"Allora, ricordi cosa ti ho detto?", domanda Shawn per l'ultima volta, giusto per essere sicuro.
"Di lasciar parlare te...?", Zac chiede conferma ancora un po' confuso di ciò che stanno per fare.
Shawn annuisce e, alla fine, i due amici si avvicinano al tavolo in cui Caleb sta mangiando da solo. Quest'ultimo, vedendoli arrivare, si mette subito all'erta. Nelle poche occasioni in cui i ragazzi della squadra di hockey hanno riconosciuto la sua esistenza, è stato sempre per prenderlo in giro o ridere di lui. Shawn e Zac non hanno mai preso parte a queste azioni, ma quanto potranno essere diversi dagli altri?
"Hey!" Shawn da una pacca, un po' troppo forte, sulla spalla di Caleb prima di sedersi. Il ragazzo, che è così magro da far quasi impressione senza vestiti, si morde il labbro per trattenere un gemito di dolore.
"Siamo amici ora?", borbotta.
Zac lo guarda con un sopracciglio alzato, "Siamo qui per aiutarti, per l'appunto."
"A proposito di cosa?", chiede Caleb spostando di poco la macchina fotografica che porta sempre in giro, per paura che i due possano urtarla e farla cadere.
"Sappiamo che ti piace Camila", Shawn arriva subito al punto.
La pelle delle guance pallide di Caleb prende visibilmente un colorito rossastro. "No! Non è... vero", mente per poi schiarirsi la voce, imbarazzato.
"Non è che tu debba vergognarti, insomma è una fi- ", inizia a parlare Zac ma viene interrotto da una gomitata nel braccio da parte di Shawn.
Quest'ultimo gli rivolge uno sguardo accusatorio, mentre lui fa una smorfia di dolore. "Fai parlare me, ho detto."
Zac rotea gli occhi, ma non replica perché sarebbero parole buttate al vento.
"Scusa, dicevamo...? Ah sì, non penso che lei provi lo stesso"
Il viso di Caleb si rabbuia. "Ovviamente..."
Shawn gli rivolge un'occhiata interrogativa.
"Quelli come me non piacciono alle ragazze. È un dato di fatto", spiega allora il ragazzo.
"Con lei non può funzionare, ma troverai qualcuno", tenta di rassicurarlo Zac.
"Certo..."
***
Quel pomeriggio, la squadra di Camila giunge al campo per gli allenamenti. Con loro stupore e confusione, è già occupato dalla squadra maschile e la loro allenatrice non c'è. Le ragazze si avvicinano all'allenatore dei maschi per chiedere spiegazioni.
Inizialmente, i ragazzi continuano ad allenarsi.
"La scuola non ha più abbastanza fondi per mantenere due campi", spiega il coach. "Quindi dovrete fare a turno. Voi ragazze vi allenerete il lunedì e il venerdì, invece noi gli altri giorni."
Camila -che è capitano della squadra- scambia un'occhiata con Josie, la sua vice. Poi, ritorna a fissare l'uomo incrociando le braccia al petto.
"Perché voi avete più giorni a disposizione?", chiede.
Il coach scrolla le spalle. "I giorni sono dispari, non si possono dividere equamente."
A quel punto, la squadra maschile ha smesso di allenarsi per raccogliersi intorno a loro e ascoltare la conversazione.
"E, casualmente, sono i maschi ad avere più giorni", borbotta Camila con sarcasmo. "Non possiamo allenarci solo due giorni a settimana."
L'allenatore alza gli occhi al cielo, infastidito dalla ragazza insistente. "Trovate una soluzione, allora."
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The worst date ever [S.M]
FanfictionUn ragazzo e una ragazza che amano l'hockey fanno una scommessa su quale delle rispettive squadre vincerà più partite. Ciò li avvicinerà più di quanto pensano. [In fase di editing]