Cap 38

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In quella stanza regnava il silenzio, i nostri sguardi parlavano per noi ma dopo alcuni attimi distolsi il mio sguardo e imbarazzata mi mossi nel letto cercando una posizione più comoda ma una fitta al fianco mi mozzò il respiro e mi fece assumere un'espressione di dolore. Non mi concentrai più sul ragazzo di fronte e me ma mi concentrai sul dolore provato dalla ferita.

"Fai piano, non sei ancora guarita" disse Alec avvicinandosi e alzandomi leggermente la maglia per vedere la situazione "Quel bastardo ha conficcato la lama per bene. Temo proprio che ti rimarrà la cicatrice"

"Come fai a sapere che è stata proprio una lama a ferirmi" mentre controllava la medicazione alzò lo sguardo, lo puntò sul mio e dopo un secondo lo riabbassò sul mio fianco, sospirando rispose "Cloe sono un medico, non ci vuole un genio per capire che è stata una lama a procurarti questa ferita"

<lo ammetto stavo temporeggiando, non sapevo che dire, la situazione era troppo imbarazzante e mi ero stancata. Così pensai a cosa dire pur di non tornare alla situazione iniziale>

"Mi ha chiesto di andare con lui" sputai di colpo

Alec mi abbassò la maglia si mise seduto sul letto poco distante da me e guardò il muro di fronte a sè

"Lo so" rispose

"Ha detto che potrebbe far del male alle persone a me care se non lo assecondo"

"Lo so" rispose ancora una volta

"E... se.. unendomi a lui potrei sistemare le cose?" domandai abbassando la testa

"Non pensarci nemmeno! D'ora in poi sarai sotto stretta sorveglianza, inoltre starai con me 24 ore su 24 e farò in modo che ne Oscar ne i suoi uomini si avvicinino a te". Non appena ho formulato la domanda con la coda dell'occhio lo vidi voltarsi di scatto verso di me e io dopo il suo discorso alzai la testa guardandolo per bene

"Ma non capisci? Potrebbe far del male ad Alex, Maria o.. te" sussurrai l'ultima parte

"Di me non m'importa, voglio solo che tu sia al sicuro"

Quelle parole mi provocarono un tonfo al cuore; mai avrei creduto che Alec mi dicesse simili parole ma poi dopo un momento mi ricordai che in fondo non era nulla di speciale perchè questo non è altro che il suo lavoro, la sua missione in fondo è sempre stata quella di controllarmi e proteggermi quindi non mi dovrei stupire se si comporta così

"Non ho bisogno di protezione" dissi più dura di quanto volessi "E poi.. capisco che è la tua missione ma.."

"Non è una missione, tu non sei solo una missione Cloe, non più" mi interruppe, io sorpresa da tali parole alzai la testa che precedentemente avevo abbassato e lo guardai sorpresa.

Il suo sguardo sembrava volermi comunicare parole che la sua bocca non osava pronunciare

"Avevi ragione.. puoi essere un soldato o un'agente ma.. non puoi reprimere i sentimenti. Non è possibile, ci ho provato ma non ha funzionato" parlò con una voce rassegnata

"Non capisco cos.." questa volta a non farmi finire la frase furono le sue labbra attaccate alle mie, si era avvicinato così velocemente che non ho avuto tempo di realizzare la cosa e solo quando mi mise una mano dietro la testa mi risvegliai dal mio temporaneo stupore. Mi baciò con intensità, un bacio pieno di rabbia ma bisognoso che trasmetteva paura, rabbia e amore? Non saprei definirlo e proprio adesso mi rendo conto in che situazione mi sono cacciata. Mi ero ripromessa di stare lontano dai ragazzi, mi ero costruita un muro davanti per proteggermi ma solo adesso mi rendo conto.. non so bene, non so quando ma Alec è riuscito a scavalcare quel muro e ora mi stà chiedendo di provare a riaprire il mio cuore. Non so se sono pronta, non so se ne sono capace so solo che in questo momento mentre le sue labbra premono sulle mie ho deciso di provarci, ho deciso di riprovare a dare una possibilità a me stessa, cercherò di riaprire il mio cuore, non sarà una cosa facile ma voglio riprovarci.

La forza di rialzarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora