Cap 35

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Pov Maria

Dopo che Alec portò via Cloe nella stanza regnò il silenzio assoluto, sia io che Patric (padre di Cloe) rimanemmo in un silenzio di tomba, mentre lui si puliva il sangue dal naso, pensai al suo racconto e poi presi parola

"Ti faccio solo una semplice domanda" concentrò la sua attenzione su di me così continuai "Che ti ha detto Oscar?"

"Mi ha detto che non vuole solo i file ma vuole anche Cloe, vuole portarla dalla sua parte e ha detto che non importa quanto voi la proteggerete perchè lui può arrivare a lei in qualsiasi momento"

"Come"

"Non mi ha detto altro". Dopo un'altro attimo di silenzio stavo per uscire dalla porta quando poi mi girai verso di lui "Un'ultima cosa... perchè se sapevi di Patricia alla sua morte hai incolpato Cloe?" domandai curiosa di sapere la risposta.

"Perchè in fondo pensavo veramente che era colpa sua, ho perso il controllo e ho iniziato a bere e in seguito a quello ho iniziato a picchiarla, la mia mente era come offuscata e non mi rendevo realmente conto di quello che stavo provocando, sentivo solo il dolore e il vuoto che ho pensato solo a me stesso. Lo so sono un miserabile e me ne pento amaramente" abbassò la testa colpevole

"Lei non ti perdonerà mai lo sai questo?! Hai lasciato una ferita profonda in lei e questo genere di ferite non si chiudono facilmente e anche se un giorno arriverà vicino al perdonarti avrai lasciato per sempre una cicatrice in lei" dopo queste ultime parole chiusi la porta dietro di me e me ne andai.

Pov Cloe

Alec dopo avermi trascinata via dalla sala interrogatori mi aveva portato in palestra per farmi calmare un po ma ero troppo furiosa per farlo, dopo aver fatto alcuni passi avanti e dietro per la palestra pensai a tutto quello che mi aveva detto e che mi aveva fatto così inziai a picchiare un sacco da box a mani nude e ogni colpo che davo era sempre più forte del precedente, le nocche dopo alcuni colpi iniziarono a sanguinare ma non mi importava, continuavo a colpire sempre di più quel povero sacco fino a quando Alec mettendosi di fianco a me mi afferrò i polsi tenendoli stretti mentre io cercavo di liberarmi dalla sua presa

"LASCIAMI" dissi con rabbia

"No" rispose solo

"Alec.Ho.Detto.Lasciami" lo guardai facendogli capire che non scherzavo

"No". Più strattonavo la presa più lui aumentava la forza per non farmi fuggire "Adesso calmati". Mi parlava con una voce calma come se davanti a lui avesse un animale feroce pronto ad attaccare e forse lo ero veramente perchè se Alec non mi avesse portata via da quella stanza credo che avrei continuato a picchiare mio padre fino a quando non avesse perso i sensi.

Dopo diversi tentativi di liberarmi stanca di quella situazione con una mossa di kung fu mi liberai finalmente dalla sua stretta e inaspettatamente lui mi attaccò ma non mi trovò impreparata perchè risposi al suo attacco ed è così che ci ritrovammo a combattere, io per rabbia lui per farmi sfogare e credo calmare un po, dopo cinque minuti mi prese per le braccia mi tenne stretta e si butto indietro facendo una capriola con me sopra di lui e cercando di rialzarmi lui veloce si mise sopra di me cercando di tenermi ferma "Te l'ho detto, agisci con rabbia e perdi l'ucidità" disse con il fiatone

"Tu pretendi lucidità da me?! Quel mostro mi ha sempre mentito e mi ha incolpato per la sua morte quando sapeva benissimo cosa stava accadendo e dopo tutto quello che mi ha fatto se ne esce con un -mi dispiace?- Avrete pure un fascicolo su di me ma non sapete cosa ho passato " e dopo un breve scambio di sguardi da parte di entrambi lo spinsi via e con un balzo ritornai in piedi solo che invece di attaccarlo di nuovo mi diressi verso l'uscita della palestra con passo spedito.

La forza di rialzarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora