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Sono almeno due ore che Evelyn prova un vestito dopo l'altro. Non credevo si facesse tanti problemi, co il fisico che ha potrebbe permettersi di tutto. Invece mi ritrovo seduta sul suo letto e vederla sfilare in continuazione un abito dopo l'altro.

"Evelyn...stai benissimo con tutti. Muoviti a scegliere un vestito e vai a quella dannata festa" mi porto le mani sul viso esasperata.

"Come puoi essere così superficiale." dice mentre continua a provare altri abiti "E' la prima festa di università...non posso arrivare in jeans e maglietta"

"Cosa ci sarebbe di male? Stai comunque bene con qualsiasi cosa" le dico sinceramente.

"Come sto?"

Sorrido non appena mi mostra un abito a tubino nero...le sta d'incanto

"Questo....questo è perfetto" le vado incontro e le sistemo i lunghi capelli dietro le spalle.

"Non attaccarli, lascialo sciolti, ti donano molto"

"Cosa ti tormenta Melody?" mi chiede di botto, e rimango spiazzata da questa domanda.

"Co-cosa dovrebbe to-tormentarmi?" chiedo impaurita...Non può aver capito!

"I tuoi occhi...i tuoi occhi sono spenti. E' come se stessi scappando da qualcosa, e ti fossi rifugiata in un mondo tutto tuo, un mondo in cui no tutti possono entrarci. Hai dei bellissimi occhi verdi, ma la loro luce non brilla. Cosa ti è successo di tanto grave da indugerti a spegnerli?"

Son paralizzata e spaventata da questa sua confessione. E' come se mi avesse letto nel pensiero, come se fosse riuscita a scavare in quella parte buia di me. Mi allontano di scatto e cerco di non guardare i suoi occhi. Non voglio mostrarmi debole.

"Ti-ti sbagli Evelyn. Sto-sto bene" e so di non avere usato un tono convincente ma in questo momento no so proprio che fare.

Si avvicina e mi abbraccia "Non devi essere costretta a parlarmene. Quando ti sentirai pronta io sarò qui, come tua amica"

Una lacrima riga il mio viso senza rendermene conto e rimango ferma come una statua. Non un minimo muscolo reagisce...mi ha spiazzata.

"Senti, non te lo chiederò di nuovo, ma credo che tu abbia davvero bisogno di una bella dose di alcool...quindi, nel caso tu cambiassi idea, sai dove trovarmi"

Alcool? Non so nemmeno che sapore abbia.

"Ti ringrazio Evelyn...starò bene."

"Mangiamo qualcosa prima che vada via."

Raggiugiamo la cucina e ci prepariamo dei panini veloci. Non ho molto appetito. La sua riflessione mi ha fatto chiudere lo stomaco. Mancano ancora due ore per la festa, e deve ancora finire di prepararsi. Questa ragazza mi farà uscire matta

Sono le 10 passate. Evelyn è già andata via da un pezzo, ed io mi sono rintanata nella mia stanza. Penso ancora alle sue parole, e il mio cuore sussulta al ricordo di quella sera...Una lacrima esce spontanea dal mio viso e scoppio a piangere, forse in un modo che non facevo da tempo. Ho represso il mio dolore a lungo, e adesso, dopo quelle parole, sento il bisogno di sfogare la mia rabbia. Sono passati tre anni...pochi ma tanti...ma credo che no esista tempo per reprimere il dolore di una perdita. La mia ferita è ancora troppo aperta, come se fosse passato solo un giorno.

Mi hai abbandonata...lasciata vivere da sola. Senza di te le mie giornate sono state vuote, inutili...vittime del loro stesso buio. Per me non esiste la luce...la luce me l'hai tolta tu, nel momento esatto in cui mi hai detto Addio...quell'addio soffocato, sofferto, e forzato. Ogni lacrima l'ho esaurita per te, e adesso a distanza di qualche anno, quelle piccole gocce salate sono tornate a rigare il mio volto. Non c'è verso per poter uscire da questo tunnel, o magari sono io che non voglio uscirne. Non riesco a sorridere come prima, eri tu quello che mi strappava il sorriso, eri tu quello che mi sorreggeva nei momenti di sconforto, eri tu quello che mi cullava quando qualcosa andava storto. Avevi una vita davanti a te, e non so se essere arrabbiata con te per esserti lasciato andare troppo facilmente, o con la vita, per aver reso ingiusta questa perdita.

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