Parte senza titolo 44

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Entro nell'aula di Fhuler e mi meraviglio nel trovarla completamente vuota. Sono in ritardo di cinque minuti e mi chiedo dove siano finiti tutti gli altri. Scendo gli scalini che portano alla sua cattedra e mi guardo intorno in cerca di un segnale. Il silenzio e il vuoto rimbombano in questa stanza grande e vuota, ed è un silenzio rumoroso, un silenzio che vorrei azzittire. Mi siedo alla fine degli scalini e attendo che entri Fhuler, Non seguo una sua lezione da settimane. Dopo l'ultima volta, ho completamente evitato qualsiasi tipo di contatto, mi sono concentrata sulla relazione terminandola solo qualche giorno fa.

E posso ritenermi soddisfatta. Ho messo veramente tutta me stessa in questo progetto, e nonostante io abbia fatto un profondo percorso su me stessa, ho aperto gli occhi su tante cose. Questa relazione mi è servita a rapportami con i miei pensieri più nascosti, a dichiarare finalmente ciò che mi tenevo dentro da troppo tempo. Le mie emozioni.le avevo dimenticate, le avevo abbandonate, le avevo messe da parte, perché ormai non ne provavo nemmeno più. Ed ero convinta che prima o poi ne sarei uscita, che avrei risolto i conflitti che urlavano nella mia anima, delle colpe che mi sono affibbiata e che probabilmente non sono riuscita a superare. Mi sono privata di un sorriso per tanto tempo, ed ero convinta di averlo ritrovato.

Conoscere Evelyn ha in parte ravvivato quel sorriso, e la ringrazio per questo, perché forse lei non lo sa o magari non sono rende conto, ma ha tagliato il primo di una serie di traguardi.

E poi, c'è lui. Come potrei non includerlo nelle mie emozioni. Mi ha dato più emozioni lui con un bacio che i miei amici in una vita intera. E si, sono sincera quando ammetto a me stessa che per lui non provo una semplice attrazione. C'è qualcosa che mi spinge verso di lui, la natura dei suoi occhi, la consapevolezza che il suo cuore sia stato distrutto da qualcosa. E' il mistero che lo circonda che mi attira verso di lui, conoscere l'ignoto e buttarmi nell'incerto.

Eppure sono sempre stata una persona molto razionale, sicura, ma con lui il mio mondo si è completamente capovolto.

"Melody" la sua voce sembra urlare in questa aula.

Credevo di provare imbarazzo, credevo di non potercela fare, e invece mi alzo spedita e con passo lento mi avvicino alla cattedra. Osservo la sua figura alta, e si, devo ammettere che è veramente un bell'uomo. Ma i non sento nulla, né un brivido, né un batticuore, né la respirazione pesante. Tutto rimane normale, tutto tace dentro me, e questa è sicuramente la risposta a una delle grandi domande che mi pongo.

"Non sapevo che la lezione fosse saltata, altrimenti sarei venuta in un altro momento"

Appoggia la sua valigetta sula cattedra e ci si appoggia sopra, scrutandomi con quegli occhi neri.

"Si, la lezione l'avevo rimandata all'ora successiva. Se non fossi mancata in queste settimane lo avresti saputo Mel"

E' la prima volta che pronuncia il mio nome col diminutivo.

"Ho finito la relazione" non rispondo alla sua provocazione porgendogli soltanto la cartellina con la tesi.

Guarda le mie mani che l'appoggiano sul tavolo e ritorna a puntare le sue iridi su di me.

Mi sto per voltare e andarmene, ma la sua mano mi ferma

"Aspetta" mi volto a guardarlo e il mio respiro comincia irregolarmente ad abbandonarmi "Non voglio che la nostra amicizia si rovini"

La nostra amicizia? Ma di quale amicizia sta parlando?

"Tra me e lei non esiste nessuna amicizia. Lei è il mio professore di letteratura, ed io sono una sua allieva. Nient'altro" noto il suo sguardo incupirsi e ritraggo subito il mio braccio "Mi scusi, ma adesso devo andare"

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