Capitolo 9

4.3K 177 6
                                    

Aspiró avidamente una boccata di fumo, aspettando impaziente l'arrivo della sua Honey.

Aveva sempre odiato i ritardatari e quella mattina la cubana aveva deciso di mettere a dura prova la sua pazienza.

Finalmente vide una chioma mora sbucare da dietro il muretto e correre nella sua direzione.

Lasciò cadere il mozzicone della sigaretta ormai consumato, schiacciandolo impetuosa, stringendo tanto i pugni da far diventare le nocche bianche.

"Quindici minuti di ritardo" fece una pausa, puntando i suoi occhi verde smeraldo in quelli cioccolato della più piccola "Quindici fottuti minuti di ritardo"

"Lo so, scus-" cercò immediatamente di scusarsi, ma venne interrotta dalla corvina che la zittì con un'occhiata e un'alzata di mano.

"Sta zitta!" Le ordinò, portando la mano nella tasca del suo giubbotto per afferrare il pacchetto di sigarette.

Camila abbassò la testa mortificata. Non era stata sua intenzione fare ritardo, ma era rimasta fino alle due di notte a finire i suoi compiti, quindi credeva che un po' di comprensione nei suoi confronti l'avrebbe avuta, e invece si era sbagliata.

E mentre la cubana restava a testa bassa, aspettando qualche ordine da parte della sua Master, Lauren si avvide di avere soltanto una sigaretta, che tra l'altro era già tra le sue labbra.

Così afferrò il polso di Camila e le fece intendere di seguirla. Era molto arrabbiata e non voleva risultare troppo dura nei suoi confronti, anche se lo meritava in quel caso.

La cubana non protestò e si fece trascinare fino alla sua auto.

"Sali!"

E così fece, non voleva farla innervosire ancora di più.

Era strano come i giorni precedenti si era comportata bene, sembrando quasi un'altra persona, e ora sembravano tornate ai primi giorni, quando la corvina non faceva altro che urlare contro, ordinare e stare perennemente nervosa.

Si chiese cosa avesse fatto, non poteva essere il semplice ritardo ad averla fatta arrabbiare in quel modo. Che poi ci andava di mezzo sempre lei alla fine.

Mentre era assorta nei suoi pensieri, diede uno sguardo in giro, vedendo come l'auto era perfettamente in ordine e pulita, si vedeva che era la sua, anche perché era impregnata del suo profumo.

Dopo una rapida sbirciata, si voltò nella direzione della ragazza, trovandola attenta nella guida, con una mano sul cambio e l'altra stesa verso il volante che teneva saldo nella mano.

Talmente era assorta ad osservare la strada, che per Camila fu facile continuare a guardarla senza farsi sgamare.

Il viso serio, ma perfetto. Gli occhi fissi davanti a sé, che con la luce del sole brillavano ancora di più. Le labbra schiuse.

Poteva dire che era bellissima quando guidava?

Ma cosa cazzo mi passa per la testa?

Sgranò gli occhi non credendo a quello che aveva pensato. Forse dormire solo quattro ore le aveva fatto male.

Riportò di scatto la testa dritta, obbligandosi a tenere lo sguardo fisso sulla strada.

Ora non le sembrava più una buona idea stare chiusa nell'auto con la ragazza a pochi centimetri da lei.

Iniziò a muoversi compulsivamente, trovandosi a disagio a restare lì, sperando con tutta se stessa di arrivare quanto prima a destinazione.

Lauren si accorse che qualcosa non andava. Con la coda dell'occhio osservò i movimenti della cubana, che non riusciva più a stare ferma due secondi di fila. Percependo del disagio nelle sue movenze.

My Honey (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora