3... 2... 1... colpo di pistola.
Cerco di seguire tutti i consigli che mi ha dato Kate, ma vedere quella puttana che mi distacca con tanta facilità mi da sui nervi.
Cerco di controllare il mio fiato, ragiono più che posso per riuscire ad arrivare alla fine ancora viva.
Una ragazza mi supera, poi un'altra, e un'altra ancora; sono terzultima e questa cosa mi da molto fastidio: non sono abituata a vedere gente davanti a me, non sono abituata a dover modificare il mio tragitto per evitare di investire qualcuno.
Il primo giro è finito e inizio leggermente ad accelerare; queste ragazze sono molto più brave di me, non so se ce la farò. Appena questo pensiero mi sfiora la mente penso alle parole di Kate e, di conseguenza, penso a qualcosa che mi da la carica: i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi; così freddi che ti fanno venire i brividi. Senza accorgermene ho superato due ragazze e ora sono quinta, devo ammettere che è una bella sensazione, ma il fiato inizia a farsi corto e la fatica si fa sentire.
Finito anche il secondo giro; quella della Boston high school non si è scollata dal primo posto, bene: è tempo di farla scendere dalle nuvole. In men che non si dica la rabbia mi fa arrivare seconda e, più corro, più mi avvicino a lei. Ora ci sono solo un paio di metri che ci dividono e, appena se ne accorge, sembra scioccata, tanto che rischia di cadere
Aspetto che la distanza tra me e il traguardo ci siano una cinquantina di metri, poi metto in atto un piano folle: non sono un asso in resistenza, ma sicuramente tra queste ragazze nessuno mi batte in velocità. Aspetto che la distanza si riduca maggiormente, così da farle pensare di vincere, poi parto, all'impazzata: corro come mai prima d'ora, le gambe sembrano staccarsi dal resto del corpo e andare avanti da sole, non ho più il loro controllo, allora decido di lasciare che facciano tutto loro. Ormai ho superato la ragazza che mi ha portato a gareggiare da un paio di minuti, ma non per questo posso rallentare: do tutta me stessa e non mi fermo per nulla al mondo; il respiro è corto, le gambe fanno male, e sicuramente non correrò mai più in una gara di resistenza, ma devo vincere... per Kate.
Corro e il traguardo si fa sempre più vicino, corro ancora mettendoci tutte le forze che mi rimangono e finalmente arrivo, esattamente un secondo prima di quella puttana; immediatamente penso a mia madre e mi viene spontanea la domanda "Ci sarà il suo zampino in tutto questo" ma non ho il tempo di rispondermi che mi chiamano subito sul podio dicendo che siamo in ritardo e che dobbiamo sbrigarci... minchia almeno fatemi riprendere un secondo!
- Congratulazioni signorina Davis! - dice l'organizzatore del torneo per poi mettermi la medaglia al collo.
- Grazie signore di avermi dato questa possibilità, ma mi permetto di rifiutare questa medaglia - le mie parole lasciano a bocca aperta il signore davanti a me, che rimane ancora più scioccato quando mi vede scendere dal podio e dirigermi verso la mia amica.
- Questa è per te! - dico a Kate dandole la medaglia - Avanti, il podio ti aspetta! - dico per poi aiutarla ad alzarsi dalla sedia e camminare (ovviamente con le stampelle).
Saliamo entrambe sul podio del primo posto e vederla sorridere come non mai è una bellissima sensazione.
Non appena finisce tutta la formalità il campo viene letteralmente invaso dal pubblico.
- Johanna! - una voce cattura la mia attenzione, mi giro e vedo Hannah.
- Hannah! Mio Dio quanto mi sei mancata! - dico stringendola in un abbraccio.
- Anche tu! Ma da quand'è che fai anche resistenza? -
- Diciamo che è una lunghissima storia... - dico guardando Kate che è ancora di fianco a me.
- E a me non saluti più? - la voce in lontananza di Peter attira la mia attenzione, appena lo vedo gli corro incontro e lo abbraccio.
- Sei stata grande, veramente! -
- Jo vacci piano col mio ragazzo! Che tu il tuo ce l'hai già! -
- Come siamo gelose... - dico prendendola in giro.
Rimaniamo lì a parlare per non so quanto tempo, mentre altri miei amici vengono a complimentarsi con me: devo dire che è una bella sensazione... poi in lontananza lo vedo: è appoggiato a un muro, sta fumando ed è bellissimo, anche troppo, e il fatto che almeno una decina di occhi siano puntati su di lui mi da fastidio.
Nota che lo sto guardando e mi sorride.
- Scusate ragazzi, la coach mi chiama... - dico mentre mi avvio verso Christian.
- Sì, la coach - sento in lontananza, ma non mi interessa.
Siamo a pochi centimetri di distanza, lui tiene la sigaretta stretta tra le labbra e mi guarda, non mi toglie gli occhi di dosso per un attimo; poi mi viene un'improvvisa voglia di istigarlo, perciò prendo al sigaretta che ha in bocca, mi avvicino lentamente a lui senza interrompere il contatto visivo che si è creato, dopodiché porto la sua sigaretta alla mia bocca e, dopo aver fatto un tiro, butto fuori il fumo.
- Questa è stata cattiva... - sussurra lui tentando di baciarmi.
- No, devo finire la sigaretta, e in più ora hai l'alito che sa di fumo -
- Perché tu no? - non gli rispondo, faccio un altro tiro per poi buttare fuori tutto.
- Sei stata grande oggi... -
- Grazie... - dico sorridendogli per poi buttare a terra la sigaretta e spegnerla.
- Non mi piace che tu sia così bello... -
- Dovrai fartene una ragione, oppure mi dovrai lasciare... potrei dire la frase "sono single" e le avrei tutte addosso... - dice per provocarmi.
- Che stronzo! - dico facendo roteare gli occhi; faccio per andarmene quando lui mi afferra per il polso per poi chiudermi tra le sue braccia.
- Ma nessuna sarebbe come te... - dice mordendosi il labbro inferiore.
- Ovviamente, io sono unica nel mio genere, non c'è nessuno come me -
- E meno male! A mala pena sopporto te, più di una non ce la farei! - sto per ribattere, ma non mi lascia il tempo di formulare una frase che le sue labbra sono sulle mie.
- Mi dispiace rovinare l'atmosfera, ma abbiamo una partita da vincere - la voce di mio fratello ci interrompe, mentre passa a Christian il suo borsone.
- Tu vieni a vederci? - la voce di Christian è stranamente dolce, la sua mano è legata alla mia e le farfalle sono costantemente presenti.
- Si certo, mi cambio e arrivo subito... - gli rispondo sorridendo; mi fratello si è già avviato verso l'uscita, Christian lentamente molla la mia mano, cammina per qualche metro per poi tornare indietro e darmi un ultimo bacio.
- Ci vediamo là... - mi dice.
- In bocca al lupo - dopodiché raggiunge mio fratello e insieme si avviano verso il pullman che accompagnerà la squadra verso lo stadio.
Eccoci qua!!!!
Nuovissimo capitolo solo per voi!!!!
Spero che vi stia piacendo la storia!
Non dimenticatevi di votare! <3
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Nonostante tutto / #Wattys2020
Novela JuvenilJustin e Johanna Davis sono due gemelli adolescenti come altri: amanti e non curanti del pericolo, pigri ma allo stesso tempo pieni di energia, e con quel solito odio represso per il mondo e per la società. Sono come qualsiasi altro sedicenne, trann...