Capitolo 13

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"Lauren aspetta!" Esclamò con il fiatone Normani, riuscendo finalmente ad afferrarla per un polso, strattonandola dal lato opposto alla sua direzione per fermarla.

Lauren si ritrovò così ingabbiata dai due suoi amici, che la guardavano a braccia conserte, mentre stavano riprendendo fiato.

"Che cazzo volete?" Chiese arrabbiata, stringendo i pugni, infastidita da quella situazione.

"Che diavolo sta succedendo?" Normani fu la prima a parlare, accertandosi che non vi fosse più nessuno nei paraggi.

"Niente" rispose indifferente, cercando di nascondere la sua rabbia inutilmente dal momento che poteva essere percepita da chilometri di distanza.

"E io sono etero!" Esclamò sbuffando la bruna, pensando ad un modo per farla parlare senza risultare troppo opprimente, altrimenti sapeva benissimo che non avrebbe mai parlato.

"C'entra Camila?" Chiese molto sensibilmente Shawn, facendo roteare gli occhi alla bruna, che ora lo guardava con occhi assassini.

"No!" Rispose recisa la corvina, ma quella fu solo l'ennesima prova che c'entrasse lei.

"Vuoi raccontarci cosa sta succedendo?" Cercò di usare un approccio più dolce, visto che ormai il ragazzo aveva fatto il danno.

"Non sta succedendo niente" continuò irremovibile la corvina, dando chiaro intendo che non aveva intenzione di parlare.

Normani sospirò, fingendosi arresa, mentre Shawn se ne stava in silenzio, sapendo che dovevano darle tempo per far decidere a lei di raccontare cosa era successo.

Rimasero a fissarsi per alcuni minuti, quando sentirono in lontananza la voce squillante di Dinah. Entrambi si voltarono nella direzione da cui proveniva, tranne Lauren che abbassò la testa provando a calmarsi, non volendo fare una scenata davanti i suoi amici.

Al fianco di Dinah vi erano anche Ally e Camila, visibilmente scossa come la corvina che però ora aveva assunto di nuovo la sua tipica espressione da menefreghista, che usava per nascondere quello che provava e sentiva.

"Cosa sta succedendo?" Chiese Shawn, non capendo il perché fossero venute anche loro.

"Camila dovrebbe dire qualcosa" rispose pacata Ally, sapendo di trovarsi in una situazione difficile, da quello che le aveva raccontato la cubana, poteva solo immaginare come si sentissero.

"Io me ne vado!" Sentenziò decisa Lauren, non volendo sentire nulla di più che uscisse dalle labbra della stessa ragazza che l'aveva ferita senza saperlo.

"Tu stai qua e taci" la minacciò Normani, afferrando un lembo della sua camicia per tenerla al suo fianco.

Lauren serrò la mascella, sentendo la rabbia tornare, ma decise comunque di aspettare, fingendo di essere interessata a quello che stavano per dire.

Passarono i secondi, minuti, ma dalla labbra della cubana non era ancora uscito nulla.

Uno sbuffò uscì, invece, dalla bocca della corvina, già decisa ad andarsene davvero questa volta. E lo avrebbe fatto se non avesse sentito la sua voce.

"Mi dispiace" sussurrò la cubana, abbassando la testa mortificata.

Un rosolino beffardo scappò dalle labbra della corvina, che adesso aveva alzato lo sguardo su di lei, scuotendo la testa incredula.

Normani le lanciò un'occhiata per farla smettere e accettare le scuse, ma come poteva chiederle una cosa del genere? Forse se avesse saputo tutto, invece di stare così tranquilla, l'avrebbe menata.

"Dovevi pensarci prima" affermò tentando di risultare il più indifferente possibile.

Le riservò un ultimo sguardo insofferente, prima di girare i tacchi e andarsene, lasciandoli lì, chi ancora tra i dubbi non sapendo cosa fosse realmente successo, chi mortificato e dispiaciuto di aver detto cose che non pensava.

My Honey (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora