39 - hard choices

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Shawn sbuffa rumorosamente, nascondendo la faccia sotto le coperte. Non è possibile che sia già mattina, pensa seccato.

Solo dopo, si rende conto che il suono che sente non è quello della sveglia ma della suoneria del cellulare e si ricorda che comunque quella mattina non ci sarebbe stata scuola. Con fatica, si sforza di aprire gli occhi e scopre che non è giorno ma sono le due di notte. È Zac a chiamarlo.

Risponde subito, preoccupato. Zac non chiamerebbe in piena notte se non fosse importante.

"Hey...?"

"Scusa se ti ho svegliato", sente la voce spezzata di Zac dall'altro capo della linea.

Sembra abbia pianto, ma Shawn non saprebbe dirlo con certezza sentendolo parlare per telefono.

"Non fa niente", tenta di rassicurarlo ma pur sempre con voce assonnata. "Tutto okay?"

Zac resta in silenzio per un po' e Shawn quasi inizia a credere che abbia attaccato senza dire niente. Poi, però lo sente sospirare.

"Onestamente, no."

Il ragazzo annuisce spontaneamente, anche se il suo amico non può vederlo. "Vuoi che venga lì?"

"Sono un egoista se ti rispondo di sì?"

Shawn quasi se lo immagina mentre abbozza un sorriso, nonostante il suo tono serio.

"No...", risponde già iniziando ad alzarsi dal letto.

Inclinando la testa di lato per tenere il cellulare bloccato tra l'orecchio e l'incavo del collo, Shawn cerca dei pantaloni di tuta da indossare. "Arrivo."

Venti minuti più tardi, si ritrova nella stanza di Zac steso con lui nel letto. Anzi, si sono messi a sedere con la schiena premuta contro la testiera del letto.

Dopo aver sbadigliato per il sonno, Shawn si volta verso il suo amico che ha gli occhi arrossati e gonfi. "Che succede?"

"Michael dice che se non faccio coming out non possiamo più continuare a vederci", confessa Zac senza troppi giri di parole. "Dice che non vuole nascondersi sempre."

"E tu che hai detto?", domanda Shawn sedendosi composto. Prima era stravaccato, quasi completamente sdraiato.

"Che ancora non sono pronto."

"Beh, ma se ci tiene a te dovrebbe aspettarti, no?", chiede retoricamente con un tono di ovvietà, dando la risposta quasi per scontata. Non è molto pratico di queste cose: non ha mai dovuto fare coming out.

Zac scuote la testa. "No, ha ragione. Magari può aspettarmi per un altro po', ma non per sempre. Non è giusto nei suoi confronti."

Il ragazzo appoggia la testa sulla spalla del suo amico, che guarda fisso davanti a sé cercando le parole per confortarlo. "Se non sei pronto, non devi farlo adesso."

Zac scrolla le spalle. "Mia madre non credo la prenderebbe troppo male. Ma mio padre... è di lui che ho paura."

Shawn annuisce comprensivo, dato che conosce lui stesso il padre di Zac. Ogni tanto fa delle battute omofobe, a ripensarci ora. È anche un po' vecchio stampo.

Ricorda ancora quella volta in cui erano tutti e quattro a cena da Zac ed hanno iniziato a parlare di hockey, visto che il padre di Zac è un appassionato. E quando è venuto fuori che Camila è una giocatrice, lui ha strabuzzato gli occhi e ha detto: "C'è anche una squadra... femminile?". Ha pronunciato l'ultima parola come fosse una cosa inaudita o incomprensibile.

Quindi, Shawn non si stupirebbe se reagisse negativamente scoprendo che suo figlio è gay.

"E poi... la squadra. Non mi vedrebbero più allo stesso modo."

The worst date ever [S.M]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora