Capitolo 6

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Camila stava camminando o meglio correndo per arrivare a scuola puntuale, in quanto per colpa dei mille pensieri che le erano frullati in testa tutta la notte, aveva dormito soltanto un paio di ore e si era svegliata tardissimo.

Non poteva contare neanche su un passaggio da parte della polinesiana visto che sia Ally che Dinah erano rimaste a casa in quanto i loro Master non si erano ancora ripresi dalla festa del giorno precedente e Camila si chiedeva perché anche Lauren non poteva restare a casa, tanto a scuola comunque non avrebbe fatto nulla.

Forse perché vuole fartela pagare per ieri.

Pensò sbuffando, cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo?
Se lo chiedeva ogni giorno da quanto si era ritrovata in quella situazione eppure non trovava mai la risposta o forse la sapeva ma la ignorava.

E mentre pensava a quale malefica punizione aveva in serbo per lei la sua Master, andò a sbattere contro la schiena di qualcuno.

Chiuse gli occhi preparandosi alla rovinosa caduta e al suo sedere dolorante, ma invece si ritrovata le braccia della corvina che prontamente l'aveva afferrata.

Quando li riaprì trovò davanti a sé una camicia bianca, con il logo della scuola e i primi due bottoni slacciati che permettevano una vista, da quella posizione, per niente sobria.

Ora capisco perché tutte la vogliono.

Spalancò gli occhi, incredula del suo stesso pensiero, lei non era così, eppure era arrossita.

"Vedi di stare attenta quando cammini" l'ammoní la ragazza, lasciandola per farla rimettere in posizione eretta.

"Emh si scusa, non ti avevo visto" balbettò la cubana, abbassando la testa per coprire il rossore delle sue guance.

"Non mi sembra di essere così invisibile" la scherní, guardandola con occhi freddi, cosa del tutto ovvia visto quanto successo la sera precedente.

Camila si scusò ancora una volta, tenendo ancora lo sguardo fisso sulle scarpe, concentrando l'attenzione su altro per far passare il rossore.

"Sono così brutta che adesso non mi guardi nemmeno?" Chiese sempre con tono fermo, ma incuriosita dal comportamento strano della ragazza, da quando si conoscevano l'aveva sempre tenuta testa, quindi non si capitava del fatto che non la guardasse.

Immediatamente la cubana alzò la testa, incontrando gli occhi verdi dell'altra.

"Cosa? No! Anzi...Cioè" iniziò a balbettare cosa che fece divertire la corvina, che piegò la testa da un lato per guardarla meglio.

"Stai balbettando davvero?" La beffeggió, mentre un pensiero malsano le attraversò la mente.

Ora sapeva cosa fare per fargliela pagare per la sera precedente.

Sorrise maliziosa, voltandosi per avviarsi verso la scuola, già pensando alla prima mossa da fare, mentre la cubana si dava della stupida da sola e la seguiva ancora a testa bassa.

Una volta dentro la corvina decise di agire con calma, così per le prime cinque ore andò tutto normale, come al solito.

Il bello avvenne dopo.

"Andiamo in bagno" le disse, camminando già verso quella direzione, senza dare il tempo a Camila di dire o fare altro, se non seguirla.

Una volta dentro si avvicinò al lavandino, fingendo di doversi lavare solo le mani

"Fa davvero caldo oggi, eh?" Chiese retoricamente, dando le spalle all'altra ragazza, ma si premuró di darle una bella vista piegandosi leggermente in avanti.

"Già" rispose lei, cercando di essere il più indifferente possibile, iniziando a preoccuparsi, non si metteva per niente bene.

Lauren, percependo il disagio iniziare a prendere il sopravvento nella sua Honey, decise di agire.

Lentamente portò le mani sui primi bottoni della camicia, iniziando a sbottonarli, non prima però di essersi voltata completamente verso la ragazza e piantato il suo sguardo fisso nel suo.

"C-che stai f-acendo?" Chiese allarmata la cubana, deglutendo a fatica quando iniziò ad intravedere il reggiseno di pizzo nero.

"Te l'ho detto, fa caldo" rispose indifferente, compiaciuta della reazione che stava avendo la cubana.

Aprì soltando i primi due bottoni, per lasciare in bella vista il reggiseno, poi si avvicinò cautamente alla ragazza che non accennava a muoversi, ma che aveva il viso rosso.

"Che hai? Non mi dire che ti imbarazza vedere una donna in queste condizioni. Infondo sei etero, no? Non dovresti arrossire" La provocò Lauren, allungando le braccia per incastrarla al muro.

"I-io" cercò di parlare, deglutendo a fatica, ma non riusciva a trovare le parole.
Da quando la corvina le faceva questo effetto?

Lauren avvicinò il viso al suo, fingendo di volerla baciare, ma si sorprese quando Camila non si mosse, anzi sembrava che bramava anche lei un bacio.

Si guardarono per secondi o minuti negli occhi, a pochi centimetri l'una dall'altra, prima che la corvina si staccasse e iniziasse a riabbottonare la camicia, fingendosi indifferente, e la cubana iniziava a ricordare come si respirava.

"La prossima volta non dire cose che non sono vere" affermò la ragazza dagli occhi verdi, sistemandosi i capelli e avviandosi verso l'uscita, lasciando la cubana in completa confusione.

Che cazzo stava succedendo?

Non poteva essere quello, lei non era così. Forse aveva reagito in quel modo perché era da tempo che non aveva un contatto con nessuno, eppure con la ragazza non aveva avuto nessun contatto se non solo una visuale mozzafiato del suo seno.

Chiuse gli occhi, provando a pensare al suo gatto, nonostante non lo avesse, ma doveva pur pensare a qualcos'altro che non ritraeva lei ingabbiata al muro dalla corvina, mentre bramava un suo bacio.

Si sciacquó la faccia con l'acqua fredda prima di raggiungere la ragazza in mensa, per provare, un minimo, a togliersi quei pensieri malsani dalla testa, ripetendo che non sarebbe mai più successa una cosa del genere.

Stettero in silenzio per tutto il pranzo, ognuna persa nei propri pensieri.

La cubana continuava a ripetersi che era etero e che era stato solo un momento che sicuramente non sarebbe recapitato.

La corvina pensava a quello che aveva provato, era la prima volta che le succedeva una cosa simile e questo la rendeva piuttosto nervosa.

Forse aveva sbagliato, non doveva comportarsi in quel modo. Voleva solo fargliela pagare e invece era rimasta fregata da sola.

Entrambe decisero comunque di fingere che non fosse successo niente e ritornarono a lezione normalmente.

Ma sapevano tutte e due che qualcosa stava per cambiare o forse era già cambiato.

My Honey (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora