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Qui in California le giornate sono sempre splendide, sotto questi aspetti mi ricorda molto la mia Sidney. Mi manca la mia terra, anche se è passata poco più di una settimana, sento proprio la nostalgia della mia città. I suoi profumi, i suoi monumenti, le sue spiagge chilometriche. E si, devo anche ammettere che mi manca anche il mio vecchio liceo...naturalmente niente a che vedere con l'università qui in California, ma adoravo quell'edificio...è lì che ho vissuto i momenti più belli della ma vita. E sono sicura di farmene tanti anche qui di ricordi. Così come sono sicura dell'uragano che si è appena stravolto in camera mia.

Non avrei mai immaginato che una telefonata di dieci minuti avrebbe avuto degli effetti collaterali catastrofici. Guado la mia stanza completamente inondata di vestiti. Evelyn mi ha presa proprio ala lettera quando e ho detto di scegliersi qualcosa...ma mai...mai avrei immaginato un simile disastro. Ma nonostante ciò, non riesco proprio ad arrabbiarmi con quella ragazza così solare. Se ne sta davanti allo specchio dopo aver provato almeno dieci vestiti. E credo che finalmente lo abbia trovato.

"Oh mio Dio Mel.questi vestiti sono una bomba. " è euforica, al settimo cielo, come un bambino a Natale.

"Ah si lo credo.infatti ne è appena scoppiata una in camera mia" le dico indicandole con il dito dietro di lei.

E quando si volta, la sua faccia è epica...infatti cerco di trattenermi nel scoppiare a riderle.

"Ma cosa ho combinato?" si porta una mano sulla bocca e a quel punto no resisto.

Mi guarda perplessa e mi avvicino a lei tranquilla.

"Non preoccuparti...metteremo tutto apposto più tardi. Piuttosto, hai scelto qualcosa?" le dico dolcemente sorridendole.

"Certo" si volta e osserva la sua figura riflessa sullo specchio. "Come mi sta?" chiede voltandosi anche dietro.

"Ti sta benissimo" le dico sedendomi sul bordo del mio letto stracolmo di abiti.

"Perfetto....e per te invece ho scelto questo"

Guardo il vestito davanti a me e rimango pietrificata. Non ricordavo neanche di averlo messo in valigia. Glielo strappo dalle mani e lo ripongo subito dentro un cassetto dell'armadio.

Noto lo sguardo di Evelyn, e so che non può capire il motivo della mia reazione.

"Mel...scusami io non vol."

"No Evelyn.tu non centri nulla" mi volto verso di lei e l'abbraccio.

Rimaniamo immobili e quando sento le sue braccia, allora scoppio in un pianto disperato. Lo so...sono una gran piagnucolona, ma non posso farci niente se mi ritrovo sempre con qualche fantasma del passato davanti.

"Mel....ti prego calmati" le sento scendere le lacrime e la guardo non capendo il motivo della sua reazione.

"Evy...perché stai piangendo?" le chiedo ancora con gli occhi arrossati.

"Beh, ecco.non sopporto di vederti in questo stato. So che ci conosciamo da una settimana, ma t sento come una sorella, e vederti soffrire così, per un motivo che non so, mi fa stare male. Io voglio esserti d'aiuto, poterti aiutare dove tu possibilmente non riesci ad arrivare." dice tutta d'un fiato.

Rimango paralizzata dalle sue parole, non mi aspettavo questa sua reazione. E dentro di me, sento nascere qualcosa.sento il bisogno di poter parlare con lei, confidarmi e rivelarle tutto.

"No Evy...non fare così. Ti prego, non voglio che stai male per un qualcosa che non sai" le dico allontanandomi. Mi siedo nello stesso punto di prima e mi rendo conto che questo silenzio prima o poi dovrà sciogliersi. La sento sedersi accanto a me e mi prende la mano.e questo gesto mi da conforto, perché sento di non aver trovato solo un'amica, ma anche una sorella.

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