Capitolo 49

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- Ok quando partiamo? - dico seria a mio fratello e Christian.

Siamo seduti sui divani di pelle bianchi, ognuno su uno diversi, e la tensione è talmente tanta che si potrebbe tagliare con un coltello. Christian e Justin si sono versati due dita di scotch ciascuno in due bicchieri di cristallo per rilassarsi, mentre io faccio sempre affidamento alla mia vecchia e cara sigaretta.

- Domani pomeriggio... - la voce di Christian è altrettanto seria, quasi terrificante, non sembra neanche lui.

- Perché non la mattina? -

- Perché l'incontro è stabilito per le sei di sera! - dice urlandomi contro.

- Christian calmati! - fortunatamente mio fratello si intromette, sennò sarebbe finita in una litigata.

- Vado a letto - dico senza lasciar trasparire nessuna emozione, neanche una.

Mi sdraio sul mio letto e, come di routine, non riesco ad addormentarmi... ormai è diventata un vizio che non riesco a perdere.

- Scusami... - mi volto verso la voce proveniente dall'esterno della mia camera.

- Piantala Christian... va' a dormire -

- Veramente mi dispiace, sono solo leggermente nervoso - mi parla dall'altra parte della porta, come se avesse paura ad entrare, come se avesse paura che lo cacciassi.

Nonostante ciò che mi dice il mio cervello, mi alzo dal letto e gli apro la porta e la sua espressione non appena mi vede non ha prezzo: è esilarante e dolcissima allo stesso tempo; mentalmente mi ripeto che non dovrei farlo entrare, ma a quanto pare questa sera la mia coscienza non verrà ascoltata.

- Mi dispiace veramente tanto, non dovrei trattarti così, e ti capisco se sei incazzata con me... non dovrei neanche usare come scusa il fatto che sono nervoso, ma è così... non so cosa succederà, e se... - non lo faccio finire di parlare perché lo bacio.

- Scusa, ma era l'unico modo per farti stare zitto - dico sorridendo a pochi centimetri di distanza da lui.

Lui ricomincia a baciarmi e, inevitabilmente, camminiamo fino al letto e, dopo essersi staccato da me, mi spinge per farmi cadere sul materasso morbido; lui mi raggiunge dopo essersi tolto la maglietta e, devo ammetterlo, vederlo da questa visuale fa sempre un certo effetto... adesso che ci penso: vederlo da qualsiasi visuale fa un certo effetto. Ricomincia a baciarmi, alternando baci lenti e romantici ad altri più passionali. Le mie mani, come ogni volta, giocano con i suoi capelli mentre le sue, lentamente, scendono sempre di più verso i fianchi, per poi fermarsi all'orlo della maglietta e, sempre molto lentamente, togliendomela.

- Cazzo sei bellissima - sussurra guardandomi negli occhi per poi baciarmi di nuovo. Dio è sempre così bello quando mi bacia, che quasi dimentico come mi chiamo.

Lentamente le sue labbra finiscono sul mio collo, e lui sa benissimo che è il mio punto debole; per cui inizia a succhiare un lembo di pelle così da farmi impazzire, tanto che mi scappa un gemito.

- Shh, non vorrai mica che tuo fratello ci senta... - dice sorridendo maliziosamente.

- Che stronzo che sei... - dico mordendomi il labbro per non emettere nessun suono ambiguo quando una sua mano supera il reggiseno.

- Mi fai impazzire quando ti faccio questo effetto... - mi sussurra all'orecchio. 

Ormai la mia testa è altrove, il battito del mio cuore è estremamente accelerato e gli ormoni hanno preso le redini del gioco, tanto che non mi riconosco quando, improvvisamente, ribalto la situazione: adesso io sono seduta a cavalcioni sopra Christian che è evidentemente scioccato quanto me, ma decido di non farmi prendere dalla timidezza: inizio a baciarlo per poi scendere alla mascella, collo, pettorali, addominali; il tutto con estrema lentezza. Gli sbottono i pantaloni per poi toglierglieli e lanciarli non so dove, ma questa è l'ultima cosa che faccio prima che Christian riprenda il controllo della situazione.

- Non pensavo prendessi le redini della situazione... è stato estremamente eccitante - sussurra all'orecchio per poi mordermi delicatamente il lobo.

- Ma adesso è il mio turno di giocare... - dice per poi slacciarmi il reggiseno con una sola mano e iniziando a fare una scia di baci fino all'elastico dei pantaloni che, nel giro di pochi secondi, finiscono per terra insieme agli altri vestiti.

Ogni volta che succede è come stare in paradiso: i baci sono sia dolci che provocanti, la testa è sulle nuvole e i nostri occhi sono sempre legati, come se ci fosse un incantesimo; e cazzo è bellissimo.

*Christian's pov*

Johanna si è addormentata abbracciata a me e Dio solo sa che effetto mi fa ogni volta che la guardo, e la cosa peggiora quando lei ricambia lo sguardo. Sembra una bambina innocente: si è rannicchiata su se stessa, appoggiando la sua testa sul mio petto ancora nudo e il suo braccio esile circonda il mio busto... è così bella. Non la merito, e sono sicuro che mi odierà per quello che le sto per fare.

Mi alzo dal letto e sblocco il telefono per vedere l'orario: 5.30; ormai è ora di partire... Prendo un foglio che trovo sulla scrivania e le scrivo un messaggio per quando si sveglierà; mi rivesto e esco dalla sua camera con un nodo alla gola che quasi mi impedisce di respirare.

- Hai fatto la cosa giusta Christian... - Justin appoggia la sua mano sulla mia spalla per convincermi di aver fatto la cosa giusta, ma non sa quanto faccia male ingannarla così.

- Andiamo. Prima partiamo, prima tutta questa storia finisce - dico per poi uscire di casa e entrare in macchina, seguito da Justin, con direzione luogo sperduto nel nulla.

*Johanna's pov*

Mi sveglio per non so quale strano motivo e mi servono alcuni minuti per rendermi conto che Christian non è più qui; al suo posto c'è un biglietto e immediatamente penso alle cose peggiori.

"Mi dispiace veramente tanto. Non sai neanche quanto mi abbia fatto male mentirti in quel modo... siamo partiti, torneremo questa sera, te lo prometto. Ti amo e spero che tu possa perdonarmi... Christian"

- Io li ammazzo tutti e due! - urlo prendendo qualsiasi cosa mi capita sotto mano per poi lanciarla contro i muri della stanza.

- Johanna cos'è successo? - cazzo, ho svegliato Carola.

- Sono partiti, ecco cos'è successo! Mi hanno mentito, tutti e due! -

- Adesso calmati... guardami negli occhi! L'hanno fatto perché ti vogliono bene e non vogliono che ti succeda qualcosa; non prendertela con loro -

- Che ore sono? - le chiedo cambiando discorso.

- Le 6.30, ora torna a dormire, vedrai che torneranno sani e salvi -

- Scusa Carola, ma non posso stare qui, ferma, mentre quei due rischiano la pelle... puoi darmi la tua pistola? -

- Assolutamente no! E poi chi te l'ha detto che ne ho una? -

- Quando ero più piccola ero venuta nel tuo ufficio in orfanotrofio perché avevo combinato non mi ricordo cosa, tu eri dovuta uscire perché un bambino stava male e io mi sono messa a curiosare e l'ho trovata... - le dico.

- Questo non ti autorizza a prenderla... -

- Ne ho bisogno, così almeno avrei un modo per difendermi... -

- Va bene, ma prova ad utilizzarla e finirai in guai seri - dice seria per poi accompagnarmi fino alla sua camera e darmela.

- Fa molta attenzione... -

- Te lo prometto -

- Non usarla... -

- Te lo prometto sui miei genitori, Justin e... -

- E? -

- Christian... - esattamente, nonostante mi abbia mentito e ingannata... non posso smettere d'amarlo, non ne sono capace.


Eccoci qua con un nuovissimo capitolo!!!!!!!! 

Spero la storia vi stia piacendo! 

Non dimenticatevi di votare! <3


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