Capitolo 7

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- Non sei affatto male vestita così... - una voce proveniente da fuori mi fa gelare il sangue.

Guardo se in giardino ci fosse qualcuno, ma nessuno.

- Sono alla tua destra... -

Anche se credo di aver già capito chi sia la persona misteriosa, mi giro lentamente verso la finestra perpendicolare alla mia e lo vedo.

In tutta la sua bellezza, nuovamente senza maglietta, solo con dei jeans neri strappati sul ginocchio; credo sia il suo hobby preferito andare in giro mezzo nudo per la casa. Il suo ciuffo è spettinato, ma bellissimo e i suoi occhi sono freddi come il ghiaccio.

- Cosa vuoi? -

- Niente, stavo solo commentando... - dice squadrando quel poco che può vedere dalla finestra, senza tralasciare alcun dettaglio.

- Non pensi di essere troppo provocatoria così? -

- Mi vesto come cazzo mi pare Christian, non sei mio padre, e nemmeno mio fratello -

- Meno male, sennò sarebbe stato un grandissimo problema... -

- In che senso? -

- Che ti porterei volentieri a letto, e se fossi tuo padre o tuo fratello sarebbe leggermente inappropriato -

- Sei solo il solito pervertito del cazzo! - dico incazzandomi come non mai.

- Ehi, stavo solo scherzando! Come sei permalosa... -

- Non sono permalosa, non ti sopporto, è molto diverso! - dico e, senza lasciargli tempo di rispondere, spengo la sigaretta ormai finita e chiudo la finestra.

Mi metto i tacchi, prendo una porchette nera che avevo comprato oggi, ci metto dentro il pacchetto di sigarette, i trucchi, il "kit di pronto soccorso" e esco dalla mia camera.

Supero la camera di Christian di qualche passo prima che qualcuno mi afferri il polso facendomi quasi cadere.

- Cosa vuoi ancora Christian? - dico girandomi verso di lui e perdendo almeno due o tre battiti.

I nostri volti sono estremamente vicini, e questo mi mette a disagio.

- Conosco la gente che ha organizzato la festa, non è gente da frequentare: si drogano e non si farebbero alcun problema a stuprarti; ti chiedo solo di tenere gli occhi aperti, e di non bere troppo... -

- Se sai che è gente da non frequentare, allora perché sei loro amico? E comunque credo di sapermela cavare da sola, come vedi so perfettamente ignorare qualcuno che reputo non appropriato -

- Fidati che loro sono peggio di me... -

- Avrei qualche dubbio a riguardo... -

- Pensi che io mi droghi? -

- Non mi stupirei se saltasse fuori, ma credo che nemmeno tu ti faresti qualche problema a stuprare qualsiasi ragazza che abbia una gonna corta o un vestito appena provocante -

- Fai come cazzo ti pare allora, ma non dire che ti avevo avvertita! Sapevo che il tuo nome avrebbe rispecchiato chi sei veramente! -

- Adesso che ha di strano il mio nome? -

- Nessuno ti ha mai detto che è un nome da puttana? -

Non so per quale assurdo motivo, ma le sue parole non fanno assolutamente piacere; quindi è questo ciò che crede io sia? Una puttana?

Non rispondo, me ne vado con lo sguardo incazzato nero e le lacrime che minacciano di uscire.

Decido di aspettare fuori casa Hannah che, fortunatamente, arriva dopo un paio di minuti. Capisce che c'è qualcosa che non va e prova anche a chiedermi cosa sia successo, ma dopo la mia prima e unica risposta capisce che è meglio sorvolare il discorso. Su questo aspetto sono uguale a mio fratello: entrambi odiamo esternare i nostri sentimenti, odiamo che qualcuno ci faccia troppe domande, odiamo far vedere le nostre lacrime, odiamo far vedere che stiamo soffrendo.

Ma al diavolo Christian, il suo parere e tutti questi pensieri tristi. Sta sera voglio divertirmi, ed è quello che farò.


Arriviamo alla casa, o meglio villa, dove si svolge la festa; fortunatamente è una delle ville nella via di quella di Carola, perciò riusciamo tranquillamente a raggiungerla a piedi, nonostante i tacchi. 

Appena arrivate, notiamo che c'è già tantissima gente, chi è già brillo e chi lo sarà tra poco; spero solo di rimanere spettatrice come in ogni festa a cui sono andata: non ho assolutamente voglia di svegliarmi domani senza ricordarmi metà delle cose successe nella serata.

Entriamo nella casa e subito un ragazzo ci raggiunge.

- Ciao Hannah! Sono contento tu sia venuta! Vedo che hai portato un'amica! E tu bellezza, chi saresti? Sai, conosco tutti i nomi di tutte le ragazze di questa città, non posso lasciarmi sfuggire quello della più bella! -

- Johanna Davis -

- Non me lo leverò dalla mente per nessuna ragione... - dice e, con fare adulatore, prende la mia mano per poi posarne un delicato bacio sopra.

- Mentre te saresti? -

- Che scortese, non mi sono nemmeno presentato; sono Adam Lewis, nonché organizzatore di questa piccola festicciola - dice facendo un inchino esagerato. Guardo bene i suoi occhi, e noto che le pupille sono dilatate, più del normale, e che le vene presenti nella sclera (parte bianca dell'occhio per chi non lo sapesse) sono troppo evidenti; è chiaramente fatto, ma finché non fa nessuna cosa inappropriata, non mi lamento.

- Piacere mio... - cerco di assecondarlo; non si sa mai cosa potrebbe passargli per la testa in queste condizioni, e se sono gentile magari con me non si arrabbierà.

- Se volete qualcosa da bere c'è il barman in salotto, oppure in cucina ci sono qualche birra o qualche alcolico, ma non vi assicuro che non siano stati corretti - detto ciò va ad accogliere due ragazze che sono appena arrivate e, nel giro di neanche cinque minuti, lo vedo recarsi al piano di sopra per appartarsi con quelle due ragazze.

- Jo mi stai ascoltando? -

- No scusa, cosa stavi dicendo? -

- Ti ho chiesto se ti andava di andare a prendere qualcosa da bere? -

- Si, certo... -

A tentoni attraversiamo il salotto pieno di gente e finalmente arriviamo al bancone.

- Cosa volete ragazze? - quello che credo sia il barista, devo ammettere piuttosto carino, ci "intercetta" prima che lo potessimo fare noi.

- Eh, io prendo uno shottino... te Jo? -

- Ehm... non c'è qualcosa di leggero? Tipo uno spritz? -

- Si tranquilla -

- Ok, grazie -

- Seriamente, uno spritz? Sei così tanto una santarellina? -

- No, semplicemente non mi piacerebbe finire nel retro della casa a vomitare pure l'anima -

- Ecco a voi! -

- Contenta te! Io vado a ballare, vieni con me? -

- No, non credo... -

- Dai! Ti prego -

- Magari dopo, adesso no, poi devo finire lo spritz - dico accompagnando il tutto da una leggera risata. Hannah sorride e si dirige verso la pista da ballo, mentre io rimango in piedi, ferma, col mio bicchiere in mano.

- Hai intenzione di berlo o fa così tanto schifo? -


Eccoci qua! 

Il settimo capitolo!!!!!!! 

Christian pensa veramente che Johanna sia una puttana? 

O erano solo parole dettate dalla rabbia? 

Nel prossimo capitolo c'è la sua versione dei fatti, quindi rimanete incollati e non lasciatevi sfuggire nulla! 

Spero che la storia vi stia piacendo! 

Non dimenticate di votare!!


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