Anche il giorno successivo, Camila finge di essere malata per non andare a scuola.
Quel pomeriggio è Shawn ad andare a trovarla, nonostante avesse timore che lei non volesse ancora avere a che fare con lui. C'è solo la nonna di Camila in casa, che non ha problemi a lasciarlo entrare. Era a conoscenza della situazione tra i due, ma se n'è dimenticata come fa con molte cose ultimamente. Colpa dell'età che avanza.
Quando Camila sente bussare, borbotta un 'avanti' da sotto le coperte. È convinta che si tratti di sua nonna, quindi rimane sorpresa quando si volta e vede Shawn lì in piedi.
Lui abbozza un sorriso, imbarazzato. "Ciao."
Non si aspetta di certo quello che la ragazza fa subito dopo. Si alza in piedi dal letto e quasi si fionda su di lui, abbracciandolo. Inizialmente, Shawn resta paralizzato dalla sorpresa con le braccia lungo i fianchi. Dopo poco, però, ricambia l'abbraccio cingendo il corpo della ragazza con le sue braccia.
Si sente lui stesso più leggero. Staccati dall'abbraccio, i due si siedono sul letto.
"Come va la febbre?"
Camila abbassa lo sguardo, sentendosi in colpa. "Non ho la febbre."
Shawn le rivolge un'occhiata interrogativa, confuso. "Come no?"
Lei scuote la testa. "No."
"Che cos'hai allora?", domanda lui apprensivo, capendo che qualcosa che non va ci deve essere se lei ha saltato le lezioni per due giorni consecutivi.
La ragazza, per l'ennesima volta in quei soli due giorni, sente gli occhi inumidirsi pian piano. "È successa una cosa. Una cosa brutta."
Shawn riesce a sentire il dolore nella sua voce spezzata e sente lo stomaco stringersi in una morsa. Inizia ad immaginare il peggio e si sente male al solo pensiero che possa esserle capitato qualcosa di terribile.
"E sto male, Shawn. Non riesco a mangiare, non riesco a dormire, mi fa male la testa...", farfuglia Camila singhiozzando. "Non ne posso più. Vorrei solo che tutto finisse."
"Ma che dici?"
Il ragazzo la fissa spiazzato, con gli occhi spalancati. Intende dire quello che crede lui?
"Ieri... io, io volevo solo... volevo morire", spiega Camila tra pianti e singhiozzi.
Shawn si ammutolisce, non sapendo cosa rispondere ad una frase del genere. Che cosa si può dire in queste situazioni che sia davvero utile? Si sente tremendamente dispiaciuto, pensando che per arrivare a pensare una cosa simile, le deve essere capitato qualcosa di orribile. Tanto orribile da portarla a desiderare di smettere di vivere.
L'unica cosa che gli sembra avere un senso è abbracciarla. Quando proferisce parola, sente la sua stessa voce spezzarsi. "Che ti è successo?", si fa coraggio di chiedere.
Ha timore di quale potrebbe essere la risposta.
Camila rilassa i muscoli tesi tra le sue braccia. "Vorrei dirtelo, ma non ce la faccio."
Shawn sente una fitta nel petto, stavolta. È così doloroso da non poterlo nemmeno raccontare a voce alta? La stringe ancora di più a sé, se è possibile, così da farle appoggiare la testa contro il suo petto.
Le accarezza la testa e i capelli. "Amore mio...", mormora senza pensarci.
Se ne pente quasi subito, perché non avrebbe dovuto pronunciare quelle parole in quel momento e in quel modo. Tecnicamente, si sono lasciati. Però, la ragazza non fa alcun commento su quell'appellativo.
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The worst date ever [S.M]
FanfictionUn ragazzo e una ragazza che amano l'hockey fanno una scommessa su quale delle rispettive squadre vincerà più partite. Ciò li avvicinerà più di quanto pensano. [In fase di editing]