Un posto per te

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«Sono a casa!» annunciò Priscilla, spalancando le porte della nuova Fairy Tail. In sua assenza i membri della gilda erano riusciti a finire di costruirla e l'avevano resa più grande e più bella di quanto avesse potuto immaginare. Questo bastava a metterla estremamente di buon umore. C'era un bar all'aperto, un'enorme sala interna con palcoscenico per qualche spettacolo, una piscina sul retro, una sala giochi... era un sogno.
Priscilla restò qualche secondo a guardarsi attorno a bocca aperta, stupita ed emozionata. Poi si avvicinò al banco dove c'era, come sempre, Mirajane ma senza staccare gli occhi da tutto ciò che aveva attorno.
«Bentornata, Priscilla! Com'è andata la missione?» chiese Mira con la sua solita candida e dolce voce. Priscilla si accasciò sul banco, cambiando espressione ne assunse una scoraggiata e stanca.
«Mistgun è un pazzo» si limitò a dire in un sospiro.
«È un mago di classe S, dovresti saperlo che non ci va leggero» rise Mirajane, interpretando le sue parole come se si stesse lamentando di quanto lui l'avesse costretta a stare al suo passo. Non sapeva e certo non poteva immaginare cosa invece fosse successo, ma d'altro canto Priscilla non era nemmeno convinta di volerglielo rivelare.
«No, è vero. Ma è stato estremamente utile» disse ripensando al suo scontro con il finto Laxus nella radura nel bosco. Non appena aveva capito l'imbroglio che c'era dietro non le ci era voluto molto per riuscire a vincere quello scontro. Anche se il Laxus del presente sicuramente era più forte di quello del passato, contro cui si era scontrata, comunque era riuscita a tenergli testa. Questo dimostrava solo quanto fosse migliorata e lo doveva tutto all'addestramento di Mistgun, che le aveva addirittura insegnato magie nuove.
Il Mirage era una di quelle ed era la sua preferita: sfruttando le correnti calde, fredde, l'umidità adeguata e i raggi del sole riusciva a ricreare perfettamente l'effetto di un miraggio. Poteva ricreare la propria immagine o semplici illusioni in qualsiasi punto intorno a sé.
«Il master sarà contento di sentirtelo dire» sorrise Mira.
«Senti Mira-chan» cominciò Priscilla, pensierosa, rialzando la testa dal bancone. «Hai mai sentito parlare di Cat Shelter?»
«Cat Shelter?»ripetè Mira, incuriosita. Ci riflettè qualche istante, prima di rispondere: «È una gilda molto piccola che sta a nord, mi pare. Non se ne sente tanto parlare, a dire il vero. Perché ti interessa?»
Priscilla poggiò la testa sulla mano aperta e il gomito sul bancone, guardando i membri della gilda alla sua destra. L'aria assorta e pensierosa, non era da lei.
Fece un verso gutturale annoiato, prima di rispondere vagamente: «Non ne avevo mai sentito parlare prima d'ora».
"La persona che cerchi si chiama Wendy" rimbombò la voce di Mistgun nella sua mente, in un ricordo non troppo lontano. Priscilla aveva consegnato al Consiglio della Magia Lady Forhead e a suo marito aveva riportato il figlioletto, sano e salvo. Aveva incassato la propria ricompensa poi Mistgun l'aveva raggiunta per congratularsi e annunciare ufficialmente il termine del suo addestramento. Un addio. Da quel momento lei non avrebbe avuto più bisogno di lui e la loro alleanza poteva definirsi definitivamente sciolta. Ma, come promesso, prima di sparire del tutto le aveva rivelato il nome della persona dai poteri curativi che avrebbe potuto aiutarla.
"Wendy Marvell. È un membro della gilda Cat Shelter".
«Ero solo curiosa» concluse, prima di aggiungere con lo stesso tono pigro e annoiato: «Ma senti... che ci fai lui qui?»
Mirajane si voltò verso la persona che stava guardando e vide che si trattava di Gajeel. Si agitò in un primo momento, ricordandosi che Priscilla ancora non ne sapeva niente.
«Sei appena tornata, te ne avremo parlato» rispose Mira, preoccupata di una brutta reazione da parte della ragazza.
«Gajeel adesso fa parte di Fairy Tail» disse Makarov, comparendo di fianco a Priscilla. Il tono solenne e imperativo non dava spazio a repliche, che erano arrivate già a fiotti e certo non si sarebbero fermate.
«Adesso fai entrare nella gilda anche quelli che mandano all'ospedale i tuoi figli, chissà che forse Laxus non abbia tutti i torti a pensare che sei rimbambito del tutto»mormorò Priscilla, biascicando le parole per il fatto che la guancia era ancora schiacciata contro la sua mano.
«Chi sarebbe il rimbambito?» ringhiò Makarov, contrariato.
Priscilla si alzò, ignorando la sua sfuriata, e disse: «Mi ricordo di lui. Ha rovinato la serata storie e biscotti mia e di Levy-chan» e si avvicinò al tavolo dove Gajeel sedeva.
«Priscilla?» chiamò Mira, preoccupata, ma Priscilla la ignorò.
«Levy-chan doveva insegnarmi a preparare i biscotti!» brontolò Priscilla, mettendosi a sedere di fronte al ragazzo.
«Eh?» si limitò a dire Gajeel, confuso su ogni aspetto di quella frase. Chi era Levy? Chi era lei? E cosa c'entravano i biscotti in quel momento?
«Potresti almeno chiedere scusa, sai?» bofonchiò lei, imbronciandosi come una bambina.
«Ma chi sei si può sapere?» ringhiò Gajeel, disturbato da quella presenza.
«Priscilla!» rispose lei, allungando una mano per stringere la sua e il viso si allargò improvvisamente in un luminoso sorriso. «La vecchia Fairy Tail era una baracca, sono contenta che con la scusa del tuo attacco ne abbiano costruita una nuova più grande e più bella! Perciò ti perdonerò l'attacco di quella sera».
«L'attacco di quella sera...?» mormorò Gajeel e solo allora si ricordò dove aveva già visto quella ragazza. «Tu sei la ragazza vento!» osservò.
Priscilla annuì e senza spostare la mano ribadì: «Priscilla!»
Ma lui non accennò a volerla stringere e continuò a guardarla stralunato. Era troppo serena e felice per essere reale, stava sicuramente tramando qualcosa.
«Insomma me lo dici come ti chiami o no?» borbottò lei, di nuovo imbronciata.
«Gajeel» si limitò a rispondere lui, guardando quella mano come se fosse una trappola che da un momento a un altro avrebbe potuto catturarlo e ucciderlo.
«Ehy, Gajeel!» disse lei, rinunciando alla stretta di mano. Piantò entrambe le mani sul tavolo e facendo leva si issò su esso e si sporse verso Gajeel tanto da arrivargli a pochi centimetri dal volto. «Mi dici che razza di mostro sei?» chiese con un allegro interesse.
«Non sono un mostro!» ringhiò lui, di nuovo contrariato. Priscilla approfittò dell'incredibile vicinanza per socchiudere gli occhi e tirare un po' su d'aria col naso.
«Non annusarmi! Psicopatica!» brontolò ancora Gajeel.
«Odori di ferro... e ruggine» commentò lei.
«Ruggine?» sobbalzò lui, sempre più sconvolto.
«Insomma, me lo dici cosa sei?» insisté lei, piantando ora i gomiti sul tavolo e continuando ad osservarlo da estremamente vicino. La cosa mandava Gajeel in confusione: ricordava cosa le aveva fatto, sapeva chi era, eppure sorrideva in quel modo così allegro e sereno. Che razza di pazzoide si trovava di fronte?
«Un Dragon Slayer» si limitò a rispondere, allontanando un po' la testa per il disagio.
«Dragon Slayer?» sussultò lei, ancora più euforica. «Come Natsu! Che forza!»
«Sono molto più forte di Salamander!» rispose Gajeel, ferito nell'orgoglio per essere stato messo a pari livello con Natsu.
«Davvero? Avete già combattuto?» chiese Priscilla, con ingenua curiosità. Gajeel non ebbe la forza di rispondere o avrebbe dovuto ammettere di essere stato battuto, perciò si limitò a girarsi dall'altro lato e ringhiarle contro: «Ma non hai nessun altro da importunare tu?»
«Ha già fatto amicizia» ridacchiò Mirajane.
«Tipico di Priscilla» annuì Makarov, mettendosi a sedere sul bancone e guardando sua nipote che continuava a importunare il nuovo arrivato con domande e quel suo modo di fare esuberante e rumoroso. «Ma mi piacerebbe che per una volta fosse sincera».
«Si preoccupa sempre tanto per lei, Master» osservò Mirajane. «A me sembra che stia bene».
Makarov si lasciò sfuggire un verso pensieroso, poco convinto.
«Lu-chan! Bentornati!» la voce di Levy attirò la loro attenzione, mentre sulla soglia salutava Lucy e il resto del gruppo, di ritorno da un'altra delle loro estenuanti missioni. «Levy-chan!» ricambiò il saluto Lucy.
«Siete finalmente tornati, branco di stupidi» commentò Makarov, avvicinandosi a loro. Aveva fatto un cenno e dietro di lui ora camminava Lluvia, vestita di un abito più solare e un taglio di capelli più sbarazzino. «Vi presento un nuovo membro della gilda: Lluvia»
«Oh, anche lei è entrata in Fairy Tail!» osservò Priscilla, seduta ancora al tavolo di Gajeel.
«Lluvia è felice di lavorare con voi!» salutò lei, sorridendo allegra.
«Alla fine sei entrata veramente» commentò Gray, ricambiando il sorriso.
«Lluvia darà il massimo!» disse lei, sempre più felice.
«Buona fortuna!» le disse Lucy, ma a lei non fu riservato lo stesso sorriso e la stessa allegria. Lluvia parve incupirsi improvvisamente e la fulminò nel peggiore dei modi, facendole venire la pelle d'oca. Priscilla scoppiò a ridere tanto forte nel vederla che attirò su di sé l'attenzione, mentre esclamava: «Ma che le hai fatto?»
«Priscilla!» salutò Lucy, felice di vederla di nuovo svolazzare per la gilda -cosa che stava già facendo, dopo aver abbandonato la scomodità della panca. Sembrava una fatina a cui piaceva esplorare in giro e si adattava incredibilmente al nome della loro gilda.
«Sei tornata anche tu!» le diede corda Erza, altrettanto allegra. Ma subito gli occhi dei presenti caddero su Gajeel, alle sue spalle, e si rabbuiarono.
«Ehy...» ringhiò Natsu per primo.
«Lui che ci fa qui?» strinse i pugni Erza.
«Stiamo scherzando, vero?» chiese anche Gray, mettendosi già in posizione per cominciare a combattere.
«Aspettate!» intervenne Lluvia, preoccupata. «L'ha portato Lluvia qui!»
«Lui è un nuovo membro!» disse Priscilla, rompendo la tensione con quella sua solita allegria che tanto faceva a pugni con la situazione. «Si chiama Gajeel!»
«Sanno già come mi chiamo» intervenne Gajeel furioso. «E non presentarmi come se fossi un tuo amico!»
«Lluvia è una cosa, ma lui è direttamente responsabile della distruzione della gilda» brontolò Erza, per niente contenta della novità.
«Su, su! Sapete come si dice. I nemici di ieri sono gli amici di oggi» intervenne Makarov.
«E-esatto! Non sono agitata, d-davvero» tremolò Levy, nascosta dietro al tavolino. Fu certamente poco convincente, ma era comunque più ben disposta del resto dei suoi compagni.
«Questo è uno scherzo! Vi aspettate che io possa lavorare insieme a questo qui?» ringhiò Natsu, avvicinandosi a lui a pugni stretti.
«Non preoccuparti» rispose Gajeel con un sorriso arrogante. «Non ho intenzione di dividere il lavoro con te».
Si alzò in piedi, pronto a sfidarlo e guardarlo alla sua stessa altezza. «Ho solo bisogno di lavorare, tutto qui. Anche se alla fine non mi sarei aspettato di ritrovarmi a lavorare in una gilda così brutta e piccolina come questa» disse provocatorio.
«Prova a ripeterlo?!» ruggì Natsu.
«Gajeel-kun sembrava così solo, Lluvia non poteva abbandonarlo!» piagnucolò Lluvia nel tentativo di giustificarsi e cercare una pace per quella che sembrava una rissa sul nascere.
«Si picchiano!» commentò Priscilla interessata, volando al loro fianco con un pacco di biscotti sotto mano e un paio già in bocca. «E quelli da dove sono sbucati?» chiese Lucy, sorpresa per la sua reazione che faceva addirittura pensare che non aspettasse altro.
«Io tifo per Gajeel!» aggiunse Priscilla e Natsu la guardò pietrificato, riuscendo solo a sibilare uno sconsolato: «Priscilla».
La ragazza ridacchiò divertita, per niente dispiaciuta per aver ferito i sentimenti dell'amico, ma ancora una volta fu una di quelle risate che la salvavano dal dare una vera risposta.
«È dovere di noi anziani aiutare i giovani che hanno perso la strada a ritrovare il giusto sentiero» spiegò Makarov. «In fondo, non è un cattivo ragazzo, sapete?» disse, prima di aggiungere un beffardo: «Almeno spero».
«Se è questa la sua decisione, master...» si arrese Erza. «Ma dovremmo perlomeno avere qualcuno che lo tenga d'occhio per un primo periodo».
«Io mi offro volontaria!» rispose Priscilla, alzando una mano entusiasta.
«Non se ne parla, sei una pazzoide, stammi alla larga!» ringhiò Gajeel.
«E pensare che tu invece mi stai simpatico» borbottò lei, imbronciata. «Non sei molto gentile, lo sai?»
«Ricordi che ti ho quasi uccisa? Sei psicopatica?» ruggì Gajeel, sempre più furibondo e al limite della sanità mentale.
«Piccolo ingenuo Gajeel-chan» mormorò lei, svolazzandogli a fianco. Gli avvolse la testa tra le braccia e se lo tirò al petto, in un imbarazzante abbraccio consolatorio. «Credeva davvero di avermi quasi uccisa. Che tenero» gli disse lei dandogli un paio di carezze materne sulla testa. Gajeel ebbe appena il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che non riuscì a reagire in altro modo se non urlando per la disperazione e tentando di togliersi la ragazza di dosso.
«Forse sto per dire una pazzia, ma non mi sento molto contraria all'idea che sia Priscilla a occuparsene» disse Erza, vagamente divertita e in parte rassicurata nel vedere l'innocenza di quella scena.
«Sono d'accordo» annuì Makarov.
«Non mi sento a mio agio qui» borbottò invece Natsu, affondando la testa nella sua sciarpa. Dimenticò presto la faccenda Gajeel e si allontanò, infastidito.
Gajeel rese il suo braccio di ferro e poggiandolo sullo stomaco di Priscilla lo allungò, spingendola a debita distanza. «Stammi lontano!»
«Non ti farai mai degli amici con questo atteggiamento, lo sai?» bofonchiò lei, poggiando un gomito sul braccio ancora premuto contro il suo ventre.
«Non voglio farmeli!» rispose lui a tono.
La luce si spense improvvisamente nella sala e questo riuscì a farli smettere di litigare. Il palco, nel buio, aprì la propria tenda e solo allora un fascio di luce si accese su di esso. Mirajane sedeva al centro, con in mano una chitarra e su un bel vestito.
«Ora canterò una canzone per inaugurare la nuova gilda e per il ritorno di Natsu e gli altri» annunciò lei, sorridente. Priscilla sorrise all'annuncio e decise di lasciare in pace Gajeel, prendendo un posto a sedere. Poggiò il volto sulle mani aperte, i gomiti al tavolo, e felice di poter di nuovo ascoltare la voce melodiosa di Mira attese che cominciasse a cantare. Suonò un accordo di preparazione e il resto della gilda cominciò ad emozionarsi ed incitarla.
Infine Mira cominciò a cantare con voce soave e morbida.
«Gentilmente tocco il tavolo dove eri solito sederti
Sola con le ombre un altro giorno ancora
Guardo in alto nel cielo e sussurro una preghiera
Anche tu sei da qualche parte, sotto questo vasto cielo» Un leggero pizzicore all'altezza del petto e Priscilla si ritrovò improvvisamente a dover combattere con una nuova tristezza. Le parole di Mira erano così vere...
«Sopporto con le lacrime agli occhi, anche se tremo
E anche quando l'oscurità minaccia di inghiottirmi
Non dimenticare...»
Abbassò lo sguardo, combattuta, prima di non riuscire a trattenersi dal volgere lo sguardo a un tavolo ora vuoto, vicino alla finestra. C'era un tavolo come quello, nella gilda precedente. Riuscì a vederci seduti i fantasmi di un ricordo vecchio qualche anno. Ormai adolescenti, seduti l'uno di fronte all'altra, parlavano e ridevano. Priscilla era sempre quella più vivace tra i due, mentre Laxus si limitava a guardarla, ascoltarla e sorridergli. Si vedeva, mentre si alzava in piedi per l'enfasi del racconto, e lui che l'ascoltava sorridente.
Così vecchio... eppure ancora così vivido.
«Qui ci sarà sempre un posto per te
Qui ci sarà sempre un posto per te, per tornare a casa
E qui le persone aspettano te».
La canzone terminò in un coro di applausi, ma Priscilla non riuscì neanche a sentirli, troppo presa com'era nel ricordare quei due ragazzini spensierati e felici che erano stati un tempo. L'avrebbe aspettato, esattamente come dicevano le parole della canzone di Mira, l'avrebbe aspettato anche per sempre e avrebbe dato tutta se stessa per assicurargli sempre un posto dove tornare.
Era la sua promessa.
La luce tornò a spegnersi improvvisamente, per poi riaccendersi pochi istanti dopo.
«Cosa?!» sentì Natsu gridare sorpreso, seguito da una serie di lamenti e frasi altrettanto sconvolte. Questo riuscì ad attirare nuovamente la sua attenzione e strapparla da quel ricordo tanto magnetico da avere più la forma di un buco nero da cui con difficoltà ne sarebbe uscita.
Si voltò nuovamente verso il palco, lasciando le ombre del suo passato dissiparsi nei raggi della luna che penetrava dalla finestra. Gajeel era ora seduto al posto di Mira, vestito con un elegante abito bianco, occhiali scuri e una chitarra tra le mani.
«Eh?!» Priscilla spalancò gli occhi per la sorpresa, ma ora in lei bruciava un'intensa curiosità.
«Questa è una canzone che ho scritto io stesso» annunciò Gajeel. «Vorrei che tutti la sentissero».
Il pubblicò cominciò a lanciare cibo e stoviglie contro il palco, brontolando e insultando, ma Gajeel non si scompose minimamente. Quel nuovo aspetto faceva a pugni con il rozzo e scorbutico Gajeel di appena cinque minuti prima, era talmente surreale da essere comico. Priscilla trattenne una risata, portandosi una mano alle labbra, più divertita da quella faccenda di quanto avesse mai potuto anche solo immaginare. Sghignazzò qualche istante, prima di trovare la forza di gridare incoraggiante: «Vai Gajeel-kun! Sei tutti noi!»
«Stai scherzando?» ringhiò uno dei suoi compagni, al suo fianco.
«Non dirlo neanche per scherzo, che poi finisce che ci crede!» gli fece eco l'amico. Ma Priscilla non potè che ridere ancora.
«Colorata colorata
Shooby-doo-bop
La melodia dell'amore, metallico acciaio» Cominciò a cantare Gajeel con voce gracchiante e colpi di chitarra secchi.
«Niente male!» commentò Elfman esaltato.
«Vai Gajeel-kun!» tifò Lluvia.
«Sì!» dissero in coro Macao, Max e Wakaba, altrettanto esaltati. Priscilla rise tanto forte che le vennero le lacrime agli occhi e cominciò a ondeggiare per aria, sgambettando come una bambina e tenendosi la pancia.
«Doo-doo-bop shalala
shalala
Mordendo in profondità e assaggiando il dolce miele» Continuò imperterrito Gajeel ignorando tutto ciò che gli veniva tirato addosso e che ora andava accumulandosi sul palco.
«Non ho mai sentito una canzone più schifosa di questa!» ringhiò Natsu, tappandosi le orecchie. In tutta risposta Gajeel, ora scocciato, gli lanciò addosso la sua stessa chitarra.
«Le vuoi prendere?» ringhiò ancora Natsu e Gajeel non attese molto a saltargli incontro a gamba tesa, pronto a colpirlo. Natsu fu pronto di riflessi e bloccò il suo colpo con un calcio a sua volta, incrociandosi così gamba contro gamba. E infine fu un tumulto di pugni, calci e testate date senza una ragion logica. Priscilla gli volò a fianco rapidamente e alzando un braccio al cielo urlò, eccitata: «Vai, metticela tutta!»
«Stai facendo il tifo?» chiese Lucy, sconvolta.
«Priscilla! Mille Jewels che Natsu resta in piedi per ultimo» si avvicinò Happy.
«Io punto su Gajeel!» disse decisa Priscilla, allungando una mano verso Happy per stringere la sua zampa in segno di accordo.
«Avete veramente scommesso su una rissa?» chiese Lucy, sempre più sconvolta, ma ancora nessuno la degnò di considerazione.
Priscilla lanciò un urlo carico, prima di cominciare a gridare con fervore: «Non farti fregare! Forza! Più forte! Più forte!»
«Un gancio, Natsu! Dagli un gancio destro!» disse Happy, con lo stesso fervore.
«Insomma! Basta urlare!» intervenne Gray, infastidito, ma alzandosi di scatto colpì il braccio di Erza e le fece cadere di mano la torta che stava mangiando. Erza la guardò con le lacrime agli occhi, mormorando: «La mia torta alle fragole».
Il potente piede di Elfman entrò nel suo campo visivo e le diede il colpo di grazia, schiacciando la torta con potenza, mentre gridava: «Dannazione ragazzi! I veri uomini non fanno tutto questo casino!»
«Chiudi il becco!» ruggì Erza, ora furibonda, e con un calcio lo scaraventò contro un tavolo, distruggendolo. Chi sedeva a quel tavolo non trovò la cosa di loro gradimento e si alzarono, urlando e menando mani a loro volta. Nella colluttazione un bicchiere venne colpito, un altro lanciato, una gomitata arrivò ad una nuca e ognuno di loro, offeso e infastidito, reagiva buttandosi nella mischia contro chiunque gli fosse a tiro.
«Insomma, qualcuno li fermi!» disse Macao, innervosito.
«Non pensarci nemmeno!» lo fulminò Priscilla, interrompendo il suo tifo solo per quello. «Vuoi botte, eh?» chiese Happy, altrettanto furioso. Avevano una scommessa aperta, nessuno doveva interferire.
Alla fine, a notte fonda, le acque si calmarono da sole per il semplice motivo che nessuno aveva più le forze di continuare. Persino Happy e Priscilla, stanchi di agitarsi e tifare, alla fine si erano addormentati uno di fianco all'altro su di un tavolino e russavano rumorosamente tanto quanto i loro compagni uomini.
Quella era la vera Fairy Tail.


«Eh?» Aveva sobbalzato Lucy. «Parti di già?»
Priscilla aveva annuito nel momento in cui chiudeva la propria borsa, riempita con cibo soprattutto.
«Mistgun ti mette proprio sotto, eh?» aveva commentato Erza, con un sorriso divertito sulle labbra.
«Non c'entra Mistgun. Questa volta andrò da sola» aveva detto Priscilla, rubando un paio di dolcetti da una biscottiera. «In realtà... credo che d'ora in avanti sarò sempre sola» aveva poi mormorato, pensierosa. Faceva uno strano effetto pensare che non l'avrebbe più affiancato, non se n'era mai accorta ma era effettivamente diventato uno dei punti cardine della sua vita negli ultimi anni.
«Eh? Avete litigato?» chiese Lucy, preoccupata.
«No, tranquilla» aveva ridacchiato Priscilla, serena. «Semplicemente il nostro accordo si è concluso qui. Lui non serve più a me e io non servo a lui. Ora è bene che percorra da sola i miei passi».
«Inizierai a portare a termine qualche missione per conto tuo?» chiese Erza, curiosa.
«Chissà, magari se ne avrò bisogno» aveva risposto Priscilla.
«Potresti fare molto, se solo lo volessi, lo sai?» insisté Erza, scoraggiata nel vederla ancora così distante dai valori di una gilda di maghi. Sembrava non interessarle, nonostante tutta la gioia che portava con sé ogni volta che varcava quella soglia.
«Me lo ripetete in tanti. È bello sapere che avete così tanta fiducia in me» ridacchiò lei, sistemandosi la borsa sulle spalle. «Siete così umani...vi invidio un po'».
Quel sorriso che ancora trasmetteva tanto, ma tutto sbagliato. Era la cosa più assurda che ci fosse, era sincero, fiorente e rigoglioso, ma proprio per questo risultava anche enormemente triste.
«Dove andrai, adesso? Hai preso qualche incarico?» chiese Lucy, curiosa.
«Potremmo venire con te. La compagnia è sempre piacevole nei viaggi» si offrì Erza, ma Lucy sussultò, contrariata: «C'è il festival del raccolto domani!» disse, sperando semplicemente Erza se ne fosse dimenticata. L'indomani l'intera Magnolia sarebbe stata addobbata a festa e, cosa più importante, ci sarebbe stato il concorso di bellezza che le avrebbe permesso di vincere tanti soldi da potersi pagare almeno sei mesi di affitto.
«Lasceresti veramente sola un'amica per un festival che cade tutti gli anni?» la rimproverò Erza.
"Amica..." sussultò Priscilla, guardando Erza con occhi sorpresi. La consideravano un'amica... per quale motivo? La loro semplicità era incredibile, tanto che Priscilla si ritrovò a intenerirsi. Era bastato così poco per farla entrare nel cerchio delle loro amicizie. Quelle persone erano sempre più incredibile ai suoi occhi, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come loro.
"Un'amica..." era dolce persino anche solo pensarlo. Dolce e triste allo stesso tempo. Se solo avessero saputo...
«No, ecco... però...» balbettò Lucy, imbarazzata ma soprattutto spaventata dalla furia di Erza.
«Non preoccuparti, Lucy» rise Priscilla, vedendola in estrema difficoltà. Fece loro un occhiolino complice e rassicurante, prima di spiegare: «È una faccenda personale, preferirei arrangiarmi da sola. Partecipa pure al festival, possiamo andare insieme in missione un'altra volta».
Una rassicurazione per Erza e una per Lucy, così da placare entrambi i loro animi con un'espressione sola. Nessuna di loro si sarebbe opposta al lasciarla sola a svolgere la sua "faccenda personale".
«Sicura di non aver bisogno di niente?» chiese Erza.
«Sì, sì. Stai tranquilla, tornerò presto» e caricandosi la borsa in spalla, se n'era infine andata. Diretta a nord.
"Wendy Marvell".
Doveva trovarla, aveva deciso. Doveva trovarla e riuscire a parlarle. Ne valeva della sua vita... e l'idea di aver trovato finalmente una via d'uscita, anche se flebile, anche se una semplice supposizione, la riempiva di coraggio ed eccitazione. Non era riuscita ad aspettare altro tempo ed era subito partita, alla volta della gilda Cat Shelter. 

~{Fairy Tail}~ La bambina di carta ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora