Capitolo 14

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Poggiò distrattamente il coltello imbrattato di nutella sul ripiano della cucina sporcandolo, ma poco se ne curò, la sua massima attenzione in quel momento era di addentare la sua fetta di pane piena zeppa del suo cioccolato preferito.

Lei era così, quando era nervosa o l'ansia la stava divorando dentro, aveva due opzioni: mangiare incontrollabilmente oppure dormire andando vicina al coma. Anche se la maggior parte delle volte prima mangiava e poi dormiva.

Quel giorno però non solo era nervosa, ma era anche in uno stato di terribile ansia. La causa? Due occhi verdi e una giacca di pelle nera.

Erano tre giorni che non aveva notizie di lei perché la scuola sarebbe stata chiusa per una settimana a causa di una disinfestazione, di conseguenza non l'aveva più vista da quel giorno.

Però quella mattina Dinah l'aveva chiamata, obbligandola ad uscire la sera stessa. In un primo momento avrebbe anche accettato, volendo passare del tempo con loro, ma fu il lungo silenzio della polinesiana quando le chiese chi ci sarebbe stato a farla rispondere con un no secco.

Però tutte conosciamo Dinah Jane Hansen e sappiamo che a lei non si può dire di no, soprattutto quando, dopo aver parlato con Normani, era giunta alla stessa conclusione della bruna.

Per questo motivo ora si ritrovava alla sua terza fetta di pane e Nutella e a sbattere ripetutamente il piede a terra, in un gesto nervoso, riflettendo e cercando una scusa per non andare, avendo dovuto accettare sotto minaccia.

Però non le venne in mente niente, così si arrese e con un pesante sospiro si avviò nella sua camera, iniziando a trovare dei vestiti decenti per poi recarsi in bagno.

Mentre era nella doccia non poté impedire alla mente di viaggiare, iniziando così a pensare a come avrebbe dovuto affrontare la serata, ma soprattutto lei.

Dalla sua ultima reazione aveva intuito che sarebbe stato molto difficile farsi perdonare, anche se ci aveva provato quel giorno, forse aveva solo bisogno di tempo e poi l'avrebbe perdonata. Forse doveva aspettare solo la sera e vedere come si sarebbero evolute le cose.

Dinah le aveva detto che sarebbero andate a casa di Shawn, il quale aveva invitato Ally, ma lei troppo timida per restare sola con lui, gli aveva chiesto di invitare anche le sue amiche, di conseguenza lui avrebbe chiamato le sue di amiche.

Non era chissà quale grande cosa, così Camila decise di vestirsi in modo semplice, il che comprendeva un jeans chiaro strappato e un maglioncino leggero blu, in questo modo poteva uscire anche senza giubbotto visto la temperatura ancora mite.

Dinah le aveva anche detto che sarebbe passata lei a prenderla, facendola tranquillizzare un po', così all'ora stabilita uscì di casa aspettandola al solito posto. E infatti la polinesiana arrivò dopo pochi minuti, dandole giusto il tempo per salire e mettere la cintura, prima di partire in direzione della casa del ragazzo.

"Devi stare tranquilla" cercò di rassicurarla durante il tragitto "Non può ucciderti, ci sono troppi testimoni, a meno che non ammazza anche noi"

"Sei di grande supporto" mormorò tra i denti, guardandola di sbieco.

"Avanti! Ci divertiremo, non devi pensare per forza a lei, magari neanche viene" tentò ancora, dandole un lume di speranza, speranza che sparì appena Dinah parcheggiò l'auto al fianco di una che assomigliava molto a quella di Lauren.

"Iniziamo bene" sospirò arresa, cercando di scrollarsi di dosso la tensione e apparire il più calma possibile.

Ad aprirle, per fortuna, fu il padrone di casa che con un caloroso sorriso le accolse, spiegandole velocemente dove fosse il bagno e la cucina, in caso di bisogno, e accompagnandole poi nel salotto dove erano tutte le altre.

Dopo i vari saluti e convenevoli, Dinah si sedette subito al fianco della sua Master, scambiandosi uno sguardo che valeva più di mille parole, per una cosa che solo loro conoscevano, mentre Camila, tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che nella stanza non vi era la corvina, così si sedette più tranquillamente sull'unico posto libero del divano, vicino ad Ally e Shawn, prendendo poi tutti a chiacchierare.

Ma la sua apparente gioia finì velocemente perché dalla porta comparve Lauren.

La corvina fece finta di non averla vista, salutando con un semplice ciao generale, sfilandosi la giacca di pelle e rivelando una maglietta a maniche corte, con la quale era possibile vedere alcuni tatuaggi.

Camila si sorprese a guardarla un po' troppo insistentemente, tanto da ricevere una gomitata da parte di Ally. Ma non poteva farci nulla se quella ragazza riusciva a catturare tutta la sua attenzione.

Questa rivelazione la colpì in pieno, facendola abbassare subito la testa imbarazzata, non poteva credere di pensare davvero queste cose.

Per fortuna Shawn prese parola, riportando l'attenzione di tutti su di lui.
"Che ne dite di ordinare la pizza?" Chiese allegro, ottenendo il consenso di tutti.

Appena il campanello suonò, Normani si precipitò immediatamente ad aprire la porta e una volta presi gli scatoloni di pizza per portarli nel salotto, iniziarono a mangiare, scambiandosi battute di tanto in tanto.

Tutti si stavano divertendo, tranne le due ragazze che facevano finta di ignorarsi, ma che più di una volta si erano sorprese a guardarsi a vicenda.

Tutti sapevano che quella era una situazione abbastanza complicata, ormai anche Ally e Dinah avevano più o meno compreso il carattere difficile della corvina con l'aiuto degli altri due, per questo tutti e quattro non aspettavano altro che le due facessero pace.

"Io vado a fumare" annunciò la corvina, una volta finita la sua pizza.

Prese il cartone approfittando del fatto di dover passare dalla cucina per buttarlo, per poi uscire nel giardino e sedersi sugli scalini sotto la veranda, tirando fuori il suo amato pacchetto di sigarette.

"Posso?" Le chiese timidamente una voce alle sue spalle, sedendosi poi al suo fianco appena la corvina le fece un cenno di assenso con il capo.

Entrambe restarono in silenzio. Lauren continuava a fumare, ma ora non era più tranquilla, sentiva qualcosa dentro che non riusciva a comprendere. Camila, invece, rimuginava sulle parole giuste da dire per scusarsi, ma non sapeva bene come iniziare il discorso senza farla alterare maggiormente.

Però la corvina la sorprese, decidendo di prendere lei per prima la parola, avendo percepito il disagio da parte dell'altra.

"Se sei venuta qui per farmi le scuse, non le voglio" affermò, facendo una piccola pausa per aspirare una nuova boccata di fumo "Non mi conosci, di conseguenza non sai niente di me, quindi è normale che tu ti faccia idee, giuste o sbagliate che siano, su di me"

Voltò il capo verso la cubana per accertarsi che la stesse ascoltando, scoprendola a guardarla con un sguardo misto tra l'incredulo e il confuso.

"Questo però non ti dà il diritto di buttare merda su di me, ma riconosco che non sapendo le cose come stanno tu possa pensare male" si fermò con un sorriso sarcastico, permettendo così alla cubana di prendere parola.

"Lo so! È per questo che volevo chiederti scusa e volevo continuare ad essere la tua Honey in modo da avere l'opportunità di conoscerti meglio" senza accorgersene portò una mano sul braccio della ragazza al suo fianco, come per aggrapparsi all'idea di far ancora parte della sua vita.

"Non c'è nulla da sapere di me" dichiarò portando lo sguardo davanti a sé "Sono la ragazza ricca e menefreghista, che si è fatta tutta la scuola e che è pronta a dare un pugno a chiunque la faccia incazzare"

"Sei molto più di questo" mormorò timidamente la cubana, sentendosi in colpa per quello che aveva pensato di lei "E io voglio esserti amica per scoprirlo"

"Noi non saremo mai amiche, Camila" sussurrò portando lo sguardo nei suoi occhi, accorgendosi della tristezza che li adornava.

Restarono così, occhi negli occhi, per un po', fino a quando Lauren decise che era il momento di rientrare.

Distolse lo sguardo, alzandosi e porgendo la mano a Camila, per permetterle di alzarsi, che lei prontamente afferrò.

"Sarai ancora la mia Honey, ma non metterti idee strane in testa" e con questa frase rientrò dentro, lasciando bene intendere che le cose sarebbero state ancora più difficili.

My Honey (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora