Cap 27

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Non so da quanto tempo sono rinchiusa quì dentro, ormai ho perso la cognizione del tempo...   L'unica persona che viene a farmi visita è Will ed ogni volta mi incita a pensare ad un luogo o ad un posto dove mia madre avrebbe potuto nascondere quei file tanto ambiti ma la cosa che non hanno capito è che realmente io non so dove siano o di che cosa trattano questi file; nel tempo in cui sono stata rinchiusa quà dentro ho potuto riflettere e metabolizzare le novità ma accettarle è tutt'altra cosa.

All'improvviso la porta viene aperta violentemente rivelando la figura di Oscar a dir poco arrabbiata

"Ok adesso basta mocciosetta, sono stato fin troppo buono con te. Ora dimmi dove cazzo sono i MIEI file" mi urla contro.                                                                                                                                              Io dopo averlo guardato con rabbia mi decisi a rispondere

"Penso che tu sia sordo zietto, lo ripeto per l'ultima volta NON-LO-SO" scandii ogni parola.

Lui allora con aria più minacciosa mi si avvicinò "Vediamo se ora ti viene in mente qualcosa" in un'attimo mi afferrò la testa e me la sbattè contro la dura testiera del letto provocandomi un piccolo taglio sulla fronte. Oltre all'immenso dolore che provavo ad un certo punto sentì qualcosa di liquido e bagnato scivolarmi lungo la parte destra del viso e tastandomi vidi che era sangue e da lì non ci vidi più

"MA TU SEI FUORI DI TESTA" urlai arrivata ormai al limite di tutta questa situazione

"Ormai dovresti aver capito che non mi faccio scrupoli con nessuno, nemmeno con chi ha il mio stesso sangue" e dopo essersi avvicinato ancora di più a me ormai eravamo faccia a faccia e con tono cupo continuò "e ora dimmi dove sono o oggi proverai dolori mai sentiti prima"  
Mentre ci sfidavamo con gli sguardi all'improvviso nei piani inferiori si sentì un frastuono e un'uomo agitato si precipitò dentro la stanza

"Signore, ci stanno attaccando. Penso siano venuti per la ragazza" mentre il tipo spiegava la situazione in maniera molto frenetica Oscar iniziò a ridere come se quell'uomo gli avesse raccontato una barzelletta. Dopo pochi minuti si fece serio ma con un mezzo sorriso sul volto, un sorriso che a mio parere non prometteva nulla di buono e infatti poi si girò verso di me

"E così sono venuti a prenderti i tuoi cari angeli custodi... me lo aspettavo sai?" poi dopo avermi rivolto un'altra occhiata si girò verso l'uomo che era entrato di corsa in stanza

"Dan sorvegliala, non deve uscire da quì chiaro?"

"Si signore" rispose subito quello che si chiama Dan poi andò verso la porta e prima di uscire girò leggermente la testa nella mia direzione

"Tu rimani quì cara nipote, io vado a fare una chiacchierata con i tuoi amici" sorrise malefico per poi uscire e lasciarmi sola con Dan.

Rassegnata mi sedetti sul letto e ascoltai quello che stava succedendo di sotto: sentivo solo dei colpi di pistola e delle urla poi pian piano non badai più a quello che stava succedendo perchè iniziavo a sentirmi sempre più stanca e il dolore alla testa era diventato insopportabile

Dopo altri minuti, a mio parere infiniti, sentì la porta della stanza aprirsi di colpo e nonostante la vista un po annebbiata vidi due figure combattere tra loro e poi una figura mi si avvicinò

"Cloe eccomi, sono quì" anche se non distinguevo bene i contorni e non vedevo in maniera chiara avrei potuto riconoscere quella voce tra mille, poi sentì le sue mani appoggiarsi ai lati del mio viso inclinandomi la testa dove avevo il taglio "Sei ferita!" non era una domanda bensì un'affermazione e dal suo tono di voce traspariva la rabbia

"A-alec" sussurrai solo e lui dopo un sorriso forzato mi fece alzare in piedi

"Vieni, ti devo portare via da quì, andiamo, reggiti a me" così dopo avegli messo un braccio intorno al collo e lui la mano nel fianco per sorreggermi uscimmo da quella stanza e con passo veloce ci dirigemmo verso le scale, purtroppo ci siamo dovuti fermare un paio di volte perchè gli uomini di Oscar cercavano di fermarci e allora Alec doveva combattere per non farci prendere e quando finalmente riuscimmo a giungere alla fine delle scale a sbarrarci la strada ora era Oscar e non seppi dire che faccia aveva perchè la vista iniziò a diventare sempre più sfocata  e sentivo le forze svanire sempre di più.

"Cloe, ei, resisti, ci siamo quasi resisti ancora un po" mi incoraggiò Alec cercando di farmi restare sveglia ma i miei occhi non ne volevano sapere di restare aperti volevano solo chiudersi e riposare. L'ultima cosa che sentì fu Oscar dire "Tu ragazzo, dove credi di andare con mia nipote?" poi più nulla.

Pov Alec

La situazione si stava complicando, Cloe non ce la faceva più e in una mossa veloce la presi in braccio in stile sposa mentre tenevo lo sguardo puntato su Oscar, sapevo che non ci avrebbe lasciato andare facilmente per questo dovevo inventarmi qualcosa altrimenti da quì non ne saremmo usciti vivi.

"Se la lasci quì e ora prometto di non farti troppo male ragazzo" mi guardò sorridendo in maniera poco rassicurante, però non mi feci intimidire e lo sfidai con un sorrisetto sulle labbra "Scordatelo" gli dissi e mentre si stava avvicinando a sbarrargli la strada fu Antonio e Stefano che ci facevano da scudo.

Dopo pochi secondi mi affiancò anche Maria e guardando Oscar dritto negli occhi mi disse "Portala via di quì Alec, al resto ci pensiamo noi" e sensa esitare la portai fuori mentre all'interno della casa si sentivano dei colpi di pistola però nonostante tutto non mi voltai perchè l'importante era portare Cloe via di quì, il piano era questo e finchè non saremo al sicuro non posso distrarmi neanche un'attimo.

Arrivati alla macchina stendo Cloe sui sedili posteriori poi salì in macchina velocemente per poi partire a tutto gas; dopo alcuni minuti vedo il telefono avvisarmi di un messaggio che poi scopro essere di Maria: -ci vediamo alla base-. <Perfetto anche gli altri erano fuori>.

Dopo essermi allontanato abbastanza dalla casa di Oscar mi girai per vedere se Cloe stava bene e vidi che stava dormendo, probabilmente era esausta per tutto quello che aveva passato.      Senza accorgermene strinsi con forza il volante pensando a cosa Oscar gli possa aver fatto o detto ma nonostante quello che gli è stato detto ormai è arrivato il momento della verità, non si può più tornare indietro

Una volta arrivati alla base presi Cloe e la portai in una camera tranquilla  e dopo averla distesa nel letto gli medicai la ferita in fronte e una volta finito andai dagli altri.

"Come stà?" mi domandò Stefano non appena entrato

"Stà dormendo" sospirai

Maria:"Oscar gli ha raccontato di sua madre e non ha reagito bene. In fin dei conti c'era da aspettarselo" mi informò

Antonio:"Quando si sveglia dobbiamo spiegargli tutto quanto e poi dobbiamo addestrarla perchè che gli piaccia o no ormai si trova in mezzo a questa "guerra" e lei è il tassello principale"

La forza di rialzarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora