Capitolo 7

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Casa Peterson

Juliet girò la chiave nella serratura, stando attenta a non farla scattare troppo forte

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Juliet girò la chiave nella serratura, stando attenta a non farla scattare troppo forte. Entrata in casa, accompagnò la porta, fino a chiuderla delicatamente. Aveva sperato con tutta se stessa che i suoi genitori stessero dormendo, così da sgattaiolare in camera sua e almeno per il momento rimandare l'inevitabile, ma un chiacchiericcio concitato proveniente dalla cucina le fece capire di essersi illusa. Quindi, preso un bel respiro, si preparò ad affrontare l'imminente ramanzina.

Ben presto, infatti, Arnold irruppe nell'ingresso come un fiume in piena, seguito a ruota dalla moglie e da Richard, che però rimase in disparte.

"Eccoti finalmente! Ti sembra questa l'ora di tornare?" tuonò suo padre.

Juliet iniziò subito con le scuse, nel tentativo di chiudere la questione in fretta. Era davvero troppo stanca per litigare. "Hai ragione, papà. Lo so che è tardi, ma..."

"Perché non rispondi alle chiamate?"

"Non gridare, Arnold. Sveglierai i vicini." sussurrò Martha, rimproverando il marito invece della figlia. Era talmente sollevata di vederla di nuovo a casa, che la rabbia e il disappunto erano già spariti.

"Me ne infischio di quello che pensano i vicini!" ribatté lui, abbassando comunque il tono della voce. "Tua figlia è andata a un festa ed è tornata alle cinque del mattino!" le ricordò, come se la moglie non fosse già a conoscenza dei fatti. "Ti sembra normale?"

"Dai, papà. Certo che è normale." si intromise Richard. "Era il ballo dell'ultimo anno. Cosa pretendevi? Che tornasse per cena?"

Arnold gli lanciò un'occhiata delle sue, facendogli capire che non doveva difenderla. Perfino Juliet si stupì dell'iniziativa del fratello.

"Comunque..." riprese, tornando sulla figlia. "Tu non esci per una settimana. Sei in punizione, signorina." sentenziò categorico.

"Ancora? Papà, ho diciotto anni..." protestò Juliet.

"Non mi interessa. Finché vivi sotto il mio tetto, seguirai le mie regole. Quando andavo al liceo, non mi sarei mai sognato di rientrare così tardi..."

"Ne sei sicuro?" replicò Martha perplessa.

Juliet però non ci fece caso, troppo indignata dalla presa di posizione del padre. "Ma tra due giorni c'è la cerimonia del diploma!"

Arnold si fermò un attimo a riflettere, riconoscendo che aveva ragione. "Quella non conta, perché ci sarò io a controllarti." concluse, prima che la moglie mettesse fine alla discussione con i suoi soliti modi affabili.

"Su, caro. Adesso andiamocene a letto." Gli appoggiò delicatamente la mano su un braccio per rabbonirlo. "Ne riparliamo domani."

Ringraziando il cielo, e soprattutto sua madre, Juliet lo vide convincersi e poi entrambi salirono al piano di sopra, lasciandola finalmente libera di respirare.

Bloody Castle - All'ombra della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora