro solo un leggero soffio di vento residuo. Priscilla e gli altri ne uscirono indenni, ma ciò che stupì i suoi compagni fu vedere un uomo cadere al suolo, privo di sensi, circa quindici o ventri metri da loro.
«Incredibile» balbettò Fried, guardando l'uomo cadere a terra.
«Era lui a fare questo?» chiese Evergreen.
«Come lo hai scoperto?» chiese Bickslow.
«Il potere del risucchio di Hisashi!» esclamò l'uomo di sabbia. «Sei riuscita a contrastarlo? Come...» balbettò sconvolto, guardando il compagno cadere a terra.
«Respirava troppo affannosamente, tipico di tutti gli uomini grassi» mormorò Priscilla, prima di voltarsi e puntare entrambe le mani all'uomo di sabbia, oltre il secondo muro di Fried. «E anche se le sue capacità divorative erano incredibili, ha comunque un limite sulla quantità di spazio in grado di ingoiare contemporaneamente. In altre parole: l'ho farcito come un tacchino!» sghignazzò.
«Il buco nero ci avrebbe portati nel suo stomaco?» sussultò Evergreen sconvolta e disgustata.
«Fried!» chiamò e lui capì al volo. Era tempo di fare un po' di casino. Fece sparire il secondo muro di rune e questo permise alle mani di sabbia di raggiungerli nuovamente.
«Credi possa avere effetto su di noi un trucco simile?» disse Evergreen, ponendosi davanti al gruppo e sparando una serie di fasci luminosi che andarono a distruggere la maggior parte delle mani.
«Bickslow!» chiamò Priscilla e lui sorrise, prima di esclamare: «Ok! Babies!» allargò le braccia e i suoi cinque totem, tre veri e due fittizi, si lanciarono anche loro nei combattimenti, mentre Priscilla si concentrava per tenere nascosti i due che erano appena partiti verso la struttura.
Sparò un paio di colpi di vento davanti a sé, colpendo altre mani, ma una di queste passò e per poco non la raggiunse. Fried le si piazzò davanti e con la sua spada la distrusse, proteggendola.
«Concentrati sui totem. A loro ci pensiamo noi» le disse.
«Dovremmo andare anche noi verso la struttura» gli disse Priscilla, in risposta. «Se restiamo a lungo qua a combattere della sabbia, nonostante abbiamo capito il trucco, capiranno che abbiamo qualcosa in mente».
Fried annuì e insieme a lei scesero verso terra.
«Bickslow, Evergreen! Entriamo!» disse Fried.
«Ok!» rispose Evergreen.
«Non ve lo permetto!» disse l'uomo di sabbia, facendo materializzare un altro golem di fronte a loro.
«Togliti di mezzo, impiccio!» ringhiò Priscilla, atterrando al suolo con entrambe le mani aperte e generando così un'onda di vento dalla grandezza e imponenza tale da abbattere con un solo colpo golem e qualsiasi altra costruzione stesse venendo fuori dalla sabbia.
«È...» balbettò Evergreen, guardando Priscilla con aria quasi timorosa.
«È incredibile» disse Fried, altrettanto sconvolto.
Priscilla scattò davanti ai loro occhi, usando sempre l'aria per darsi la spinta in avanti e arrivare con rapidità all'ingresso della struttura, prima che la sabbia avesse avuto tempo di prendere altre forme. La terra prese a tremare nuovamente e improvvisamente la struttura cominciò ella stessa a muoversi, affondando pian piano nella sabbia come volesse inghiottirla.
«Ci vuole impedire di entrare» commentò Bickslow.
«Figurati se te lo permetto!» ruggì Priscilla divaricando le gambe e assumendo la stessa posa, a braccia incrociate, che aveva assunto quando aveva lottato contro il castello dei Phantom e l'attacco di Jupiter.
«Anima del vento!» ruggì. «Tornado!»
Un tornado avvolse il palazzo, inghiottendolo, e con rabbia cominciò a scavare all'interno della sabbia, sparandola ovunque ma lontano. Le raffiche di vento si infilarono sotto la sabbia, scavandosi un sentiero, e infine parvero chiudersi alla base del palazzo. Tutta la struttura tremò tanto che parte di essa cominciò a crollare, mentre il tornado riusciva pian piano a risollevarlo verso l'alto.
«S-sta sollevando l'intero palazzo!» strillò Fried, a bocca aperta.
Dalla sabbia nacquero sagome mostruose, imponenti e tanto numerose da essere incontabili e le andarono incontro, pronti ad attaccarla.
«Copriamola!» suggerì Bickslow e gli altri due annuirono, convinti. I totem di Bickslow iniziarono a spare a tutti quelli che sembravano dei soldati di sabbia, Evergreen faceva lo stesso con i suoi fasci di luce magica e Fried volava da una parte all'altra con le sue ali di rune usando la spada per attaccarli e disintegrarli. Priscilla urlava sempre più, caricandosi e gonfiandosi, continuando a sollevare il palazzo dalla sabbia e impedire che affondasse per scappare alla loro vista.
Un uomo infine uscì dalla sabbia, alto, grosso e muscoloso.
«Adesso mi hai scocciato ragazzina!» ruggì, correndo verso di lei a pugno teso. La sabbia lo avvolse e ricreò sulla sua mano la forma di un guanto gigantesco, compatto tanto che se l'avesse colpita non sarebbe sopravvissuta. «Ci penserà Pashka a sistemarti una volta per tutte!» gridò, allungando il braccio all'indietro e preparandosi a colpire.
«Priscilla!» gridò Fried, spaventato dal colpo che stava per subire.
«Togliti dai piedi!» strillò Priscilla infastidita come se si trovasse di fronte a un insetto. Mosse il piede verso di lui, simulando un calcio, e l'ondata di vento che nacque da quel colpo fu tale che Pashka volò via in un urlo, tanto distante che non videro dove andò a cadere.
«Lo ha steso come fosse un moscerino» strillò Fried, incredulo. Nell'istante in cui Pashka sparì, toccando terra chissà dove, anche il suo potere perse di efficacia e i soldati di sabbia sparirono istantaneamente. Il palazzo smise di tentare di affondare e venne sbalzato via con forza, restando galleggiante per aria, sostenuto dal vento di Priscilla.
Uno dei totem di Bickslow uscì dalla finestra, tenendo per un piede un ometto basso e barbuto. Si agitava e si dimenava, ma ormai non poteva fare niente. Il vecchietto venne lasciato cadere a terra, mentre anche il secondo totem faceva ritorno. Priscilla smise di esercitare la sua magia sul palazzo e lo lasciò cadere a terra con un tonfo incredibile. Si pulì le mani soddisfatta e sorridendo allegra come una bambina che tornava da una scampagnata, si accostò al vecchietto a terra. Si mise le mani ai fianchi e chiese semplicemente, con serenità: «Allora! Dov'è questo Tridente?»
L'uomo tremò dalla paura e per poco non si mise a piangere. Si rannicchiò a terra, coprendosi la testa con un braccio, mentre con l'altro porgeva a Priscilla un minuscolo oggettino dorato a forma di forchetta.
«Ma tu guarda! Tante storie per questo piccoletto» commentò divertita, prendendolo tra le mani. Se lo rigirò tra le dita, guardandolo con la curiosità di una bambina e l'allegria che niente faceva pensare che avesse appena portato a termine una battaglia.
«Sono...» balbettò Evergreen, guardando Priscilla tornare alla giovialità e all'infantilità di prima.
«Sbalordito» terminò Fried, con lo stesso sguardo.
«Tanto c'è Priscilla, eh?» disse Bickslow con un divertito sorriso, ricordando loro le parole che Laxus aveva detto in occasione dello scontro con Phantom. Ora capivano tutta quella fiducia ben riposta, nonostante ciò che si diceva di lei. Era incredibilmente forte.
«La degna sorellina di Laxus» disse Evergreen, incrociando le braccia al petto e guardando la ragazza che giocherellava con il Tridente.
«Già» annuì Fried con lo stesso orgoglio negli occhi. Avevano fatto bene a farla entrare nella squadra, indipendentemente dal carattere bambinesco e a tratti ingestibile, portava in sè la stessa potenza e fierezza di suo fratello. Sarebbe stata un ottimo sostituto momentaneo e quando Laxus avrebbe fatto ritorno... chissà che non sarebbero diventati la guardia reale non può del Dio del tuono, ma di entrambi gli imbattibili fratelli Dreyar. Non potevano far a meno chiedersi come dovevano essere quando quei due combattevano insieme e capirono perché riuscirono a diventare il team più forte della gilda ed entrambi maghi di classe S (anche se Priscilla non ufficialmente) nonostante la giovane età.
La ragazza venne avvicinata da uno dei totem di Bickslow, rimasto a svolazzare lì vicino per tenere sott'occhio il vecchietto che ancora tremava. Priscilla gli sorrise e gli diede un paio di carezze sulla sommità, come fosse un cucciolo, e disse contenta: «Ben fatto, baby!»
Bickslow si portò una mano al petto, all'altezza del cuore, a stringere i vestiti come se potesse in quel modo fermare i battiti impazziti. Si catapultò ai piedi di Priscilla e senza darle tempo di capire cosa stesse accadendo le prese una mano, chiedendole: «Diventa la madre dei miei bambini!»
Priscilla urlò terrorizzata e si ritrasse con violenza, piantando un piede in faccia a Bickslow per tenerlo distante. «Non prenderti certe libertà solo perché sono stata gentile con i tuoi animaletti volanti!»
«Animaletti?» chiese Evergreen, domandandosi dove avesse visto in quei pezzi di legno degli animali.
Bickslow prese il piede che Priscilla gli teneva piantato in faccia e lo tenne come per aiutarla. Abbozzò un sorriso malizioso prima di mormorare: «Ti piace il fetish? Posso anche farmelo andare bene».
«Perché passi dalle proposte di matrimonio a quelle sessuali con una tale facilità?» sobbalzò Priscilla, pallida in viso. «Pazzo psicopatico, stammi lontano!» gridò e corse via, ignorando il vecchio appena catturato, Fried, Evergreen e i cammelli.
«Aspetta! Baby!» le corse dietro Bickslow, ridendo e saltando come un pazzo.
«E a noi tocca portare il vecchio» commentò Fried, con un sospiro.
«Credi si ricorderà che ha lei il Tridente e deve portarlo al villaggio e non a casa?» chiese Evergreen, dubbiosa. Per quanto Fried avesse voluto rispondere con sicurezza e fiducia, non riuscì a non pensare che forse forse... il rischio poteva esserci. Ed era anche elevato.
Si caricò il vecchio in spalla e iniziò a correre dietro ai due, seguito da una sospirante Evergreen.
«Priscilla! Aspetta!».
E la voce della ragazza confermò i suoi timori, facendogli salire ancora di più il panico quando, ormai in fuga, disse: «Lasciatemi in pace, me ne torno subito a casa!»

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