Capitolo 1

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In questo esatto momento mi trovo in una macchina bella, costosa e profumata di nuovo; la musica nelle orecchie e l'adrenalina alle stelle; non posso crederci che sta succedendo davvero. Forse, questa volta, andrà bene... veramente.

Scusatemi, sono veramente un'idiota, voi non sapete neanche chi sono e perché sono in questa macchina; beh, io mi chiamo Johanna Davis e questo sembra l'inizio di una nuova vita.

*inizio flashback*

- Finalmente siamo tornati in orfanotrofio! In quella famiglia non ce la facevo più! -

- Jo io sono d'accordo, ma dai ci sono state famiglie peggiori, ad esempio la tizia che era piena di gatti... -

- Oppure quelli che erano ubriachi ventiquattro ore su ventiquattro... -

- Giusto, fatto sta che adesso siamo tornati e non voglio più andarmene! -

- Concordo! - dice Justin prendendo la sua chitarra e arpeggiando un po' di accordi.

*Toc toc*

- Avanti! - urlo interrompendo mio fratello

Dalla porta entra Betty: la "nonnetta" di tutti gli orfani di questo posto e, col suo sorriso caloroso, apre le braccia facendo segno di andare a darle un abbraccio. Immediatamente ci alziamo tutt'e due e la stringiamo con tutte le nostre forze. Lei è stata fin da subito come una vera e propria nonna; è sempre stata lei a prendersi cura di noi e sapeva come farsi adorare, anche dai bambini più testardi come eravamo io e Justin.

- Ragazzi così mi soffocate! - dice dandoci un bacio sulla fronte 

- Sbaglio o siete cresciuti ancora? Siete sempre più alti, e io sempre più piccola! -

- Jo rimane nana come sempre, sono io che mi alzo -

- Vaffanculo Justin! - 

- Chi è che vi ha insegnato queste parole? Di certo non io! - dice dandoci una leggera sberla a tutti e due

- Colpa delle famiglie! - dico lanciandomi sul mio letto

- A proposito, come avete fatto a tornare anche questa volta? -

- Ma sì, sempre un po' le solite cose, un po' di casino un po' di urla e via che si torna - sta volta a parlare è mio fratello; guardandolo non riesco a vedere altro che un gran tenerone, credo di essere una cattiva influenza su di lui.

- A proposito di questo, Carola vi vuole nel suo ufficio - a queste parole schizzo in piedi e mi si gela il sangue: essere chiamati nell'ufficio voleva dire che avevi fatto qualcosa di veramente grosso.

- Perché? Non abbiamo fatto niente! - ed ecco che Justin scatta in nostra difesa, sarebbe un avvocato fantastico, se solo non si facesse prendere dall'ansia.

- Non lo so tesori, ma qualsiasi cosa succeda non fatevi prendere dal panico e non fate niente che potrebbe peggiorare la situazione - dice Betty col suo tono rassicurante e abbracciandoci.

- Dai, ora andate, non vorrete farla aspettare troppo? -

Detto questo le diamo un bacio sulla guancia e corriamo in direnzione "Inferno".

Arriviamo davanti alla porta e non serve neanche bussare, che lei ci apre direttamente la porta. Ci guarda seria e questa cosa mi da molto fastidio.

- Sedetevi. - ok, sembra veramente furiosa...

Entriamo e ci sediamo nelle poltroncine di fronte alla sua scrivania. Lentamente si siede anche lei e ci squadra per qualche secondo, senza fiatare.

Nonostante tutto / #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora