Immediatamente ci scambiamo uno sguardo per poi correre verso l'urlo. Nello stesso momento in cui usciamo dalla mia camera la porta di quella di mio fratello si apre, non abbiamo neanche il tempo di guardarci negli occhi che tutti e tre stiamo correndo per le scale, fino ad arrivare in cucina.
Ci fermiamo non appena entriamo nella stanza dove, per qualche strano motivo, Carola è seduta per terra, le mani stringono alcune ciocche di capelli e le lacrime rigano insistenti sul suo volto.
- Mamma! Mamma cosa ti è successo? - Christian si è immediatamente avvicinato a lei, cercando di capire cosa l'avesse ridotta così. Solitamente non sono una persona troppo emotiva, ma in questo momento, vedendo come stiano soffrendo due delle persone più importanti della mia vita, un nodo alla gola mi impedisce quasi di respirare e alcune lacrime iniziano a scendere.
- Christian, credo sia colpa di questa lettera... - la voce di mio fratello attira sia la mia attenzione che quella del ragazzo quasi irriconoscibile a causa della situazione che sta affrontando in questo momento.
Nessuna parola, nessuno dice niente, nessuno ne ha il coraggio; Justin passa a Christian la lettera che teneva tra le mani in religioso silenzio, ed è solo questione di qualche secondo prima che le pupille del ragazzo di fronte a me si dilatino, le vene sul collo si facciano più evidenti, i muscoli si contraggano e le mani stringano troppo forte il foglio di carta.
- Brutto figlio di puttana - dice quasi sottovoce.
- Di chi è la lettera? -
- Di mio padre... ha capito che non mi avrebbe mai visto se non avesse tirato in mezzo anche mia madre. Che grandissimo stronzo - il disgusto con cui pronuncia queste parole è terrificante.
- Cosa dice? -
- Racconta tutto quello che è successo: la chiamata, la mia risposta, tutto - la preoccupazione nei suoi occhi azzurri si fa sempre più presente - E minaccia di ritornare se non mi vede entro una settimana... -
- Dovresti denunciarlo alla polizia! -
- No Jo, non sai di cosa sia capace... non distruggerà anche questa famiglia -
- Tu non puoi andare! - adesso la preoccupazione sta assalendo anche me.
- Per cosa? Lasciargli distruggere anche questa famiglia? Non glielo permetterò -
- No... Christian è pericoloso... - la voce debole di Carola è quasi inudibile.
- Scusa mamma, ma questa volta non posso ascoltarti... -
- Vengo con te. - la voce di mio fratello raggiunge le nostre orecchie e, il tono che usa, fa capire quanto sia serio.
- Se ti facesse qualcosa non me lo permetterei mai - dice Christian cercando di dissuaderlo.
- Non me ne frega un cazzo, se vai da lui da solo potresti fare cazzate che non pensavi neanche di essere in grado di fare -
- Va bene... ma tu rimani qui! - dice per poi puntarmi il dito contro.
- Cosa? Assolutamente no! Non posso lasciarvi da soli! -
- Non puoi neanche lasciare da sola mia madre. Johanna ascoltami bene: tu rimani qui! Fine della discussione -
- Ti ho detto di no! -
- Jo per una volta dagli retta... è troppo pericoloso - la voce di mio fratello raggiunge le mie orecchie mentre la sua mano si appoggia delicatamente sulla mia spalla per cercare di tranquillizzarmi, senza alcun risultato.
Allontano mio fratello da me, per poi gelare con lo sguardo Christian e dirigermi verso la mia camera, nel disperato tentativo di tranquillizzarmi in qualche modo.
Sarà la terza sigaretta che fumo e non mi sono ancora tranquillizzata; non posso permettergli di partire senza di me, e purtroppo so benissimo come poterli raggiungere senza farmi scoprire.
*Toc toc*
- Johanna sono Christian... posso entrare? - non gli rispondo, sinceramente non ho tutta questa gran voglia di vederlo, ma come immaginavo lui se ne frega altamente: ci vogliono solo un paio di secondi per vederlo seduto davanti a me.
- Quante ne hai fumate? -
- Che cazzo te ne frega? Siete voi quelli che rischierete di morire, sicuramente più di me se fumo qualche sigaretta in più - non mi rispose, mi guarda mentre porto la sigaretta alla bocca ma, prima di poterlo fare nuovamente, me la toglie dalle mani per poi spegnerla e buttarla fuori dalla finestra.
- Ma sei scemo? Me ne mancava ancora... - non riesco a finire la frase che le sue labbra sono contro le mie. Inizialmente tento di scansarlo, ma ogni volta che mi bacia è come se non attorno a noi non ci fosse più niente, perciò mi lascio inevitabilmente andare.
- Fammi venire con te... - dico staccandomi di qualche centimetro.
- No Jo, è troppo pericoloso, e tu sei troppo importante per me - dice alzandosi e dandomi le spalle.
- E tu pensi di non essere importante per me? E Justin chi credi che sia: il vicino della porta affianco? Se vi succede qualcosa giuro che vi faccio resuscitare e vi ammazzo io! -
- Calmati, non ci succederà niente, se mai la situazione degenererà, noi non lo verremo mai a sapere perché non succederà... -
- Allora posso venire anch'io se dici che non succederà niente... -
- Allora proprio non capisci! Se mai ti succedesse qualcosa non potrei mai perdonarmelo! Se mai quell'essere ti facesse qualcosa ti avrei sulla coscienza per il resto della vita! Io non riuscirei a vivere senza di te perché cazzo sei una delle pochissime cose buone che ho in questa vita del cazzo! - dice non smettendo per un secondo di guardarmi - Io senza di te non posso vivere, ma tu senza di me ce la puoi fare... -
- Cosa stai dicendo? Senza te o senza Justin io non posso vivere, posso sopravvivere, ma smetterei di vivere nello stesso istante in cui lo facesse uno di voi due - le lacrime hanno ormai preso il sopravvento su tutt'e due.
Non appena i nostri occhi si incontrano, ci abbracciamo, con tutte le forze che abbiamo.
- Ti amo così tanto Jo... - dice quasi sussurrando.
- Christian ti amo anch'io, ma ti prego fammi venire con te... -
- Perché? -
- Perché conoscendovi potreste benissimo fare il doppio delle cazzate che pensate di poter fare - dico sorridendo per poi ricevere un leggero bacio a stampo.
- Quando fai così sei insopportabile... - dice per poi uscire dalla camera e scendere insieme a me le scale.
- Allora ti ha convinta? - chiede mio fratello non appena si accorge della nostra presenza.
- Avevi ragione te non sarei dovuto salire... -
- Io ho sempre ragione, è diverso... -
- Ragazzi... - la voce ancora debole di Carola alle nostre spalle richiama la nostra attenzione - state attenti - dice per poi abbracciarci tutti e tre - e vedete di tornare vivi! -
Eccoci qui con un altro capitolo!!!!!!!!!
Spero la storia vi stia piacendo!
Non dimenticatevi di votare! <3
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Nonostante tutto / #Wattys2020
Novela JuvenilJustin e Johanna Davis sono due gemelli adolescenti come altri: amanti e non curanti del pericolo, pigri ma allo stesso tempo pieni di energia, e con quel solito odio represso per il mondo e per la società. Sono come qualsiasi altro sedicenne, trann...