In questo esatto momento mi trovo in una macchina bella, costosa e profumata di nuovo; la musica nelle orecchie e l'adrenalina alle stelle; non posso crederci che sta succedendo davvero. Forse, questa volta, andrà bene... veramente.
Scusatemi, sono veramente un'idiota, voi non sapete neanche chi sono e perché sono in questa macchina; beh, io mi chiamo Johanna Davis e questo sembra l'inizio di una nuova vita.
*inizio flashback*
- Finalmente siamo tornati in orfanotrofio! In quella famiglia non ce la facevo più! -
- Jo io sono d'accordo, ma dai ci sono state famiglie peggiori, ad esempio la tizia che era piena di gatti... -
- Oppure quelli che erano ubriachi ventiquattro ore su ventiquattro... -
- Giusto, fatto sta che adesso siamo tornati e non voglio più andarmene! -
- Concordo! - dice Justin prendendo la sua chitarra e arpeggiando un po' di accordi.
*Toc toc*
- Avanti! - urlo interrompendo mio fratello
Dalla porta entra Betty: la "nonnetta" di tutti gli orfani di questo posto e, col suo sorriso caloroso, apre le braccia facendo segno di andare a darle un abbraccio. Immediatamente ci alziamo tutt'e due e la stringiamo con tutte le nostre forze. Lei è stata fin da subito come una vera e propria nonna; è sempre stata lei a prendersi cura di noi e sapeva come farsi adorare, anche dai bambini più testardi come eravamo io e Justin.
- Ragazzi così mi soffocate! - dice dandoci un bacio sulla fronte
- Sbaglio o siete cresciuti ancora? Siete sempre più alti, e io sempre più piccola! -
- Jo rimane nana come sempre, sono io che mi alzo -
- Vaffanculo Justin! -
- Chi è che vi ha insegnato queste parole? Di certo non io! - dice dandoci una leggera sberla a tutti e due.
- Colpa delle famiglie! - dico lanciandomi sul mio letto
- A proposito, come avete fatto a tornare anche questa volta? -
- Ma sì, sempre un po' le solite cose, un po' di casino un po' di urla e via che si torna - sta volta a parlare è mio fratello; guardandolo non riesco a vedere altro che un gran tenerone, credo di essere una cattiva influenza su di lui.
- A proposito di questo, Carola vi vuole nel suo ufficio - a queste parole schizzo in piedi e mi si gela il sangue: essere chiamati nell'ufficio voleva dire che avevi fatto qualcosa di veramente grosso.
- Perché? Non abbiamo fatto niente! - ed ecco che Justin scatta in nostra difesa, sarebbe un avvocato fantastico, se solo non si facesse prendere dall'ansia.
- Non lo so tesori, ma qualsiasi cosa succeda non fatevi prendere dal panico e non fate niente che potrebbe peggiorare la situazione - dice Betty col suo tono rassicurante e abbracciandoci.
- Dai, ora andate, non vorrete farla aspettare troppo? -
Detto questo le diamo un bacio sulla guancia e corriamo in direnzione "Inferno".
Arriviamo davanti alla porta e non serve neanche bussare, che lei ci apre direttamente la porta. Ci guarda seria e questa cosa mi da molto fastidio.
- Sedetevi. - ok, sembra veramente furiosa...
Entriamo e ci sediamo nelle poltroncine di fronte alla sua scrivania. Lentamente si siede anche lei e ci squadra per qualche secondo, senza fiatare.
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Nonostante tutto / #Wattys2020
Teen FictionJustin e Johanna Davis sono due gemelli adolescenti come altri: amanti e non curanti del pericolo, pigri ma allo stesso tempo pieni di energia, e con quel solito odio represso per il mondo e per la società. Sono come qualsiasi altro sedicenne, trann...