49-Caffè

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Solo una persona aveva osato intrufolarsi nel tranquillo santuario di Jimin. Quest'ultimo non fu sorpreso quando sentì alcuni rami spezzarsi sotto i piedi del giovane assassino per la seconda volta.

"Sei tornato per buscarne ancora?" Chiese girando la testa verso l'altro uomo.

"Voglio parlarti." Jimin era curioso, perché quel ragazzo voleva parlare con lui? Osservò l'assassino poggiare una tazzina di caffè per terra per poi sedersi su una panchina lì vicino.

Jungkook stava aspettando una risposta, ma Jimin continuava a spostare gli occhi da lui alla tazzina.
"Oh, quello è tuo. Ho sentito che Hoseok l'ha fatto per te. Quindi te l'ho portato." Spiegò Jungkook.

"Come conosci il suo nome?" Jimin cautamente scese dall'amaca per prendere il caffè e invece che ritornare al posto di prima scelse di sedersi per terra.

"Il migliore amico del principe non mantiene un basso profilo online."Jimin mormorò e prese un sorso di caffè chiudendo gli occhi.

Poi senza pensarci due volte domandò "Mi dirai il tuo nome?" Jungkook scosse la testa. Essendo un assassino la sua identità doveva rimanere celata.

"Se stai cercando di farmi sentire meglio dopo la scorsa notte, non preoccuparti." Jungkook inclinò la testa non capendo a cosa si stesse riferendo il maggiore.
"Sto bene, cose come quella avvengono senza preavviso. Non devi sentirti in imbarazzo." Jimin rise e Jungkook si ricordò di quella situazione.

"Non sono qui per negare che quella cosa sia successa." Abbassò lo sguardo sui suoi piedi che delicatamente calciavano l'erba. "Il vero motivo per cui sono qui è ovvio." Affermò Jungkook riferendosi alla sua missione di uccidere il principe.

Jimin ridacchiò sorseggiando il suo caffè."Mi divertente il fatto che ogni volta che ci incontriamo tu cerchi di pugnalarmi. Però adesso sei qui e non hai ancora provato ad uccidermi nemmeno una volta." Rifletté ad alta voce.

Un angolo della bocca di Jungkook si alzò facendo apparire sul suo viso un sorrisetto, dopodiché guardò il principe"Cosa ti fa pensare che io non ci abbia già provato?" I suoi occhi si abbassano per guardare la tazzina di caffè ormai quasi vuota.

Jimin sbiancò e il suo cuore smise di battere a causa del crescente panico in lui. Il caffè. Si sentiva così stupido per aver accettato la bevanda senza pensarci due volte. Jungkook rise alla vista del principe pallido "Lieto di vedere che in realtà ci tieni alla tua vita."

Il cuore di Jimin lentamente smise di martellare dopo che Jungkook gli assicurò che stesse scherzando. "Non sono crudele."

"Sei un assassino, in che senso non sei crudele?" Domandò Jimin perplesso precedendo il più giovane.

"Spesso la morte per avvelenamento è lenta e dolorosa. Uccido le persone per i soldi, non per torturarle." Chiarì.

Quei due se ne stavano seduti ed una strana la pace si era creata intorno a loro. Jungkook non sapeva neanche il perché non avesse ancora provato ad attaccare il principe...Forse stava aspettando il momento giusto per sferrare un attacco a sorpresa. Ma allora perché continuava a palesare la sua presenza davanti a Jimin?

"Puoi almeno dirmi il tuo nome?" Il principe riportò sulla terra l'assassino  che si era perso nei suoi pensieri.
"Ti ho dovuto chiamare Kim Jay." Jungkook rise leggermente.

"Non sei minimamente vicino. Però preferisco che mi continui a chiamare così. Non ti dirò il mio nome."

Sweet Killer [KOOKMIN/JIKOOK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora