Mio fratello si è addormentato in un battito di ciglia, il problema: è per terra, in un bagno che, per carità, lussuosissimo e pulitissimo, ma non mi sembra il posto più comodo per dormire e, sfortunatamente, Justin è decisamente troppo pesante per me; quindi sono obbligata a chiedere aiuto a qualcuno e l'unica persona disponibile in questo momento è quella con cui non voglio assolutamente parlare.
Avanti Johanna, non è niente di grave, cosa sarà mai chiedergli di aiutarti?
Esco dal bagno e immediatamente lo vedo: è sul balcone che sta fumando una sigaretta ed è bellissimo, ma immediatamente la tristezza si impossessa di me ricordandomi come mi ha guardata quando sono entrata: sembrava fossi peggio della spazzatura per lui, e questa cosa ha fatto molto male.
- Christian... - la mia voce trema, ma mi devo fare coraggio. Mi avvicino di più al terrazzo, ma non esco.
- Christian... - ancora nessuna risposta, e non riesco a capire se è perché non mi vuole parlare o perché non mi sente; in qualsiasi caso, decido di lasciar perdere e di cavarmela da sola.
Ritorno in bagno e cerco in qualsiasi modo di spostare mio fratello fino al suo letto. Avete mai tentato di spostare una persona alta dieci centimetri in più di voi e con trenta chili in più di voi di muscoli? Beh, posso assicurarvi che non è così semplice.
- Hai bisogno di una mano? - mi giro e lo vedo: mi sta guardando e, nonostante sia lontano, posso benissimo notare che i suoi occhi sono gonfi.
- Sì... - gli rispondo e lui, immediatamente, prende mio fratello in braccio per poi metterlo a letto.
Appena finisce si volta verso di me e il mio cuore perde un battito ogni passo che fa verso di me.
Non c'è molta distanza tra noi, ma vorrei veramente che l'azzerasse.
- Ti va una sigaretta? - la sua voce è quasi spenta, come se fosse triste, e la mano che tiene la sigaretta è tremante. Io abbozzo un sorriso e la afferro la mia probabile futura causa di morte per poi uscire sul terrazzo.
Mi raggiunge accendendosene una per poi passarmi l'accendino.
Facciamo i primi quattro tiri dove io cerco di evitare il suo sguardo, mentre lui cerca sempre di incrociarlo.
- Oh al diavolo! - queste sono le prime e ultime parole che sento prima di avere le sue labbra attaccate alle mie. Dio come mi mancava baciarlo. Ogni volta che litighiamo, la voglia di baciarlo aumenta sempre di più.
- Mi dispiace... non volevo aggredirti in quel modo... - stranamente sono io la prima a scusarsi.
- E io non dovevo urlarti contro... - dice per poi riprendere a baciarmi.
- Appena ti ho vista con gli occhi rossi e gonfi, mi sono sentito una merda... perché sapevo che avevi pianto a causa mia -
- Te ne sei accorto... -
- I tuoi occhi sono la prima cosa che guardo ogni volta che ti vedo... - non so come ma questa frase mi fa arrossire tantissimo.
- Sei ancora più bella quando arrossisci - dice per poi baciarmi di nuovo. Com'è possibile che un ragazzo mi faccia perdere così tanto la testa?
- Perché litighiamo così spesso? -
- Perché ci preoccupiamo l'uno dell'altra, e perché siamo delle teste di cazzo - alla sua risposta non posso fare a meno di sorridere, soprattutto perché ha pienamente ragione.
- Ora vado a letto, sennò domani sarò nelle loro stesse condizioni... - dico riferendomi a mio fratello e alla sua ragazza.
- Vai, rimango io con loro... -
- No, tu adesso vai a dormire! -
- C'è bisogno di qualcuno che faccia da badante... -
- Ormai si sono addormentati! Non si sveglieranno, non prima di una dozzina di ore... -
- E hai intenzione di lasciarli al loro destino? -
- No... la prima cosa che guarda Justin alla mattina è il telefono, quindi gli scriverò un messaggio con tutto quello che deve fare per riprendersi! -
- Come sei responsabile! -
- Hai visto? -
- Allora possiamo andare a letto tranquilli... -
- A quanto pare sì - usciamo in silenzio per poi darci un ultimo bacio fuori dalla stanza di Emily per poi andare a dormire entrambi...
Sono le 7.15, cioè un quarto d'ora prima della sveglia; perché mi sono svegliata? Perché qualcuno sta bussando alla porta da non so quanto.
- Arrivo! - la mia voce è ancora impastata dal sonno, d'altronde come dovevo reagire?
Apro la porta e mi ritrovo davanti la mia compagna di stanza con un sorriso tipo "Scusa se ti ho svegliato" stampato in faccia.
- Non so se essere felice per te che hai seguito i miei consigli, oppure essere incazzata con te perché mi hai svegliato un quarto d'ora prima della sveglia -
- Guarda il lato positivo, hai più tempo per prepararti -
- Sì ma sono stanca! - dico lanciandomi sul mio letto.
- Uh, qualcuno qui è andato a letto tardi! L'hai fatto con Christian? -
- No! Mi sono presa cura di mio fratello che si era ubriacato alla festa fino alle due di notte -
- Va beh, la serata non poteva andare bene a tutt'e due... -
- Per adesso non raccontarmi niente! Abbiamo tutto il tempo del mondo quando faremo riscaldamento, adesso lasciami dormire altri cinque minuti! - dico rimettendomi sotto le coperte, inutilmente dato che le viene in mente la bellissima idea di volere le trecce attaccate per allenamento e, essendo l'unica in grado di farle, mi tortura finché non mi arrendo.
Dopo mezz'ora passati a prepararci con tutta la calma del mondo, scendiamo a fare colazione con un po' di anticipo; entriamo nel salone e vediamo il ben di Dio: frutta fresca, torte, brioche, ciambelle, in poche parole qualsiasi cosa volevamo era a nostra disposizione.
- Kate dov'è il caffè? -
- Vai al bar in fondo alla sala da pranzo e chiedi quello che vuoi -
- Quindi potrei anche chiedergli un gin tonic? -
- Se proprio lo desideri sì, ma ti ricordo che sono le 7.50 di mattina e che tra poco più di un ora abbiamo gli allenamenti - dice prendendomi in giro.
Io le faccio la linguaccia e mi avvicino al bar; per mia sfortuna, o fortuna vedetela come vi pare, Christian, Mark e Justin sono seduti in un tavolo leggermente nascosto, ecco perché non li avevo visti, e per arrivare al bancone del bar passo proprio davanti a loro.
Appena sono a un metro dai ragazzi, loro si accorgono della mia presenza, ma io ho occhi sono per Christian (sfrutto il fatto che mio fratello sia ancora mezzo addormentato e con la fronte appoggiata al tavolo).
- Un cappuccino per favore - chiedo al barista.
- Subito -
Dopo neanche due secondi due braccia mi circondano la vita e una voce raggiunge il mio orecchio.
- Quante volte te lo devo dire di non metterti i leggings? -
Eccoci qui con un nuovissimo capitolo!!!
Scusate se non sto scrivendo moltissimo, ma le lezioni virtuali mi occupano un casino di tempo.
Spero che la storia vi stia piacendo!
Non dimenticatevi di votare! <3
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Nonostante tutto / #Wattys2020
Teen FictionJustin e Johanna Davis sono due gemelli adolescenti come altri: amanti e non curanti del pericolo, pigri ma allo stesso tempo pieni di energia, e con quel solito odio represso per il mondo e per la società. Sono come qualsiasi altro sedicenne, trann...