Cap 20

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Per il resto della giornata evitai Alec e quando ci incontravamo avevo un tono freddo e distaccato; ero stanca di questa situazione che si era creata tra noi due, non so cosa siamo o se esiste un noi. Siamo due persone adulte e ci può essere dell'attrazione reciproca ma con lui mi sembra sempre di fare un passo avanti e mille indietro, in certi casi non mi fido nemmeno di me stessa come posso fidarmi di lui?!

Mentre ero immersa nei miei pensieri una voce mi fece sobbalzare

"Ei Cloe!"

"Oh miseria! Will. Mi hai fatto prendere un colpo"

"Ops, scusa. Pensavo mi avessi sentito arrivare"

"Pensavi male allora" esclamai nervosa con ancora la mano sul cuore per lo spavento

"Wo wo calma tigre" mi disse scherzando e alzando le mani in aria in segno di resa

"Scusa, oggi non è giornata"

"Come mai?"

"Meglio lasciar perdere"

"Mmm, so io che ci vuole! Una bella birra sta sera dopo il lavoro con il sottoscritto e non accetto un no come risposta"

"Senti Will, oggi sono parecchio stanca e quindi non appena finisco il turno la sola cosa che voglio fare è andarmene a casa" risposi seccata

"Daiii, per favoreeeee, prometto che non faremo tardi. Una bevuta e basta. Ti prego, ti pregoooooooooo"

"Ok ok , ufff e va bene, basta che non mi tormenti"conclusi rassegnata

"Perfetto e ora parlando di cose serie devi venire con me perchè ho un paziente e se non hai particolari impegni mi piacerebbe che mi seguissi in questo caso"

"Oh ok andiamo allora"

Una volta arrivati davanti ad una camera in fondo al corridoio (una più isolata rispetto alle altre), Will aprì la porta e la prima cosa che mi colpì fu la poca luce in quella stanza e poi mi colpì vedere una sagoma vicino al letto del paziente e per mia spiacevole sorpresa vidi che era proprio il dott. Scott, ci guardammo per una breve frazione di attimo poi seguii Will vicino al letto del bambino accompagnata sempre dallo sguardo bruciante di Alec.

"Allora Cloe, lui è Toby, ha dei continui mal di testa e per questo lo abbiamo messo in una stanza più isolata rispetto alle altre, così non ci sono troppi rumori che possano far aumentare il suo dolore alla testa" mi spiegò Will parlando piano

"Ho richiesto una tac e tra poco dovrebbe essere disponibile" disse Alec informando Will per poi rivolgersi a me

"Ok dottore" risposi fredda senza guardarlo

"Dovrai anche fargli degli esami" aggiunse

"Sarà fatto" risposi continuando a non guardarlo ma sentivo ugualmente i suoi occhi su di me

Il mio sguardo era concentrato sul bambino davanti a me che ci guardava sofferente mentre con la manina si teneva la testa, così mi avvinai per parlargli un po.

La prima cosa che mi hanno insegnato quando ho iniziato l'università è di tenere sempre conto dell'opinione del paziente, bisogna ascoltarli e non importa quando lavoro c'è da fare bisogna sempre prendersi un'attimo di tempo per sentire come si sente il paziente. I loro sentimenti sono pari all'importanza di curare la malattia.

"Ei Toby, quanti anni hai?" gli chiesi dolcemente sedendomi sul letto e tenendo sempre un tono di voce basso

"Dieci" rispose il piccolo

"Dove sono i tuoi genitori?"

"Mia madre è andata a prendere un caffè e mio padre non so dove sia, non l'ho mai conosciuto"

"Ok piccolo.. e dimmi.. sai adesso cosa succederà?" e in risposta mi fede di no con la testa così continuai " Adesso andremo a fare una visita dove ci sarà un macchinario che ci permetterà di vedere cosa succede nella tua testa, non farà male nè sentirai dolore al massimo sentirai solo dei piccoli suoni"

"NO no, il rumore no mi fa male alla testa" disse agitandosi, allora gli presi le mani per calmarlo e cercai di rassicurarlo

"Ei ei tranquillo, andrà tutto bene. Toby guardami , lo so che senti dolore ma... dimmi cosa ti aiuta a diminuire il dolore, qualcosa che ti rilassa"

Ci pensò un po su poi disse " le canzoni quelle lente e calme che di solito mi cantava la nonna, ma ora lei non c'è più e la mamma non è brava come la nonna a cantare" parlò con un tono triste

"Ok facciamo così, se mi prometti di fare il bravo ti canto qualcosa ok? Sai me la cavo con il canto ma tu mi devi promettere che ti comporterai bene"

"Ok va bene, farò il bravo" disse felice

"Bene vediamo..." pensai quale canzone potesse andare "Proviamo con questa:

Somewhere over the rainbow
Way up high
And the dreams that you dream of
Once in a lullaby Somewhere over the rainbow
Bluebirds fly
And the dreams that you dream of
Dreams really do come true oh oooh"

Cantai piano questa melodia finchè Toby non si rilassò, dopo 5 minuti lo accompagnai a fare la tac e come promesso fece il bravo e una volta finito lo riaccompagna nuovamente in stanza e cantai ancora una volta per lui finchè non si addormentò, poi la madre restò con suo figlio e io e i due dottori uscimmo dalla stanza.

"Sei brava" mi disse Will una volta usciti dalla camera "Ci sai fare"

"Grazie ma non era nulla di così complicato" sorrisi leggermente imbarazzata

"Sei stata brava, ottimo lavoro" disse anche Alec

"Grazie" risposi solamente guardandolo un secondo per poi rivolgere la mia attenzione a Will

"Bhe allora a sta sera Cloe" mi disse quest'ultimo facendomi l'occhiolino per poi andare via

Una volta che Will si fu allontanato stavo per andarmene anch' io ma Alec mi fermò stringendomi il braccio

"Esci con lui?" mi domandò ma io non risposi al che lui mi prese il mento e mi fece incontrare i suoi occhi "Cloe, esci con lui?" domandò ancora

"Non vedo la ragione per il quale dovrei dirtelo"

"Rispondi" incalzò

"Che cosa vuoi Alec?, non ti devo rendere conto di nulla e non devo dirti con chi esco o no" dissi infuriata dal suo atteggiamento

"Quindi è un si, bhe non è molto raccomandabile quel tipo quindi.."

"Quindi niente Alec, non ti deve importare, io faccio la mia vita e tu ti fai la tua stop!"

"Quindi corri subito tra le sue braccia!"

Infuriata più che mai lo guardai fisso negli occhi

"Stammi bene a sentire io non corro tra le braccia di nessuno, ci esco perchè con lui mi trovo bene e non scappa come invece fai tu, prima mi baci poi ti allontani, io non sono il gioco di nessuno Alec. Io faccio la mia vita e tu ti fai la tua, lavoriamo insieme e basta" e dopo avergli detto quello che dovevo mi girai e me ne andai.

La forza di rialzarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora