Siamo in macchina da ormai cinque minuti e Christian non ha ancora intenzione di dirmi dove stiamo andando.
- Hai intenzione di tenermi sulle spine ancora per un po'? -
- Stai zitta, ormai siamo arrivati! -
- Che stronzo! -
- Arrivati, contenta? -
- Ma dove siamo? - dico scendendo dall'auto.
- Seguimi e vedrai! - dice tendendo la sua mano verso di me. Io l'afferro e faccio ciò che mi dice.
Arrivamo davanti ad una porta normalissima, con una piccola insegna sopra: "Boxe"
- Devi sapere che lo strizza-cervelli aveva consigliato a mia madre di farmi fare uno sport che mi aiutasse a scaricare la rabbia, e mia madre ha scelto la boxe... -
- Ma non possiamo stare qui, è chiusa! -
- No se hai la chiave! - dice mostrandomi una piccola chiave e aprendo la porta.
Entriamo e ciò che vedo è un paradiso terrestre: una palestra enorme ben rifornita di ring, sacchi e altri attrezzi vari come pesi o altre cose.
- Tu sei completamente pazzo! -
- Si abbastanza, mettiti queste! - dice lanciandomi le fasciette protettive.
- Dio quanto mi mancava tutto questo! -
- Bene, iniziamo! -
- A fare cosa? -
- Riscaldiamoci! - dice trascinandomi fino ad uno dei sacchi appesi.
- Avanti! Fammi vedere quello che sai fare! - dice mettendosi dalla parte opposta del sacco per tenerlo fermo.
- Lo sai che tutto questo è imbarazzante vero? -
- Volevi una palestra di boxe, eccotela! Ora meno chiacchiere più pugni - nonostante l'imbarazzo che non mi abbandona mai, inizio a tirare i primi pugni contro il sacco di cuoio.
- Dai continua! - mi incita e io non mi fermo.
- Aspetta, stai sbagliando una cosa; non muovere il busto, lavora il braccio, non il busto sennò finisci per farti male alla schiena - dice mettendo le mani sui miei fianchi per tenerli fermi.
- Dai colpisci! - dice facendomi ricominciare, non lasciando mai il mio bacino.
- Ok, prendi questa! - dice passandomi una corda.
- Non vorrai mica che salti la corda vero? -
- E invece sì! -
- Non ho fiato e lo sai bene! -
- Non arrenderti prima di provare! - alzo gli occhi al cielo e inizio a saltare; faccio i primi cinquanta e il fiato inizia a mancare, ma non mi fermo; arrivo a ottanta, sento che ormai i miei polmoni sono partiti, ma non mi fermo; arrivo a 120 e non ce la faccio più.
- Poi dici che non hai fiato! Bevi un po', starai morendo - dice passandomi una bottiglia d'acqua.
- Dai giù! - dice facendomi segno di sedermi per terra.
- Non mi dai un attimo tregua! -
- Dai, giuro che è l'ultima cosa poi saliamo sul ring -
- Cosa? -
- Sì, siamo venuti qui per scaricare la tensione! -
- Si ma tra un po' svengo! -
- Poche storie e fai qualche addominale! - alzo gli occhi al cielo mentre mi siedo e inizio.
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Nonostante tutto / #Wattys2020
Novela JuvenilJustin e Johanna Davis sono due gemelli adolescenti come altri: amanti e non curanti del pericolo, pigri ma allo stesso tempo pieni di energia, e con quel solito odio represso per il mondo e per la società. Sono come qualsiasi altro sedicenne, trann...