Capitolo 17

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Camila quella mattina era stranamente in orario, così, con tutta la calma del mondo, stava uscendo di casa allegramente.

Era davvero felice quella mattina e credeva che nessuno le avrebbe fatto cambiare idea, o almeno così sperava.

Stava aspettando che una macchina passasse per attraversare la strada, ma invece quella macchina accostò proprio davanti a lei.

La guardò con sguardo confuso, cercando di ricordarsi a chi appartenesse, ma bastò che il finestrino si abbassasse per capire fi chi fosse.

"Camila Cabello in orario! Sta arrivando la fine del mondo?" Scherzò con un piccolo sorriso la ragazza all'interno dell'auto.

"Sempre così spiritosa" le fece la linguaccia, avvicinandosi di più al finestrino, per vederla meglio.
"Chi ci fai da queste parti?"

"Sali! Altrimenti faremo tardi" tagliò corto, rivolgendo lo sguardo davanti a sé.

"Come sei autoritaria" mormorò tra sé la cubana, ma a voce abbastanza alta per farsi sentire, roteando gli occhi per farla infastidire.

"Ci sarà mai una volta in cui mi risponderai di si senza lamentarti?" Chiese Lauren, guardandola seria, ma fallendo nel nascondere un sorriso, che si allargò appena sentì la risposta.

"Certo! Quando mi chiederai se sei cogliona, in quel caso ti risponderò si senza problemi" affermò cercando anche lei di essere seria, approfittando del fatto che stesse entrando in macchina per non guardarla.

"Beh, allora cosa mi dice Miss Lamento, sono davvero così cogliona?" Le chiese scherzando, aspettando la risposta per partire.

"Si!" Rispose semplicemente, guardandola con aria altezzosa.

"E mi dica, sa anche che potrei lasciarla a piedi e farle fare di tutto e di più visto il suo enorme ritardo che sicuramente farà?" Questa volta avvicinò la testa verso la cubana, sfidandola con lo sguardo.

"Vuoi punirmi solo perché dico la verità?" La sfidò anche la cubana, imitandola nei suoi gesti.

"Mi farai uscire pazza" sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra, prima di tirarsi indietro e partire.

Si morse l'interno della guancia per trattenersi, quello che aveva appena detto non era di sicuro una bugia e a dimostrarlo era anche quello che stava succedendo tra di loro, insomma da quando Lauren sarebbe andata a prendere a casa una semplice Honey?

Che poi poteva farla passare come una semplice coincidenza, ma Camila non ci credeva più di tanto, era convinta che non fosse passata di lì a caso e questo le fece spuntare un enorme sorriso, capendo che davvero la corvina non era quella che voleva far credere agli altri e lei glielo avrebbe fatto capire.

Ma dopo quello che aveva detto, nella testa di Camila vi era una sola frase

Tu mi hai fatta già uscire pazza.

Ma questo non glielo avrebbe mai detto, era già tanto se era riuscita ad ammettere a se stessa di pensarlo.

Proseguirono in silenzio il resto del viaggio, lasciando che solo la musica della radio li accompagnasse nei loro pensieri.

In qualche modo entrambe avevano lo stesso pensiero, ma nessuna delle due voleva che uscisse allo scoperto, per il momento erano felici così e non avrebbero rovinato tutto.

"Eccoci arrivati Miss ritardataria!" Esclamò Lauren, uscendo dall'auto, ma non prima di farle un occhiolino scherzoso.

"Oggi non sono in ritardo" si finse offesa la cubana, ma come poteva riuscirci? Era troppo felice di quello che stava succedendo con la corvina per permettere a qualcosa di interferire.

"Perché mi guardi e sorridi?" Chiese Lauren, aggrottando la fronte, confusa dall'atteggiamento della sua Honey.

"Sono felice!" Esclamò con gli occhi pieni di gioia, prendendo poi a camminare verso il cancello della scuola.

"Perché sono venuta a prenderti?" Indagò la corvina, affiancandola.

"Non solo" affermò, voltandosi verso di lei "Sono felice di aver avuto sempre ragione"

"Ragione?" Le afferrò un braccio per fermarla e voltarla verso di lei "Su cosa?"

"Sul fatto che tu non sia come vuoi far credere agli altri" spiegò brevemente, piegando la testa su di un lato per osservarla.

Lauren rimase sorpresa di questo, forse anche lei aveva avuto sempre ragione, quella ragazza era davvero in grado di capirla dentro.

"Non sei l'unica ad aver avuto ragione" dichiarò sorpassandola, lasciando uscire un sorriso sincero sulle sue labbra.

"Su cosa hai ragione?" Chiese Camila, inseguendola, ma senza riuscirla a raggiungere dal momento che era rimasta ferma per alcuni secondi.

"Muoviti!" Le urlò la corvina da vicino la porta della scuola, sempre con un tono scherzoso "Altrimenti facciamo tardi" 

La cubana scosse la testa rassegnata, su quello non sarebbe mai cambiata, ma a lei stava bene così.

Ed è per questo che tutta la giornata e quella successiva le passarono così, felici e contente, scherzando e ridendo, ma nel subconscio entrambe sapevano che da li a poco qualcosa sarebbe successo, qualcosa che avrebbe rotto la sottile linea che avevano costruito con fatica.

Spettava solo a loro rimettere le cose a posto o lasciarle a frantumare giorno dopo giorno.

Auguri di buona Pasqua! Come ve la state passando?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Perdonatemi se è corto, ma mi serviva per farvi capire come stava proseguendo la situazione tra le due.
Non vedo l'ora di farvi leggere il seguito.
Un bacio🌹

My Honey (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora