Capitolo 19 - Aria di casa

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Il canto del gallo annunciò l'arrivo dell'alba e l'ora di alzarsi, cosa che a Rachel non riuscì difficile, visto che non era praticamente riuscita a chiudere occhio

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Il canto del gallo annunciò l'arrivo dell'alba e l'ora di alzarsi, cosa che a Rachel non riuscì difficile, visto che non era praticamente riuscita a chiudere occhio. La sera prima, quando tutti erano riuniti in salotto per dare la buona notte ai padroni di casa, le era venuta un'idea, così, stando attenta a non farsi notare, si era avvicinata a Mark e gliel'aveva sussurrata all'orecchio. In seguito, dopo essersi accertata che le amiche dormissero, era uscita di soppiatto dalla camera. Nello stesso istante, lui usciva dalla sua e si erano incontrati sul corridoio. Come poi fossero finiti a scambiarsi effusioni in bagno non avrebbe saputo spiegarlo e, a ripensarci adesso, non era stata una gran trovata. Che sarebbe successo se qualcuno avesse bussato? Di certo non sarebbero potuti uscire insieme. Per fortuna, però, nessuno aveva avvertito l'urgenza e loro si erano salvati.

La separazione poi era stata davvero sofferta, dato che non si sfioravano dalla sera del primo bacio e nessuno dei due voleva saperne di staccarsi dall'altro. Comunque, alla fine avevano deciso a malincuore di uscire dal nascondiglio e tornare nelle rispettive camere.

Il resto della notte l'aveva passato a girarsi e rigirarsi, con l'immagine indelebile di lei e Mark appiccicati impressa nella mente. Era la prima volta che si sentiva così presa da un ragazzo e non avrebbe mai creduto di poter provare tante emozioni tutte insieme.

"Maledetto pollo..."

Accanto a lei, il lamento sommesso di Claire la riportò al presente. L'amica si girò scocciata dall'altra parte, premendosi con forza il cuscino sulle orecchie, mentre Juliet sbadigliava seduta sul suo letto. L'avevano trovata già lì quando erano salite in camera, così loro due avevano dovuto dividersi l'unico rimanente.

Non impiegarono molto tempo a lavarsi e vestirsi, abituate ai ritmi da caserma delle ultime settimane, e in breve furono pronte a scendere per la colazione. Giunte sulla soglia della cucina, però, trovarono un ragazzo vestito solo con un paio di jeans che stava cucinando quelle che dall'odore sembravano uova. Da lì riuscivano a vedergli solo la schiena, ma bastò per far intuire tutto il resto. Aveva la classica corporatura robusta di chi lavora nei campi e la sua pelle abbronzata ne era un'ulteriore conferma.

Rimasero impalate a osservarlo, senza accorgersi che intanto erano scesi anche i ragazzi. A quel punto, lo sconosciuto ai fornelli sentì il rumore di passi e si voltò.

"Ben svegliati. Voi dovete essere quelli che mi hanno rubato la stanza." disse, per niente sorpreso di vederli. "Sedetevi di là. È quasi pronto."

Poco dopo, infatti, arrivò con la padella ancora fumante, che mise al centro del tavolo. "Ecco. Servitevi pure." Poi si sedette anche lui e, presa la sua parte, si fiondò sul cibo senza aspettarli.

Juliet, che da quando lo aveva visto non smetteva di pensarci, all'improvviso venne colta da un'illuminazione. "Simon?" osservò cauta, rivolgendogli un'occhiata interrogativa. All'inizio, non era riuscita a focalizzare i tratti del suo viso, anche se fin da subito aveva avuto la sensazione di conoscerlo.

Bloody Castle - All'ombra della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora