47 - shame

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Essendo terminata la scuola una volta per tutte per gli alunni dell'ultimo anno, le cose dette da Caleb non ebbero delle vere e proprie conseguenze a lungo termine. Ormai ognuno sarebbe andato avanti con la propria vita, fregandosene dei pettegolezzi da liceali.

Nonostante ciò, Zac si è trovato a confessare ai suoi di essere gay. Come previsto, sua madre è rimasta colpita ma non delusa o arrabbiata. È stata molto neutrale e gli è stata di conforto, al contrario del padre. Lui non ha detto niente. Si è alzato dal divano, ha preso le chiavi ed è uscito di casa sbattendo la porta. Quando è rientrato, ore dopo, camminava barcollando e si è lasciato cadere a peso morto sul divano dove ormai dormiva da settimane.

Ai genitori di Zac manca davvero poco per divorziare.

La tempesta arriva il giorno successivo, quando l'uomo decide di rivelare come la pensa.

Zac sente le sue urla dalla cucina, mentre discute con sua moglie. Inizialmente non ci dà molto peso, essendo abituato ai loro continui litigi da mesi ormai. Poi, si rende conto che i due stanno discutendo di lui e quindi resta in ascolto, nascondendosi dietro la parete.

"Potresti cercare almeno di fingere di supportarlo? È tuo figlio, Blake", lo prega con tono esasperato e stanco la moglie.

"Esatto! Mio figlio è... non riesco neanche a dirlo."

Il ragazzo si aspettava quelle parole, ma gli fanno comunque male.

"Non è lui il problema, sei tu", replica Leslie, la madre di Zac. "Passi più tempo da ubriaco che da sobrio, non ti importa di me, non ti importa di tuo figlio solo perché non è come volevi tu."

"Certo che mi importa", ribatte Blake.

"Basta, ho chiuso. Non ti credo più, quando mi dici che tieni a me. Io ho rinunciato a tutto per te: agli studi, alla carriera... perché volevi che stessi a casa. E l'ho fatto. Ho cresciuto nostro figlio da sola, mi sono fatta trattare come una serva ma adesso basta", afferma decisa la donna. "Cercati un posto dove andare a dormire stanotte, perché voglio il divorzio."

Il padre di Zac sbuffa una risata, incredulo. "Non dici sul serio. Sai che non sei niente senza di me. Non hai un lavoro, non hai niente."

"Ho già deciso", asserisce Leslie. "Ho sopportato tutto il male che mi hai fatto, ma Zac devi lasciarlo in pace."

A quel punto, Zac sente soltanto silenzio per un po' e poi il suono di vetri che si frantumano, probabilmente contro una parete. Senza esitazione, piomba in cucina.

Sua madre ha un'espressione di terrore sul volto e dietro di lei ci sono i vetri rotti di un bicchiere per terra, mentre suo padre ha inizialmente uno sguardo furioso. Poi sembra rendersi conto di quello che ha fatto e tenta di avvicinarsi a sua moglie. Zac si mette in mezzo.

"Lasciala stare."

"Io... non volevo... non volevo farle del male", farfuglia Blake.

"È meglio se vai", insiste Zac.

E alla fine, suo padre gli dà ascolto.

**

"Signorina Santiago, lei è stata la seconda a venire a subire le minacce dell'imputato? È così?", domanda l'avvocato di Shawn e Camila.

Quest'ultima è seduta alla scrivania di fianco a quella del giudice, che però è rialzata rispetto alla sua. La medesima scrivania a cui ti invitano a prendere posto se uno dei due avvocati ha delle domande. Da lì la ragazza ha una visuale perfetta di tutta l'aula.

Tra il 'pubblico' -per definirlo così- oltre ai suoi genitori e a quelli di Shawn e di Caleb, intravede diversi volti conosciuti. Ad esempio quello di Zac, quello di Josie, di Chloe addirittura...

The worst date ever [S.M]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora