Capitolo 2

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Uno sbuffo lasciò le sue labbra per l'ennesima volta, se la sua Master non si fosse presentata entro cinque minuti sarebbero state in grave ritardo per le lezioni, quindi la professoressa si sarebbe arrabbiata e questo avrebbe fatto peggiorare l'umore della ragazza di per sé già perennente di cattivo umore.

Finalmente vide spuntare una chioma corvina da dietro il cancello.
Non c'era bisogno di aspettare che si avvicinasse per capire che fosse lei, bastava osservare la sua camminata slanciata e sicura e i suoi capelli ondulati, lasciati sciolti e selvaggi, proprio come lei.

La cubana non si sorprese più di tanto quando Lauren la sorpassó, avviandosi a passo spedito verso l'entrata della scuola, senza salutarla né degnarla di uno sguardo, se non un misero "Muoviti", così si affrettò a seguirla, non volendo farla innervosire maggiormente.

Ormai dopo due settimane aveva imparato a conoscerla un minimo, o meglio, aveva imparato che se era già di cattivo umore, come un quel caso, era meglio acconsentire ad ogni suo ordine, anche se non era pienamente d'accordo, sapeva che non le piaceva il contatto fisico, ma che si era fatta quasi tutta la scuola, sapeva anche che l'unica persona in grado di farla ragionare era Normani, la Master di Dinah, ma soprattutto sapeva che era meglio non contraddirla se voleva vivere.

"A prima ora hai Matematica" mormorò intimorita la cubana, vedendo che la corvina stava andando nella direzione sbagliata.

La corvina si arrestò di scatto, voltandosi verso il lato opposto, rischiando quasi di scontrarsi con la sua Honey che, letteralmente, le correva dietro.

"Chi cazzo ha cambiato l'orario? Il mercoledì a prima ora abbiamo Storia" borbottó scorbutica, sbuffando sonoramente, la giornata le era iniziata già male, e stava continuando ad andare sempre peggio.

"Forse perché oggi è martedì" sussurrò piano la cubana, sperando di non farsi sentire, ma quanto mai succede quello che vogliamo.

Lauren la trafisse con i suoi smeraldi, prima di incamminarsi verso l'uscita secondaria.

"Saltiamo la prima, non mi va di sentire la predica di quella vecchia per uno stupido ritardo" sentenziò, lasciando la ragazza indietro.

Quanto mai ti va di sentire qualcuno parlò tra sé la cubana, roteando gli occhi, prima di seguirla fuori, già sapendo che si sarebbe seduta sul muretto a fumare due sigarette di fila, giusto per il gusto di farlo.

Lauren, come previsto, si sedette sul muretto, suo posto fisso quando saltava le ore, accendendosi la sua prima sigaretta. Mentre la cubana si era accomodata su di un gradino, davanti la porta, a torturarsi le mani non sapendo cosa fare e sperando che quei quarantacinque minuti passassero in fretta.

"Domani devo consegnare un tema, vedi di farmelo trovare pronto per domani mattina" mormorò dopo poco la ragazza, aspirando l'ultima boccata di fumo, già con la mano in tasca per prendersene un'altra.

"Ma non so neanche su cosa è!" Esclamò risoluta, accorgendosi troppo tardi di aver usato un tono più alto del solito.

"Credi che siano problemi miei?" Replicò con tono freddo, indurendo i suoi lineamenti, giusto per farle capire che era arrabbiata, come se non lo sapesse.

Camila abbassò la testa sconsolata, facendo appello a tutte le sue forze per restare calma, infondo mancavano altri otto mesi e due settimane. Avrebbe potuto farcela.

Rialzò la testa solo quando sentì i passi della ragazza avvicinarsi a lei, così si alzò in fretta, per permetterle di passare liberamente, senza nessuno ad intralciarle i passi, aspettando di averla di schiena per roteare gli occhi.

Passi pure regina, la prossima volta vuole anche un tappeto rosso?

Una cosa buona c'era in tutto questo, la corvina non poteva leggerle la mente, quindi poteva dirle di tutto e di più, chiamarla in tutti i modi possibili, senza che lei lo sapesse.
Doveva solo stare attenta a dirlo nella sua mente e non ad alta voce.

My Honey (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora