«Wendy! Wendy!» una voce allarmata, familiare. «Priscilla! Maledizione! Cosa è successo qua?» riusciva a sentirla, ma non ebbe nemmeno il coraggio di aprire gli occhi e accertarsi della sua provenienza.
«Charle, Lily! Resistete!» un'altra voce, ovviamente sempre insieme a lui. Il corpo abbandonato a terra, non aveva la forza di muoverlo, ma non solo per le ferite che ancora bruciavano su ogni angolo del suo corpo.
«Natsu-san» la voce debole di Wendy, che pian piano riprendeva conoscenza.
«Chi è stato?» ruggì Natsu, furibondo. «Sei stato tu, eh?!»
«Natsu-san, quell'uomo fa parte del Concilio della magia» spiegò debole Wendy, probabilmente riferito a Mest, preso sicuramente di mira da Natsu. Non appena Priscilla l'aveva smascherato apertamente, l'effetto della sua magia manipolatrice dei ricordi era svanito e anche Natsu era tornato ad avere dei ricordi normali... dove Mest non esisteva.
Natsu urlò spaventato, prima di esclamare: «Il nostro nemico è il Concilio?!»
«No» la voce di Charle, altrettanto rotta dal dolore. «Il nemico è Grimoire Hearts».
«Priscilla» il tono addolorato di Happy, proprio vicino al suo orecchio adesso, prima di poter sentire la sua stessa voce rotta da dei singhiozzi. Quando aveva cominciato a piangere? Il viso veniva lavato via dal sangue e dalla polvere con un'ondata di dolore tanto abbondante che nemmeno la sua mano tremante riuscì a pulirla via, tanto altre lacrime nascevano subito dopo a prendere il posto delle prime.
«Natsu» lamentò, senza aprire gli occhi. «Mi dispiace».
Si portò entrambe le mani al viso, nascondendolo, e al suo interno esplose nel pianto più addolorato che avesse mai subito. «Mi dispiace» singhiozzò. «Non sono... io... ho avuto paura... non ho potuto... Fairy Tail... Fairy Tail è in pericolo... è colpa mia».
«Che stai dicendo?» la voce inquietantemente seria di Natsu, appena sopra la sua testa. E Priscilla trovò finalmente il coraggio di aprire gli occhi e guardare il suo amico, avvolto dalla nebbia offuscante delle lacrime incessanti.
«Credi che gli esseri umani non provino mai paura?» una domanda, una provocazione mirata al suo desiderio di essere come loro che diventava ogni giorno più ridicolo perché lei lo era già. Lei era umana, ma continuava a non capirlo.
«La paura, la rabbia, il dolore e la tristezza... finché proverai tutto questo non smetterai mai di vivere. E non smetterai mai di diventare più forte perché proprio queste emozioni ti daranno dei limiti da superare».
Per quanto le lacrime non smisero di scorrere, il dolore nel petto di Priscilla parve rendersi più leggero di fronte a quelle incoraggianti parole. Non aveva commesso nessun errore, nessuno la riteneva inutile, nessuno voleva sbarazzarsi di lei e lei poteva continuare a rialzarsi con onore accanto ai proprio amici. Amici... era davvero quello il significato di tutto. Era così bello averli al proprio fianco, porgere la propria mano in aiuto di chi si allungava disperato.
Un sorriso, triste ma rassicurato, tra le lacrime.
«Un simile discorso non è da te» ridacchiò, cercando di sdrammatizzare.
«Non l'ha pensata lui, infatti, è quello che gli ha detto Gildarts durante la prima prova!» spiegò Happy con innocenza, ferendo l'orgoglio di Natsu che aveva tanto desiderato farsi portatore di una così bella verità.
Nacque tra i due un piccolo bisticcio, fine a se stesso, senza neanche troppo senso nelle parole che si scambiavano e questo riuscì a tirar su di morale ancora di più Priscilla. Si asciugò le guance e infine si rialzò, guardando il resto dei suoi compagni tutti intorno.
«Sono felice che siate tutti vivi, per lo meno» confessò.
«Mi dispiace non essere stata di grande aiuto» mormorò Wendy, affossando la testa tra le spalle. Priscilla negò con la testa prima di dirle: «Senza il tuo Vernier e Arms non avrei potuto combattere così a lungo e sarei caduta al primo colpo. Sei stata brava, sei migliorata molto nel suo utilizzo».
«Mi sono allenata tanto!» confessò Wendy, abbozzando un sorriso orgoglioso.
«Ehy... cos'è quello?» balbettò Lily, con lo sguardo rivolto al cielo. Natsu e Happy smisero di bisticciare e, come gli altri compagni, alzarono lo sguardo a guardare lo stesso punto fissato da un Lily pallido e spaventato. Qualcosa volava nel cielo lasciandosi alle spalle una scia come quella degli aerei, forse utilizzando un jetpack. Sembrava proprio una persona, ma chi fosse e cosa ci facesse lassù era un mistero. Da lui partivano una serie di oggetti dalla forma sferica, che lasciava cadere a terra come una pioggia. Erano centinaia, forse migliaia, e cadevano su tutta l'isola man mano che l'uomo la sorvolava. Bolle luccicanti della grandezza di un pugno che non appena raggiunsero terra si ruppero, facendo uscire esseri umani che tornarono della loro statura originale. Priscilla e Wendy saltarono in piedi e corsero vicino agli altri, radunandosi e mettendosi in guardia.
«Chi sono?» chiese Wendy, guardandoli spaventata. Furono le loro armi e i loro sguardi poco amichevoli rivolti a loro a dare la risposta.
«Nemici» disse Natsu, irrigidendosi e preparandosi a combattere.
«Ancora?» lamentò Charle, spaventata.
«Non abbiamo avuto tempo di recuperare le forze» si unì Lily, ristretto nella sua forma più debole e incapace di tornare grande abbastanza da poter tenere testa a tutte quelle persone. Eppure, nonostante fossero già numerosi, continuavano a cadere dal cielo senza accennare a fermarsi.
«Sono veramente tanti... sarà un bel problema» disse Priscilla, preoccupata. Lily aveva ragione, avevano consumato praticamente quasi tutta la magia contro Azuma e ora non erano pronti a una battaglia di quel calibro. Se poi tra loro ci fosse stato anche solo uno della forza pari a quella del nemico che li aveva appena sconfitti era veramente la fine per loro.
«Caricano!» disse Happy vedendo i primi di quell'infinito esercito impugnare le armi e lanciarsi contro di loro.
«Fatevi sotto!» ruggì Natsu, prima di cominciare a sputare fuoco e travolgere i primi venti.
«Non abbiamo altra scelta, Wendy!» disse Priscilla e la ragazzina, a quel richiamo, cominciò ad aspirare quanta più aria poté, mangiando il suo naturale elemento per cercare di rafforzarsi almeno un po'. Priscilla tentò di generare del vento intorno a loro, per proteggere almeno la ragazzina e darle così il tempo di rigenerarsi, ma fu tremendamente debole e la costrinse a dover intervenire personalmente nel corpo a corpo. Per tutta la vita non aveva fatto che uso della magia, il corpo a corpo riusciva a sostenerlo solo se rinforzata dalla potenza del proprio vento che rendevano i propri calci e pugni più come armi pesanti, ma in quelle condizioni era tremendamente svantaggiata. Uno di loro la colpì e la lanciò a terra, mentre altri saltarono e si preparavano a trafiggerla con le proprie armi.
«Priscilla!» sussultò Charle, guardandola con preoccupazione.
«Leon!» gridò lei un istante prima che le armi la raggiungessero.
«Leon?» chiese Natsu, storcendo il viso in un'espressione confusa al limite dell'imbecillità. La metà del corpo che Leon aveva regalato a Priscilla durante la battaglia con Nirvana emerse improvvisamente, dissolvendo la pelle e la carne, rafforzandosi e prendendone il loro posto. Priscilla semplicemente espose ai colpi quella parte di corpo, proteggendo il resto. Le armi che andarono a schiantarsi contro il ghiaccio di Leon, nel corpo di Priscilla, si ruppero e si incrinarono trovandosi di fronte a un ostacolo ben più duro di quanto si fossero aspettati. Quello era ghiaccio magico, non si sarebbe rotto con tale facilità.
«Un demone...» balbettò qualcuno, guardando spaventato la ragazza che si rialzava da terra.
«Un mostro di ghiaccio» lamentò qualcun altro, intimorito.
«La benedizione del mio amico non mi ha mai abbandonata» sorrise lei, soddisfatta della riuscita del suo piano. «Avete la più pallida idea di cosa significhi avere dei compagni?» ruggì allungando verso loro la mano sinistra, completamente di ghiaccio, e facendo nascere dal suo interno una tempesta di ghiaccio e neve che li travolse.
«Quand'è che Gray ti ha rivestita di ghiaccio e ti ha insegnato la sua magia?!» sobbalzò Natsu, strabuzzando gli occhi.
«Questo è il corpo che mi ha dato Leon nella foresta di Nirvana, che c'entra Gray?!» lo rimproverò Priscilla, offesa che non lo avesse riconosciuto.
«Natsu, te lo sei già dimenticato?» disse scoraggiato Happy.
«Non distraetevi!» li rimproverò Lily, saltando e tirando un calcio in faccia a uno dei loro nemici.
«Ruggito del drago del cielo!» l'urlo di Wendy anticipò la sua mossa e il suo ruggito, potente nel suo vortice d'aria, travolse gran parte di quei nemici. Aveva appena finito il pasto, si era ripresa, non del tutto ma abbastanza da poter combattere ancora.
«Ben fatto Wendy-chan!» disse Priscilla. «Ora tocca a me!»
Alzò lentamente le braccia dal busto, allargandole, fino all'altezza delle spalle. Tirate indietro, i palmi ben aperti, e infine ruotando il polso chiuse le dita come a voler stringere e catturare qualcosa.
«Richiamo dell'Anima!» il vento cominciò a confluire tutto intorno a quei palmi, infilandosi nelle fessure tra le dita, confluendo al suo interno come risucchiato da un buco nero.
«Che succede?!» gridò Natsu, riparandosi la faccia e guardando Priscilla che, a occhi chiusi, galleggiava e veniva inghiottita dal quel vento che si infilava in ogni ferita e ogni fessura, penetrando dentro lei.
«Su Edoras Priscilla-nee si è unita a Anima per invertirne il flusso, ha scoperto che traccia di quella magia è rimasta all'interno del suo corpo come è stato per il ghiaccio di Leon» spiegò Wendy, lanciando un attacco contro un gruppo di nemici che certo non avrebbero aspettato che Priscilla completasse la sua magia.
«Sta risucchiando l'Ethernano presente nell'aria, usando proprio il vento come mezzo veicolante, così da ricaricarsi di magia. Non funziona molto, ci mette tanto tempo e si ricarica solo di un po', ma è abbastanza per permetterle di riprendere a combattere almeno un altro po'» si accodò Charle, aggrappata a Wendy per non essere spazzata via dal vento di Priscilla.
«Dobbiamo proteggerla fino a quando non avrà finito, Natsu-san!» disse Wendy e Natsu sorrise , tirandosi su una manica. «Sono tutto infuocato» ridacchiò, prima di tirare indietro la testa e ruggire, sputando altro fuoco per eliminare le persone che avevano puntato all'unica che in quel momento non sembrava essere in grado di difendersi.
E mentre Priscilla continuava a nutrirsi e alimentarsi dell'Ethernano dell'aria, il resto dei suoi compagni la circondarono, combattendo contro i soldati che nonostante tutto ancora non smettevano di cadere dall'alto. Sempre di più, sempre più a lungo, sembravano infiniti ma non si persero d'animo. Infine un colpo di vento più potente di altri li spazzò tutti via.
«Che...» disse Natsu, guardandosi attorno.
«Sono tornata» disse Priscilla, tornando a poggiare i piedi a terra.
«Ci hai messo troppo tempo» la rimproverò Natsu, guardandola storta.
«È complicata da usare, non è colpa mia!» rispose lei a tono.
«Ma quindi anche Nirvana è rimasta dentro te?» chiese Happy, volandole accanto.
«Nirvana?» chiese confuso Natsu e Happy lo rimproverò con un: «Natsu! Ti sei dimenticato anche questo?»
«Sia Nirvana che Anima sono magie da cui mi sono separata volontariamente, per questo al contrario di quella di Leon che è rimasta permanente e forte dentro me, ho solo alcune tracce che posso utilizzare poche volte e che comunque restano particolarmente deboli. Con Anima, hai visto, ci ho messo veramente molto e ho recuperato solo un quarto della mia energia, mentre Nirvana ho visto posso usarla per cambiare le intenzioni solo di esseri deboli e inferiori intorno a me. Animali, per lo più, magari i meno potenti... e umani particolarmente stupidi, ma a volte nemmeno quello» spiegò lei, felice di essere riuscita finalmente a capire quali effetti avevano avuto quelle due magie su di lei. Aveva studiato a lungo, in quei mesi, per esaminarne gli effetti, terrorizzata all'idea che potessero avere entrambe conseguenze negative. Entrambe, come la magia di Leon, avevano effetti secondari su cui non aveva controllo. Nirvana, ad esempio, la rendeva particolarmente suscettibile e la portava facilmente a perdere la testa per piccolezze, rendendola estremamente emotiva. La rabbia che la portava a diventare più forte o la paura che aveva provato poco prima, tutto era intensificato, forse proprio per quel motivo aveva vissuto quella sconfitta come qualcosa di estremamente doloroso o aveva passato i giorni su Edoras, a casa di Ivan, come uno spettro abbandonato a se stesso. Poteva renderla più forte o più debole, a seconda delle emozioni che provava, in base alla direzione che prendeva poteva essere più o meno favorevole, ma niente di esagerato e pericoloso. Se si sforzava poteva usarla a suo vantaggio, ma come aveva detto anche a Happy e Natsu funzionava con un enorme spreco di energia e solo su esseri dalla volontà e dall'intelligenza nettamente inferiori. Un potere abbastanza inutile, in fin dei conti. Al contrario delle tracce di Anima che invece le era risultato particolarmente utile: in generale il recupero delle energie si era accelerato e proprio notando quell'effetto si era spinta per studiare e capirne di più. Aveva visto che il tempo di recupero era praticamente dimezzato, rispetto a quanto era abituata, e studiandolo aveva scoperto di poter utilizzare Anima volontariamente come aveva appena fatto per recuperare in breve tempo parte della sua magia. Era utile in battaglia, anche se richiedeva tempo per la sua esecuzione e aveva un numero limitato di utilizzi al giorno.
«Ne arrivano altri!» disse Lily, puntando il dito verso il cielo, dove altre bolle luccicanti scendevano verso terra.
«Fatevi sotto!» esclamò Natsu, eccitato.
«Sono tutta infuocata» sorrise Priscilla, pronta a rimettersi in pista.
Uomini comparvero a decine di fronte a loro e Priscilla allungò una mano, pronta a spazzarli via come aveva appena fatto con il resto dei loro compagni, ma la terra tremò improvvisamente e questo bastò a distrarla.
«Che succede?!» lamentò Wendy, allargando le gambe per evitare di perdere l'equilibrio e cadere a terra.
«Trema tutto!» disse Lily, spaventato.
«Che magia potente...» commentò Natsu, percependo l'effetto di una magia come causa di quanto stava accadendo. Il tremolio si fece più intenso, tanto che squarci si aprirono nel terreno e alberi crollarono al suolo.
«Attenti!» disse Lily, mentre Wendy urlava spaventata.
Un sussulto, una strana sensazione al petto, e Priscilla si voltò verso il nulla come se avesse appena sentito una voce. Si portò una mano al petto, accorgendosi del suo battito accelerato, rimanendone sorpresa.
«Ho una brutta sensazione...» disse preoccupata, chiedendosi perché mai avesse avuto improvvisamente quel terribile dolore alla bocca dello stomaco, come se ci fosse qualcosa a terrorizzarla e ferirla. Non seppe il motivo, ma si ritrovò a pensare a Makarov e chiedersi dove si trovasse, se stesse bene.
«Priscilla!» la richiamò Lily appena prima che un uomo facesse scendere su di lei la propria spada. Priscilla alzò d'istinto il braccio congelato e la lama del nemico si ruppe contro di essa, facendolo tremare dalla paura.
"C'è qualcosa che non va..." rifletté sentendosi inghiottire da quella terribile sensazione, fremendo di paura e rabbia. Allungò la mano, toccando la fronte del nemico, e un getto d'aria congelata lo lanciò contro altri suoi compagni. I pochi che rimasero coscienti si ritrovarono quasi incapaci a muoversi, tremanti per il troppo freddo.
«Attacco d'ala del drago del fuoco!» ruggì ancora Natsu, colpendo altri nemici. Ancora un tremolio, sudori freddi alla base del collo, e Priscilla si voltò panica in volto verso il Dragon Slayer chiamandolo: «Natsu!»
Natsu si voltò verso di lei e quella fu la sua fortuna. Vide appena in tempo il getto di fuoco nero caricare verso di lui e riuscì a saltare appena in tempo per schivarlo, fortuna che non appartenne anche ai nemici che aveva di fronte che invece vennero carbonizzati dal colpo.
«Santo cielo...» mormorò Wendy, terrorizzata.
«Fuoco nero?» si chiese Natsu, atterrando pochi metri più avanti.
«Va bene così, tanto non eravate alla sua altezza e Grimoire Hearts non ha bisogno di rammolliti» una voce ispida, tagliente nelle sue risatine tra una parola e un'altra.
«Chi è?» gridò Priscilla, voltandosi verso il ragazzo che procedeva verso loro. I capelli lunghi biondi, lo sguardo di un folle e le movenze altrettanto bisbetiche, eppure quella voce era così inquietante.
«Zancrow-sama!» lo chiamarono alcuni degli uomini presenti, guardandolo con ammirazione. «Fate attenzione, Zancrow-sama, quello è il famoso Salamander ed è insieme ad un mostro!».
«Non ho un nome io?!» ruggì Priscilla, offesa di essere per l'ennesima volta chiamata mostro.
«Sono fortissimi!» esclamò un altro e l'espressione di Zancrow cambiò, facendosi cupa, affilata, furiosa.
«Fortissimi?» mormorò. «Credete davvero che al mondo esista qualcuno più forte della famosa gilda Grimoire Hearts?»
«Eh? No... non volevamo...» balbettò qualcuno, intimorito -o forse, meglio, terrorizzato- da quello sguardo.
«Se lo pensate davvero allora potete anche togliervi dai piedi! Grimoire Hearts non ha bisogno di rammolliti!» e con quell'ultimo urlo sentenziatore generò dal palmo della sua mano delle fiamme nere che colpirono le persone che aveva di fronte.
«Ohy!» urlò Natsu, sconvolto quanto il resto dei suoi compagni. «Che stai facendo?!» ruggì.
«I suoi stessi compagni...» mormorò Priscilla, portandosi una mano sconvolta alle labbra. Ma Zancrow rise, libero da ogni senso di colpa, come se non gli appartenesse, come se quelle persone non fossero nemmeno esseri viventi.
«Maledetto! Quelli erano tuoi compagni!» urlò Natsu, furioso. Zancrow spostò lo sguardo su di lui e senza lasciarsi intimorire sparò anche nella sua direzione.
«Le fiamme non hanno effetto su di me!» disse Natsu, spalancando la bocca e preparandosi a mangiarle. L'ondata di fuoco nero lo travolse completamente e, sorprendendo persino lui stesso, lo scaraventò a terra ferito.
«Non riesco a mangiarle...» balbettò Natsu. «Che razza di fiamme sono?»
«Sei un po' ingenuo Dragon Slayer in erba» e Zancrow sparò ancora un'ondata più grossa e potente della precedente.
«Natsu!» urlò Happy, preoccupato, e fu Priscilla a reagire per prima. Volò con rapidità tra Natsu e le fiamme, sparò da entrambe le mani un soffio di vento tale da riuscire a fermare il colpo di Zancrow, rimandandolo indietro per almeno i primi metri.
«Oh...» disse Zancrow con un ghigno divertito.
«Fuoco nero o fuoco rosso non ha importanza, tutte le fiamme sottostanno alla forza del vento!» esclamò Priscilla sforzando ogni muscolo per riuscire a concentrare quanta più magia in quel singolo punto e poter contrastare le fiamme che ancora bruciavano. Zancrow rise ancora in quel suo modo inquietante e semplicemente disse: «Vale anche per le fiamme di un Dio?»
«Dio?» si chiese Priscilla, sbarrando gli occhi. Improvvisamente il getto di fuoco di Zancrow si fece più intenso, più gonfio, e spinse in avanti sfondando la difesa di Priscilla. La ragazza guardò la fiamme attraversare incuranti il suo vento, per niente influenzati da esso, e raggiungerla a gran velocità.
Non venne colpita. Natsu l'afferrò per la maglia in un istante e la lanciò via, verso Wendy, urlando: «Proteggi loro!»
Priscilla rotolò a terra, fino a quando non riuscì a fermarsi di fianco ai suoi compagni e rapida alzò la testa su Natsu appena in tempo per vederlo venir spazzato via dalle fiamme di Zancrow.
«Natsu!!!» urlò, terrorizzata.
Il ragazzo riuscì a restare miracolosamente in piedi, anche se ricoperto da un numero considerevole di ferite, ma lo sguardo del Dragon Slayer emanavano la forza necessaria a non arrendersi.
«Il mio potere è decisamente su un livello superiore al vostro. Io sono un ammazza Divinità: sono un God Slayer» disse Zancrow allargando le braccia con orgoglio.
«God Slayer...» balbettò Wendy, sorpresa.
«Esistono davvero certi tipi di maghi su Earthland?» chiese Lily.
Priscilla restò in ginocchio, col fiato corto, impegnata a riprendere le forze, ma si sistemò ben davanti al resto dei compagni. Natsu le aveva chiesto di proteggerli ed era quello che avrebbe fatto: quell'uomo era pericoloso e lei avrebbe stretto le dita su quel marchio, tenendolo al riparo da ogni tipo di fiamma, da ogni tipo di colpo. Il suo compito era curare Fairy Tail, proteggerli, non si sarebbe tirata indietro.
«Dov'è Mest?» chiese, notando solo in quel momento l'assenza dell'uomo.
«È sparito già da un po', te ne accorgi solo ora?» rispose Charle.
«In una situazione come questa... ci manca solo che arrivi anche il Concilio a dare problemi» digrignò i denti lei, sentendo la preoccupazione aumentare all'altezza del petto. Con un urlo Natsu caricò l'avversario e cominciò a colpirlo con rapidità con pugni e calci, colpi che Zancrow riusciva a parare perfettamente.
«God Slayer un corno! Sei stato cresciuto da un Dio, per caso?» ringhiò, tirando un altro calcio che riuscì almeno a far indietreggiare Zancrow.
«Se consideriamo che Master Hades si avvicina molto alla figura di una divinità, possiamo anche affermare che ho ricevuto questa magia perduta da un Dio» rispose Zancrow, ricambiando uno a uno tutti i colpi che riceveva.
«Perciò te l'ha insegnata un essere umano» ghignò Natsu. «Io invece ho ricevuto la mia da un vero Drago! Fiammata brillante del drago di fuoco!» urlò lanciando una bomba infuocata di dimensioni gigantesche contro il proprio avversario, che non si lasciò atterrire e rispose con la stessa moneta.
«Fiammata brillante del Dio del fuoco!» richiamò lui, lanciando contro la palla di fuoco di Natsu la propria di fuoco nero. L'urto fu tale da coinvolgere anche chi stava semplicemente osservando quell'incredibile scontro e Priscilla scattò davanti ai suoi compagni con un muro di vento, per proteggerli, per quanto le fosse possibile. Quelle fiamme, le fiamme nere del Dio, non rispondevano alle normali leggi fisiche di quel mondo e passavano attraverso la sua magia. Riuscì a indebolirle, ma comunque vennero colpiti dall'onda di calore bruciante e non si salvarono completamente dalle ferite.
«Merda... la mia magia non funziona granché contro di lui» gracchiò Priscilla, tornando a inginocchiarsi per cercare di riprendere forze.
«Dobbiamo avere fiducia in Natsu!» strinse i pugni Happy e Priscilla, per quanto non riuscisse a liberarsi dalla preoccupazione, decise di dargli ascolto e annuì.
«Ora state cominciando a stancarmi» disse Zancrow, voltandosi improvvisamente verso il gruppo in disparte e lanciando le proprie fiamme direttamente verso loro. Priscilla cercò di reagire rapidamente, usando ancora una volta il vento per proteggersi, ma come era già successo poté ben poco e vennero così travolti. Urlarono ma per fortuna vennero colpiti solo dall'ondata di calore di questo e non dal colpo stesso, in quanto in un ultimo sprazzo di disperazione Priscilla aveva usato una corrente ascensionale per lanciare tutti verso l'alto e riuscire almeno a schivare. Aveva comunque fatto male, anche solo l'aria bruciava a contatto con quelle folli fiamme, ma almeno erano ancora vivi.
«Wendy!» chiamò Charle, afferrando la ragazzina in volo.
«Priscilla!» chiamò lily, avvicinandosi al corpo devastato della ragazza.
«Sto bene» gracchiò lei, cercando di rimettersi almeno dritta.
«Ruggito del drago di fuoco!» urlò Natsu, soffiando le proprie fiamme contro il nemico. Ma Zancrow ancora rise vedendosi arrivare addosso il colpo. Spalancò la bocca e non appena fu raggiunto dalle fiamme cominciò a inghiottirle, cibandosene.
«Non è possibile!» sussultò Wendy.
«Sai chi è stato a concedere il fuoco agli umani? È stato un Dio! Non un Drago e nemmeno un altro essere umano. Un Dio!» scoppiò a ridere non appena ebbe finito il pasto. «Erano fiamme davvero gustose! Adesso tocca a me: Ruggito del Dio del fuoco!»
L'ondata di fuoco nero che nacque dall'interno della sua bocca si aprì gigantesca in tutto l'ambiente circostante ed esplose con un boato che fece tremare l'intera isola. Non solo Natsu, a cui aveva mirato, fu colpito, ma persino Priscilla e Wendy nonostante si trovassero a distanza di sicurezza. Il calore scottante, quelle fiamme devastanti, impedì loro di usare ancora la propria magia troppo concentrati sul dolore recatogli. Natsu venne sbalzato via, oltre il dirupo, nella foresta, e lontano da lui anche Priscilla, Wendy e gli Exceed caddero nel vuoto.
«Priscilla-nee!» chiamò Wendy, gattonando rapidamente verso di lei.
«Sto bene» mugolò lei, rialzandosi lentamente. «Come state voi?»
«Niente di rotto per fortuna, ma ce la siamo vista brutta» disse Lily.
«Natsu! Natsu sta bene, vero?» piagnucolò Happy, guardando con preoccupazione verso il dirupo da cui erano appena caduti.
«Natsu ha la pellaccia dura, sono certa che starà già trovando il modo di risalire e tornare a combattere» disse Charle.
«Dovremmo tornare anche noi» azzardò Lily.
«Non sento ulteriori esplosioni o urla provenire da lassù, dubito che Natsu si trovi ancora lì e non è prudente per noi andarci di nostra volontà. Il potere di quell'uomo è incredibile» disse Priscilla, portandosi la mano di ghiaccio sulla spalla destra, dove ardeva ancora un'evidente bruciatura. Il contatto col ghiaccio della seconda metà del suo corpo le recò quasi dolore, ma strinse i denti e cercò di resistere sperando che nel rigenerarsi non avesse consumato più magia di quanta fosse necessaria. Doveva ancora combattere e non poteva usare ancora il potere di Anima per ricaricarsi, era passato troppo poco tempo.
«Priscilla, stai bene?» chiese Happy, preoccupato nel vedere la sua espressione addolorata. Dal viso le colava del sudore, era stremata da tutti quei combattimenti, quasi al limite, e sapere che avevano solo appena iniziato era veramente preoccupante. Lei cercò di sorridere, rincuorante, e annuì.
«Andiamo. Ho visto Natsu cadere da quella parte, cerchiamo di riunirci a lui» disse cominciando a fare strada.
"Ho ancora questa sensazione opprimente nel petto, non riesco a placarla. Sono così preoccupata..." e d'istinto lanciò uno sguardo al cielo sereno, come se avesse sperato di vederci qualcosa in particolare. Magari delle nuvole nere, dei tuoni, a rassicurarla. Sicuramente un gesto dettato dalla paura: era terrorizzata e proprio di fronte a quella primordiale paura aveva sperato di sentire la vicinanza dell'unica persona che fosse mai stata in grado di farla sentire più serena. Chissà dov'era in quel momento.
"Laxus... come vorrei poterti vedere, adesso" una stretta al petto, il desiderio di un abbraccio confortevole. Quelle persone potevano realmente porre fine a Fairy Tail, potevano davvero portare la distruzione tanto temuta. Per quanto cercasse di avere fiducia, non poteva far a meno di sentire la vibrazione del terrore percorrerle tutto il corpo. Si era scontrata prima con Azuma, poi con Zancrow, se anche gli altri adepti di Grimoire Hearts erano come loro... avrebbero davvero potuto sopravvivere? E quel Master Hades paragonabile a un Dio, se persino uno come Zancrow lo ammirava a tal punto, quanto poteva essere forte? Soprattutto, perché suo nonno non era ancora intervenuto e non aveva messo fine a tutto quello con Fairy Law? Quando si erano trovati in difficoltà, di fronte a Phantom Lord, gli era bastato uno schiocco di dita per mettere fine a tutto, per salvarli. Che stesse combattendo anche lui? Che avesse trovato qualcuno così forte da portarlo a desistere?
"Chissà dov'è..." pensò sempre più preoccupata, avanzando con il volto cupo attraverso il bosco.
«Priscilla-nee» mormorò Wendy, guardandola preoccupata. Stava sudando freddo e aveva il volto contratto in un'espressione addolorata. Priscilla cercò di rasserenarsi e tornare con i piedi per terra. Si guardò il palmo della mano destra, stretto ai propri vestiti fino a quel momento e tirò un sospiro.
«Questa è la sensazione della paura» mormorò. «L'ho provata un sacco di altre volte, ma mai in questo modo».
«È colpa di Nirvana, intensifica le tue emozioni» provò a spiegare lei.
«Nirvana intensifica la mia reazione alle emozioni, non loro stesse. Qualcosa... non saprei, c'è qualcosa che...» mormorò, temendo persino nel pronunciare una simile frase. «È mai capitato prima d'ora che Fairy Tail affrontasse una crisi del genere? Siamo tutti qui, su quest'isola, con dei nemici tali da poterci uccidere...»
«Non dirlo nemmeno!» la rimproverò Wendy, intuendo cosa stesse pensando e cosa la intimorisse tanto. Aveva toccato con mano la forza di quelle persone e ne era rimasta terrorizzata, ma la paura non nasceva dal pericolo che lei stessa stava correndo ma da quello derivante per tutte le persone che conosceva. La paura di perdere anche solo uno di quegli amici a cui negli ultimi tempi si era legata fino a quel punto. La vecchia Priscilla, che vedeva Fairy Tail solo come un posto in cui stare, un posto come un altro scelto da Laxus e in cui era entrata per far felice lui e basta, la vecchia Priscilla non aveva mai provato quel genere di sensazioni. La paura verso gli altri, non verso se stessa. Una paura da cui non poteva proteggersi semplicemente nascondendosi in un armadio.
«Io credo in Fairy Tail! Sono sicura che andrà tutto per il meglio!» insisté Wendy e quella passione, quella fiducia, travolsero Priscilla come un'ondata. Era così intensa che per un attimo riuscì persino a crederci.
Un'esplosione e delle fiamme nere che si alzavano nel cielo, da una zona di bosco non troppo distante. Si voltarono a guardarle, spaventati, sapendo perfettamente da chi arrivassero.
«Zancrow» mormorò Charle.
«Starà combattendo ancora contro Natsu? O ha trovato qualcun altro?» chiese Lily.
«Restate qui!» ordinò Priscilla, volando via rapidamente.
«Priscilla-nee!» provò a richiamarla Wendy, ma lei, prima di sparire tra gli alberi, si limitò a ordinare ancora: «Non muovetevi, restate al sicuro!»
Che fosse Natsu il suo avversario, o chiunque altro, non sarebbe rimasta in disparte a guardare. Quelli non erano avversari da sottovalutare e finché avrebbe avuto la forza di combattere l'avrebbe fatto, fino allo sfinimento.
Sbucò all'interno di una radura e lì il cuore parve fermarsi per un attimo. Natsu imprigionato all'interno delle fiamme nere urlava dal dolore mentre queste lo consumavano, incapace di liberarsi e persino di muoversi. Ma ciò che recò al petto di Priscilla una fitta ancora più forte fu vedere Makarov, suo nonno, steso a terra ricoperto di sangue e ferite. Chi l'aveva ridotto in quel modo? Zancrow? Qualcun altro? Il dolore nel petto parve esplodere e prendersi tutto il resto del suo corpo, facendola vibrare come una corda di violino. La sentiva, l'ombra di Nirvana che le offuscava la vista di fronte a quell'assordante rumore di urla e terrore.
Suo nonno...
"Non siamo anche noi la tua famiglia, Priscilla?"
Il nonno che tanto aveva lottato per darle la felicità, combattendo persino contro il suo stesso animo avvilito e le sue convinzioni di non essere degna di trovarsi tra loro. Quel nonno dalla forza inconcepibile, che l'aveva salvata non solo da Phantom Lord ma anche dal peggiore dei suoi incubi.
"E questo che fai ai tuoi figli, Ivan?"
Il giorno che aveva scelto loro, la sua famiglia, a un figlio vile e folle.
"Non alzerai più nemmeno un dito non solo su Laxus e Priscilla, ma sull'intera gilda. Sei esiliato, Ivan".
Il nonno che aveva lottato persino con la follia di un nipote cieco, pur di proteggerla e difenderla, accettando le sue ridicole condizioni solo per vederla di nuovo sorridere.
La vide l'ombra di Nirvana che di fronte a quel sentimento incontrollabile, quella paura folle, le acceccava la vista. Tutto sembrò diventare buio e impercettibile, ma i battiti del suo cuore cominciarono a dirle la verità.
«Io credo in Fairy Tail».
Zancrow non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi del suo arrivo che Priscilla lo centrò in pieno viso con un calcio diretto, usando la potenza del suo vento per caricare il colpo. Zancrow si sorprese, ma non fu solo quello a spingerlo contro il tronco dell'albero contro cui si schiantò. Il potere di quel calcio era stato di gran lunga superiore a tutto il potere che lei avesse mai sprigionato fino ad allora.
«Ci tieni a morire anche tu!» disse lui che, nonostante tutto non aveva ancora mollato la presa su Natsu e continuava a lanciare su di lui fiamme nere che lo logoravano. Allargò quelle fiamme come fossero morbide e in grado di allungarsi e la presero, coinvolgendola in quell'enorme bolla di fuoco e fiamme che stavano logorando Natsu. Ma Priscilla non si mosse, si fece inghiottire, infine svanì come dissolta. Zancrow si guardò attorno, senza riuscire a vederla, ma un tornado cadde dal cielo e centrò in pieno l'albero che aveva alle spalle, disintegrandolo. Pezzi di tronco volarono ovunque ma si fermarono a mezz'aria, ognuno gestito da una corrente diversa. Si direzionarono verso Zancrow e si lanciarono contro di lui. Lui ancora sorrise e la sua fiamma nera lo circondò, allargandosi tanto da bruciare non solo gli alberi che erano stati usati come proiettili -e quindi vanificare l'attacco- ma centrando persino la stessa Priscilla che si scoprì essere non troppo distante.
«Puoi creare illusioni, che brava. Credi che basti questo?» rise lui, guardando Priscilla contorcersi dal dolore.
«Certo che no» disse lei con uno strano sguardo in viso. Nonostante il fuoco la stesse lentamente dilaniando, nonostante tremasse per il dolore, si alzò e lanciò contro Zancrow un'ondata di vento che generata proprio all'interno di quelle fiamme si trasformò in un tornado di fuoco.
«Vuoi colpirmi con la mia stessa magia? Stai scherzando?» rise lui, colpito da un colpo che non gli fece nemmeno un graffio. Priscilla barcollò e per un attimo cedette a quel terribile dolore, mentre parti del suo corpo cominciavano a vaporizzare e bruciare.
«Non posso morire» mormorò. «Devo solo controllare il dolore, ma non posso morire. Posso farcela... io posso restare qui dentro» digrignò i denti e infine lanciò verso il suolo il proprio pugno sinistro, penetrando nel terreno.
"Il vapore del ghiaccio del mio corpo sciolto grazie a queste fiamme, lo userò a mio vantaggio" pensò poco prima di urlare: «Geyser!»
Sotto ai piedi di Zancrow si aprì un varco da cui uscì un getto di aria bollente e vapore, che lo colpì in pieno, ma ancora non ebbe che la sorpresa ma nessun effetto. Si spostò, schivandolo, ma il getto di aria calda cessò nel suo punto precedente ed esplose di nuovo da sotto i suoi piedi aprendo decine di varchi tutti intorno con solo lo scopo di riuscire a centrarlo.
«Quali speranze credi di avere, mocciosa?» rise Zancrow, saltando da una parte all'altra e schivando i colpi del suo Geyser.
«Io nessuna» disse lei con una serietà sconcertante. «Gli Dei hanno creato gli uomini, poi hanno mandato demoni, guerre, epidemie e mostri a distruggerli. Ti sei mai chiesto il perché?»
«Eh?» chiese Zancrow non capendo di cosa stesse parlando.
«Per paura» un sorriso inquietantemente vittorioso, nonostante lei stesse letteralmente bruciando viva. «Gli Dei cominciarono ad aver paura degli uomini perché consapevoli che loro, con la loro mortalità, avrebbero potuto ucciderli. Perché gli uomini, di fronte alla morte, possono solo colpire sempre più duramente... fino a uccidere».
«Stronzate! Il dolore ti sta dando al cervello» disse Zancrow, infastidito da quei discorsi e soprattutto da quello sguardo tanto convinto. Non stava che prendendo colpi, nessuno dei suoi attacchi andava a buon segno, eppure nei suoi occhi non c'era che la sicurezza di chi avrebbe vinto da un momento a un altro.
«Io credo in Fairy Tail» sorrise lei, cessando infine i propri colpi. Si lasciò andare, cadendo a terra, decisa a non combattere oltre, decisa ad arrendersi alla propria fatica.
«Non sottovalutare mai il potere dei sentimenti di un essere umano» disse infine, cadendo a terra. Ma ciò che sorprese Zancrow, più che le sue ultime parole, fu vedere il proprio fuoco lentamente venir dissolto. A occhi spalancati si voltò verso Natsu, che aveva tenuto prigioniero fino a quel momento, e lo trovò incredibilmente libero. A testa indietro, risucchiava e mangiava le sue nere fiamme, fino all'ultima fiammella.
«Non è possibile!» gridò Zancrow, sconvolto. «Non puoi mangiarle, come hai fatto?»
«Ora capisco» mormorò Natsu, carico di una nuova energia. «Mi sono dovuto prima liberare del mio stesso potere magico per riuscire a mangiare le tue, a quanto pare esistono fiamme che vanno mangiate in maniera speciale».
«Vai, Natsu» sorrise Priscilla, stesa a terra, incapace di muoversi ma ancora sveglia.
«Razza di idioti, state cercando di farvi uccidere?!» ruggì Makarov, dal centro della radura.
«Nonno! Sei sveglio!» esclamò Priscilla e sorrise felice.
«Certo che sono sveglio ed è da almeno dieci minuti che ti ordino di fermarti, stupida!»
«Davvero?» strabuzzò gli occhi lei. «Non ti sentivo».
«Sei tale e quale a tuo fratello! Testarda! Non ascolti mai!» si dimenò Makarov, per quanto fosse in grado di muoversi.
«Nessuno di noi morirà, vecchio» disse Natsu, puntando gli occhi severi su un Zancrow che ora cominciava a sudare freddo. «Torneremo a casa, tutti insieme. Fiamma brillante del Dio del Drago!» la fiamma che nacque dal pugno di Natsu, rivolto su Zancrow, brillò e vibrò come nessun'altra fiamma prima di allora. Rossa e nera, dorata e ambrata, cambiava sfumatura a ogni fiamma e Zancrow provò invano a pararlo. La potenza fu tale che nemmeno lui poté sostenerla e finalmente, incapace di combattere ancora, cadde sconfitto.
«Vecchio...» mormorò Natsu, ansimante. «Combattiamo. So che ci sono momenti in cui bisogno ascoltare la propria paura e fuggire via, me lo ha insegnato Gildarts, ci sono limiti per tutti. Ma non è questo il caso. Questa gente ha provato a fare del male a Fairy Tail, dobbiamo fargliela pagare, dobbiamo mostrar loro qual è la nostra forza. Dobbiamo comb...» non riuscì a terminare la frase, che esausto svenne e cadde a terra.
«Natsu!» chiamò Makarov, terrorizzato. Priscilla allungò istintivamente una mano verso di lui e riuscì a generare una corrente sufficiente a evitare che sbattesse a terra, appoggiandolo morbidamente.
«Priscilla-nee!» la voce di Wendy, che correva verso di loro.
«Wendy! Ti avevo detto di aspettare lì» la rimproverò Priscilla, guardandola severa, per quanto le sue condizioni non fossero quelle adatte a una cosa del genere.
«Santo cielo» mormorò Charle, guardando i corpi dei compagni e di Zancrow che aveva di fronte. «Che cosa è successo, qua?»
«Abbiamo vinto!» alzò un braccio Priscilla, contenta, ma il dolore la portarono ad assumere una smorfia e tornare ad appoggiarsi a terra.
«Vi curerò subito!» disse Wendy, correndole incontro.
«No, non io! Parti dal nonno! Ne ha più bisogno» le disse Priscilla, facendole un cenno col capo, e lei decisa annuì.
«Wendy, non hai molta magia. Non esagerare!» cercò di dirle Charle, volandole accanto.
«Non importa! Devo fare qualcosa!» insisté Wendy, alzando le mani sopra la testa di Makarov e cominciando a far brillare il tutto di una luce celestiale.
«Natsu!!!» il lamento di Happy, prima di corrergli incontro preoccupato.
«Priscilla, come ti senti?» chiese Lily, avvicinandosi infine alla ragazza.
«Ehy, socio» ridacchiò lei, ammorbidendosi a terra e poggiando la testa tra le braccia. «Sono distrutta, spero che gli altri sei fratelli del purgatorio mi diano prima qualche minuto per rigenerarmi. Non credo di potermi muovere in queste condizioni».
«Qual era esattamente il piano? Perché sei corsa qui in quel modo?» chiese curioso Lily, sedendosi al suo fianco.
«Nessun piano. Ho solo ripensato alle parole di Natsu sulla paura e... non so, ho voluto avere fiducia. Sapevo di non potercela fare contro di lui, ma sentivo che dovevo fare comunque qualcosa e speravo nel frattempo che a Natsu venisse qualche bella idea» ridacchiò, guardandolo steso a terra. Wendy aveva appena finito di usare la propria magia su Makarov e corse dal secondo malridotto, proprio lo stesso Natsu, ripetendo l'operazione.
«Sinceramente non so quanto sia stata buona» commentò, vedendolo ancora privo di sensi nonostante la magia di Wendy.
«Niente da fare, su di lui non funziona. Non capisco perché» disse Wendy, ansimando esausta.
«A quanto pare le sue ferite sono troppo profonde anche per essere curate dalla magia del cielo. C'è qualcosa che interferisce con la guarigione...» commentò Charle, guardando il corpo del ragazzo steso a terra. Priscilla, ancora stesa a terra, spostò semplicemente la testa per riuscire a guardare la scena.
«Che cosa posso fare?» chiese Wendy, disperata.
«Lily...» mormorò Priscilla, pensierosa. «Perché la sciarpa di Natsu è diventata nera?» un particolare che aveva notato solo in quel momento.
«Pare sia successo dopo che ha incontrato il tizio spaventoso dai capelli neri» rispose lui.
«Quale tizio?» chiese Priscilla, curiosa.
«Non so, è quello che ha raccontato lui. Possibile che si tratti...» un'idea, bizzarra, ma cominciava a diventare possibile.
«Zeref?» sussurrò Priscilla, colta dallo stesso dubbio.
«Wendy» la voce dolorante di Makarov, trascinato a fianco del ragazzo per permettere a Wendy di occuparsi di entrambi e tenerli vicini.
«Master!» sussultò lei, sollevata nel vederlo di nuovo sveglio. Dopo che aveva fatto la ramanzina ai due ragazzi e aveva visto Zancrow sconfitto, aveva per un po' perso i sensi, troppo affaticato persino per restare sveglio.
«La sciarpa di Natsu... è lei a interferire con la guarigione, è il segno del male. Riesci ad occuparti della sciarpa di Natsu?»
«Certo! Ci provo!» disse Wendy, determinata come sempre.
«Allora è vero che Zeref si trova su quest'isola» mormorò Priscilla, incupendosi. Un'ombra nei suoi occhi, più nera di quella che si sarebbe aspettata, incuriosì Lily che era lì di fianco a lei. «Qualcosa non va?»
«Il solo fatto che Zeref sia ancora a questo mondo e si trovi su quest'isola, non va» rispose lei, rannicchiandosi tra le sue stesse braccia. «Ma... la verità è che...» qualcosa bloccò le sue parole, un timore di cui faceva fatica persino pronunciare la sua esistenza. Girò faticosamente il palmo della mano, riuscendo a guardarne il simbolo ben stampato sopra. «Una magia che crea la vita... il mondo della magia ha sempre ritenuto oltraggioso una magia come questa, che profana la verità e l'essenza della vita. Ricrearla a proprio piacimento sembrava così ripugnante, un modo per appropriarsi dell'unica libertà concessa agli uomini: quella di esistere. Non ho idea di come mio padre sia riuscito a venirne in possesso e a utilizzarla... qualcuno deve avergli insegnato».
«La magia della vita... è una magia di Zeref?» azzardò Lily, cominciando a capire dove la ragazza volesse arrivare. Lei semplicemente annuì, poi tirando un sospiro tornò a guardare Wendy che ancora concentrava tutte le sue forze sulla sciarpa di Natsu. Pian piano era diventata grigia, perdendo il nero che la componeva, e continuava a sbiancare sempre più. Dalla fronte della ragazzina, ormai stremata, cadevano ipnotizzanti gocce di sudore.
«È da quando abbiamo incrociato Azuma, che ci ha detto di Grimoire Hearts e Zeref, che ho una strana sensazione addosso. È talmente opprimente che mi fa male al petto» un sospiro, forse più un lamento, nell'istante in cui sentì una fitta alla testa tanto forte da credere che potesse esplodere.
«Dovresti riposare un po', potrebbe esserci bisogno ancora del tuo aiuto» suggerì Lily, nel vederla così affaticata. Lei ancora annuì e pian piano, a grossi respiri, cedette alla sensazione del sonno che le intorpidiva il corpo. Non aveva bisogno di dormire, quando era piccola, appena nata, non lo faceva mai. Ma suo padre l'aveva costretta a imparare e il suo corpo aveva, con l'esperienza, imparato che nel sonno la rigenerazione e il recupero avveniva più rapidamente. Perciò semplicemente si poteva dire che si era evoluta e aveva cominciato a sentire lo stimolo del sonno le volte che doveva recuperare magia.
«Devo solo riposare un po'» la verità tagliente, onnipresente. Chiuse gli occhi e non ci mise molto a sentirsi più leggera, inconsistente come una vera marionetta di carta. «Svegliatemi subito se succede qualcosa» mormorò un istante prima di cadere definitivamente nel sonno. Neanche ebbe modo di sentire la voce di Lily che rispondeva rassicurandola.
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~{Fairy Tail}~ La bambina di carta ~
FanfictionNon c'era al mondo persona che non conoscesse Fairy Tail. La gilda simbolo di Magnolia vantava tra i suoi membri alcuni dei maghi migliori dell'intero continente. Ma ogni medaglia ha due facce e se Fairy Tail ne aveva una sublime, abbagliante, dall'...