Varcarono la soglia della scuola per quella che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta. Rachel entrò come se fosse un giorno qualsiasi, ma con una strana sensazione addosso. La vita da liceale le sarebbe mancata, così come quell'edificio e i compagni di corso. Dopo il diploma ognuno avrebbe preso strade diverse e con alcuni non si sarebbe più incontrata, ma faceva parte del percorso scolastico. Il lato positivo della cosa era che non avrebbe avuto più contatti con Jacqueline e le altre, sperando che prima o poi il brutto ricordo di due sere prima scomparisse da solo. Ritrovarsele davanti, dopo averle credute morte, era stata un'esperienza da dimenticare. Quando Jacqueline le aveva gracchiato in malo modo di spostarsi e lasciarle passare, lei a malapena l'aveva sentita. Alla fine, si era scansata per forza di inerzia, e la cheerleader era entrata con le amiche senza degnarla di uno sguardo.
Per riprendersi dallo shock aveva dovuto appoggiarsi a uno dei tavolini in giardino, impiegando qualche minuto a metabolizzare. Le era addirittura passato per la testa di essersi sbagliata, di averle confuse con qualcun altro, ma poi la tipica freddezza con cui l'avevano trattata le aveva confermato che erano proprio loro. Erano vive e stavano bene, eppure le urla che aveva sentito erano reali. Quindi che diavolo era successo quella notte? Forse le cheerleader erano d'accordo con la setta o addirittura ne facevano parte. Questo avrebbe spiegato molte cose.
"Ehi!"
Entrate in palestra, Jason venne loro incontro sorridente dal banco dove alcuni studenti distribuivano toghe e annuari, con sottobraccio la sua avvolta nel cellophane.
Con altrettanto entusiasmo, Juliet lo coinvolse in un abbraccio. "Ciao! Ci sei mancato!"
"Allora? Com'è andato il ballo? Non mi avete raccontato niente." chiese poi il ragazzo.
"Non tocchiamo questo tasto, per favore." disse Rachel evasiva, mentre Juliet e Claire si scambiavano un'occhiata eloquente.
Jason le squadrò in cerca di risposte. "Scommetto che è stato di una noia mortale."
"Già, mortale..." ripeté Claire in tono piatto; poi si accorse di una sua compagna di squadra che faceva la fila e ne approfittò per defilarsi. "Scusate, vado a salutare."
Jason non sembrò far caso a quel suo palese tentativo di fuga. "Sì, vado anch'io. Ho ancora un po' di cose da fare, prima della partenza. Ci vediamo nel pomeriggio." le salutò, allontanandosi.
"Sarà meglio mettersi in fila." propose Rachel, avvicinandosi al serpentone di studenti che aspettavano il loro turno.
"Ti dispiace tenermi un attimo il posto?" chiese Juliet, ricordandosi all'improvviso di qualcosa. "Devo vedermi con le ragazze del club di cucina. Non ci metterò molto." La rassicurò, stampandole un bacio sulla guancia, prima di andarsene e lasciarla solo in compagnia di sé stessa.
Rachel sospirò rassegnata e incrociò le braccia, aspettando che la coda scorresse. Quella mattina non si sentiva particolarmente reattiva agli stimoli, forse perché il suo unico pensiero fisso era quello di dover rivedere Jasmine, far finta di niente e passare ancora una volta per pazza. Aveva talmente la testa tra le nuvole da accorgersi a malapena di una mano che le picchiettava sulla spalla per attirare la sua attenzione. Si voltò come insonnolita e Mark era là.
STAI LEGGENDO
Bloody Castle - All'ombra della luna
Vampire- Primo capitolo della saga Bloody Castle - "...Potevamo passare una normalissima serata in tutta tranquillità e invece mi sono dovuta impuntare. Per cosa poi? Non lo so nemmeno io. E adesso che forse sto per morire ho un solo pensiero che mi rimba...