8 - as friends

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"Io e te potremmo andarci insieme", suggerisce Shawn riferendosi al ballo.

"Ma non sarebbe strano?", chiede Camila rivolgendosi anche a Zac. "Insomma, due amici che vanno al ballo..."

"Un sacco di persone vanno con gli amici, quindi che c'è di male?", chiede retoricamente Zac, difendendo Shawn solo perché vuole vedere i due andarci insieme.

"Sì, ma in gruppo", ribatte Camila muovendo con la forchetta il cibo nel suo piatto. "È come se ci andaste solo tu e Zac, sarebbe strano."

"Io ci andrei con Zac", scherza Shawn. "Lo trovo molto sexy", gli posa un bacio sulla guancia facendolo ridere.

Camila rotea gli occhi, ma non riesce proprio a trattenere un sorriso divertito.

"Comunque...", riprende Shawn, tornando serio. "Non vorrai farmi andare da solo".

"Ma se tutte le ragazze della scuola ucciderebbero per andarci con te", ribatte Camila.

Zac, nel frattempo, sta in silenzio perché è concentrato a mangiare il suo cibo. Shawn, invece, sospira prima di parlare.

"Non ci andrei con nessun'altra."

Camila resta un po' allibita da quella frase, guardandolo con le labbra schiuse e gli occhi spalancati. A Zac, invece, va di traverso un boccone di pasta e inizia a tossire. Così facendo, distoglie l'attenzione di Camila e Shawn l'uno dall'altra.

"Tutto bene, amico?"

Zac beve un bicchiere d'acqua tutto d'un sorso, per poi annuire. "Sì...sì", borbotta.

Ha il viso arrossato e la voce rauca. "Dicevate?"

"Ah, sì...", borbotta Camila. "Suppongo che si possa fare, come amici."

Shawn abbozza un sorriso. "Certo, è quello che intendevo."

Sì certo, come no, pensa Zac alzando gli occhi al soffitto.

"Non preoccuparti, amico, non ti lasceremo da solo." Shawn dà una pacca sulla spalla di Zac, che ridacchia.

"Chi ti dice che io non abbia qualcuno con cui andare?"

***

Quando Shawn ha chiesto a suo padre di accompagnarlo alla sua prossima seduta, il signor Mendes ha preso un pomeriggio libero, facendo sapere ai suoi dipendenti che sarebbe stato impegnato in altro quel giorno e che avrebbero dovuto occuparsi di tutto da soli.

Padre e figlio, in quel momento, sono seduti sulle poltrone della sala d'attesa.

"Sono contento che sei venuto", afferma Shawn abbozzando un sorriso.

Manuel, suo padre, ricambia il sorriso. In quel momento, gli squilla il cellulare. Lo tira fuori dalla tasca dei suoi pantaloni eleganti, controllando chi fosse a chiamarlo. Alza lo sguardo verso suo figlio, che lo fissa seccato. L'uomo sospira e rifiuta la chiamata.

"Hai ragione, lo spengo", dicendo ciò mostra a Shawn il telefono che si spegne.

Neanche il tempo di dire altro, che i due vengono chiamati dalla psicologa. Quest'ultima e Manuel si presentano, poi lui raggiunge il figlio seduto sul divano.

"Allora", inizia Julia sedendosi sulla sua poltrona. "Shawn, com'è andata la settimana?"

Il ragazzo scrolla le spalle, pensandoci un po'. "Bene, anche se è stata un po' stressante... per le verifiche."

Julia annuisce e nella stanza cala il silenzio. La donna accavalla una gamba sull'altra, riguardando i suoi soliti fogli. Shawn si chiede sempre cosa scriva su di lui, se siano cose positive.

The worst date ever [S.M]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora