La serata è stata fantastica: abbiamo ballato, abbiamo cantato, abbiamo mangiato, abbiamo bevuto (ma non troppo); è stata veramente una delle serate più belle che io abbia mai avuto.
Adesso sono seduta perché i miei piedi stanno chiedendo pietà: non sono abituata ad indossare i tacchi per così tanto tempo.
- Ti stai divertendo? - la voce di Christian raggiunge le mie orecchie nonostante la musica alta.
- Molto... solo che mi fanno male i piedi per i tacchi -
- Ti va di andare a casa? Mia madre è andata in orfanotrofio e ci rimane per due settimane... -
- Con questo cosa intendi? -
- Che avremmo casa libera dato che Justin andrà da Emily... -
- Christian non so se... -
- Ricordi cosa ho detto in palestra? -
- Sì... -
- Allora non preoccuparti! Andiamo? - dice mostrandomi la sua mano. Io la afferro e insieme usciamo dal salone principale.
Stiamo camminando per i corridoi, mano nella mano, ed è una cosa bellissima.
- Allora le voci che girano sono vere! State insieme... - ci giriamo verso la misteriosa voce e vediamo tre ragazzi che ci guardano con fare piuttosto minaccioso, e questa cosa non mi piace moltissimo.
- Vattene O'Connor! - questo cognome mi è famigliare, ma certo! Marcus O'Connor, è uno dei ragazzi che mi aveva scritto una lettera!
- No... prima voglio vederci chiaro... -
- Molto coraggioso da parte tua venire a parlarci con la scorta... - la tensione che si è creata si potrebbe benissimo tagliare con un coltello.
- Perché lui? Guardalo! Io sono molto meglio - adesso si rivolge a me, ma di tutta risposta stringo di più la mano di Christian, per fargli capire che non lo abbandonerò, non per uno come lui.
- Non rispondi? Ti facevo con un po' più di carattere... - dice con un bellissimo contorno di risate irritanti dei suoi amici.
- Semplicemente non spreco fiato per deficienti come te - gli rispondo sorridendo.
- Come cazzo ti permetti! - dice avvicinandosi a me, ma Christian si mette in mezzo.
- Che carini, proprio una bella coppia. Johanna lui ti userà! Per lui non sei altro che un giocattolo e non... - non riesce a finire la frase perché gli arriva un pugno direttamente sulla mascella che lo fa quasi cadere.
- Impara a chiudere quella bocca O'Connor! - dice aggressivamente Christian.
Facciamo per andarcene, ma la voce di Marcus richiama nuovamente la nostra attenzione.
- Che coniglio che sei Smith! Che c'è? Avere una troietta fissa ti ha rammollito? - ed ecco la goccia che fece traboccare il vaso. Non ho neanche il tempo di elaborare quello che ha detto che Christian si è già avventato su di lui e lo sta picchiando.
- Christian smettila! - gli urlo e lui si stoppa con mia grandissima sorpresa; il mio sguardo passa dal mio ragazzo a Marcus e subito lo riconosco: è il ragazzo della festa, quello che voleva stuprarmi; mi avvicino non togliendo lo sguardo da lui e noto una cosa: è nuovamente stra fatto; le pupille sono dilatate e la parte bianca è più rossa del normale.
Non riesco a non guardarlo senza ripensare a quello che mi avrebbe fatto se non fossero arrivati Justin, Hannah e Christian a salvarmi.
Lui è contro il muro, mi guarda, Christian è di fianco a me in attesa che dica qualcosa; poi in neanche una frazione di secondo Marcus è per terra con il naso sanguinante e le mani che coprono le parti intime. Poi mi rendo conto: sono stata io. Gli ho dato una ginocchiata dove non batte il sole per poi dargli un pugno sul naso: la mia mano è ancora stretta, tanto da far sembrare le nocche bianche.
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Nonostante tutto / #Wattys2020
Teen FictionJustin e Johanna Davis sono due gemelli adolescenti come altri: amanti e non curanti del pericolo, pigri ma allo stesso tempo pieni di energia, e con quel solito odio represso per il mondo e per la società. Sono come qualsiasi altro sedicenne, trann...