Capitolo 25

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<<Dovremmo rientrare ora>>, dico in tono triste a Laurel che sta mangiando la seconda fetta di torta.
<<No, adesso andiamo a
ballare!>> risponde allegra roteando i fianchi.
Ottimo Laurel è brilla.
Mi rivolgo verso Thom che fa spallucce e guarda Laurel come se fosse la sua torta al cioccolato preferita.
Bene. Cosa faccio adesso?
Vorrei tanto lasciarli da soli e io forse dovrei davvero tornare a casa. Con tutto quello che sta succedendo nella mia famiglia non mi sembra giusto passare una bella serata.
Bene. Mi sento in colpa per essere felice.
<<Va tutto bene?>> Lucas si è avvicinato e mi sta osservando preoccupato <<sembri triste>>, aggiunge.
Mi alzo e mi allontano dai miei amici. Lo prendo per un braccio e lo trascino in un angolo. Se non fossi anche io un po' su di giri per aver bevuto due cocktail, probabilmente non avrei tutto questo coraggio.
<<Laurel vuole proseguire la serata andando ad una festa ma... primo, lei è mezza ubriaca, e secondo, io non ci voglio andare>> gli confesso torcendomi le mani.
Lui mi guarda divertito. <<Tutto qui?>>
<<Beh in realtà vorrei anche lasciarli un po' da soli...>> lo guardo negli occhi e vedo che si è rilassato completamente. Prima il suo atteggiamento era strano. Ora è molto più tranquillo.
<<Quindi tu e lui non uscite insieme?>> mi chiede indicando Thom con il pollice e corrugando la fronte sorpreso.
<<Cosa?>> inizio a ridere a crepapelle. Io e Thom? Sul serio? Oddio, questo sì che è esilarante.
Mi guarda con un sorrisetto stampato sul volto e quando i miei occhi si posano sulle sue labbra smetto di ridere.

Mi sono appena ricordata di quello che ho visto la scorsa mattina.
Finalmente sono tornata in me.

Lui sembra essersene accorto e mi guarda serio. Si avvicina lentamente e io indietreggio.
<<Senti nanerottola...>> inizia, ma non lo lascio terminare.
Che cosa mi è preso? Davvero pensavo di potermi confidare con lui? Perché non riesco a pensare lucidamente in sua presenza?

<<Non so perché ne sto parlando con te, l'alcol fa fare cose stupide>> dico fredda, fissandolo dritto nei suoi occhi verdi.
Vedo il suo volto indurirsi e la mascella serrarsi.
Bene.
Si passa una mano tra i capelli biondi.
Ho notato che lo fa spesso quando è nervoso. 
Si avvicina di più e io resto ferma dove sono. Ora le punte delle nostre scarpe si toccano e i suoi occhi verdi mi fissano dall'alto.
<<Dobbiamo parlare>>, detto ciò mi prende per mano, si avvicina a Thom e gli comunica che mi porterà lui a casa. Thom mi guarda per avere la mia approvazione e io annuisco.
Non so perché, ma il mio istinto mi dice che è meglio così.
Devo mettere un punto a tutta questa faccenda una volte per tutte.
Usciamo fuori dal locale e l'aria fredda mi investe facendomi rabbrividire.
Lucas si toglie il giubbotto in pelle e me lo posa sulle spalle.
Resto stupita da questo gesto, ma lui sembra non accorgersene.
Sfilo la mano dalla sua e mi faccio largo tra le persone che sono davanti al locale tutti con un cocktail in mano.
Lucas cammina lentamente davanti a me.
<<Kitty!>> una voce familiare mi chiama e poco dopo sento una mano che si posa sulla mia spalla. Mi volto e vedo Jake.
Indossa una camicia azzurra e un paio di pantaloni color sabbia. I capelli castani sono ordinati e gli occhi nocciola mi fissano divertiti.
<<Ciao Jake!>> rispondo abbozzando un sorriso.
Si avvicina e mi abbraccia.
Ma cosa sta succedendo?
Sto sognando? Jake Black mi sta...abbracciando?
Le sue braccia mi circondano la vita e mi stringe contro di lui.
Mi sposto un po' per guardarlo negli occhi.
<<Tanti auguri Kitty. Thom mi ha detto che oggi è il tuo compleanno>> mi dice dolcemente.
Il mio cervello sta per andare in corto circuito.
Il ragazzo che ho idolatrato dall'inizio del liceo mi sta abbracciando davvero.
Sarò rossa come un peperone.
Sto per andare in iper ventilazione.
<<Grazie>> farfuglio.
Ad un tratto lo sento irrigidirsi contro il mio petto.
Sento un'altra mano circondarmi la vita e vado a sbattere contro... Lucas.
Lo capisco dal suo profumo e dalla mano stretta a pugno lungo il fianco.
Ma che diavolo gli prende?
<<Lasciami>> gli dico acida.
Lui mi stringe più forte contro di sè.
Jake lo guarda torvo e poi i suoi occhi incontrano i miei.
Mimo uno "scusa" con le labbra e poi mi sento trascinare fuori dalla folla.
Quando siamo abbastanza distanti, mi divincolo dalla sua presa.
<<Ma che diavolo ti è preso?>> urlo stizzita e lo spintono per farlo stare lontano da me, <<sei un dannato idiota!>> sibilo a denti stretti.
<<Hai finito?>> mi chiede infastidito. I suoi occhi verdi ardono e la vena gli pulsa veloce sul collo.
Non ci posso credere! È incazzato!  Ma per cosa?
Lui non ne ha alcun diritto.
<<Mi spieghi che ti prende?>> strillo buttando le mani per aria e lasciandole cadere rumorosamente lungo fianchi.
Ci fissiamo per un po' senza parlare.
Mentre mi fissa lentamente il suo volto si rilassa e i lineamenti si addolciscono.
Ecco un altro dei suoi cambi d'umore.
Mi sfilo la sua giacca e gliela lancio dritta sul petto.
Il fastidio che mi ribolle dentro mi ha messo caldo.
Lui all'inizio alza entrambe le sopracciglia per la sorpresa, ma si ricompone subito e ripone la giacca su una spalla.
Ha uno sguardo divertito e questo mi fa imbestialire ancora di più.
<<Senti... io non ho alcuna voglia di stare qui a perdere il mio tempo con te>> dico acida, <<Torno a casa>> aggiungo.
Lo oltrepasso e inizio a camminare in direzione di casa mia.
Mi si affianca e cammina silenziosamente accanto a me.
Eh no. Ora basta.
Mi fermo e gli punto un dito contro il petto. <<Sono stufa dei tuoi dannati giochetti, prima fai tutte quelle cose per me e poi ti vedo baciare un'altra. Si può sapere che cavolo hai nel cervello?>> sbotto.
Sempre che ce l'abbia un cervello, aggiungo tra me e me.
Si irrigidisce. <<Non vorrai veramente dirmi che si tratta di questo?>> mi prende il polso e mi abbassa la mano che è ancora puntata contro il suo petto.
<<Quanto sei ingenua nanerottola, credevi davvero che...>> inizia in tono sarcastico.
Non ci siamo proprio.
Ora si che mi fa incazzare sul serio.
Nessuno si prende gioco di me.
<<Sta zitto dannazione!>> lo interrompo inchiodandolo con lo sguardo. <<Sei stato tu a organizzarmi un picnic con tanto di candele. Sei stato tu a bussare alla porta di casa mia per sapere se stavo bene quando sono tornata dall'ospedale. E sei stato sempre tu a portarmi a cena quella sera senza lasciarmi altra scelta!>> urlo così tanto che adesso mi manca il fiato.
Mi ricompongo e continuo, <<e per inciso ancora non riesco a capire come cavolo facevi a sapere dove abito.>>
Ha le spalle rigide, gli occhi verdi fiammeggianti e le mani strette a pugno.
Si passa una mano tra i capelli e mi da le spalle. Lo sento che fa dei respiri profondi.
Quando si volta sembra quasi più tranquillo.
<<Cosa hai intenzione di fare?>> mi chiede.
I suoi occhi sono così belli e profondi che mi perdo per un attimo.
Mi sarei aspettata di tutto, ma non questa domanda.
Che significa? In che senso che cosa voglio fare?
<<Verrai a lavorare o no?>> continua in tono divertito.
Forse sa che effetto mi fa.
Si avvicina e io resto ferma dove sono.
Avvicina una mano al mio viso e ne traccia il contorno con l'indice. Il suo dito parte dalla tempia, scende lentamente lungo la guancia e raggiunge le mie labbra.
Chiudo gli occhi trattenendo il fiato.
So che dovrei spostarmi, ma non ci riesco.
Sono come ipnotizzata.
Mi sfiora il viso con una dolcezza e una delicatezza indescrivibili.
È un tocco leggero, ma mi infiamma dentro e il mio cuore fa una capriola.
Apro gli occhi e vedo un sorriso dolce spuntare sul suo bellissimo viso. Le sue dita scorrono sul mio collo e si fermano.
Sento un brivido che mi percorre la schiena.
Stacca la mano dalla mia pelle e indietreggia.
<<Vieni, ti accompagno a casa>>, mi prende la mano, intrecciando le mie dita alle sue e inizia a camminare trascinandomi con lui.
<<Quanto sei bipolare...>> sussurro a voce bassissima credendo che lui non mi senta.
Stringe le dita alle mie e si volta con un sorrisetto facendomi l'occhiolino.
Mi ha sentita. Di sicuro.
Beh tanto è la verità.
Camminiamo in silenzio mano nella mano, quasi come se fossimo... una coppia normale.
Peccato che non siamo nè una coppia e lui tantomeno è normale.
Sento un brivido scorrermi lungo le braccia nude e questa volta oltre che per la sua vicinanza è dovuto al freddo.
Lucas se ne accorge e mi rimette il suo giubbotto di pelle sulle spalle.
Mi lancia un'occhiata e io gli sorrido gentilmente sperando che questo basti per ringraziarlo della sua premura.
Si può definire premura?
Quando siamo davanti a casa mia sono un po' nervosa.
Cosa dovrei fare adesso?
Si ferma e sfila la mano dalla mia.
<<Stai bene?>> mi chiede pacato.
Sto bene?
Beh. Non lo so a dire il vero.
A tratti sto bene, a tratti sono triste e a tratti sono totalmente infelice.
<<Si>>, rispondo abbassando gli occhi e fissandomi le scarpe.
Non so perché, ma sono sicura che se rispondessi guardandolo negli occhi, capirebbe che c'è qualcosa che non va.
<<Sono sicuro che non è così, ma se non ti va di parlarne non insisterò>> mi risponde dolcemente mettendomi una mano sul mento e facendomi alzare il viso verso di lui.
Sono spiazzata dalla sua risposta e lo sono ancora di più quando mette una mano sul mio fianco e mi attrae contro il suo petto.
Mi stringe forte e sprofonda la faccia nei miei capelli.
Mi rilasso un po' a contatto con il suo corpo caldo e lo stringo a mia volta posando il viso nell'incavo del suo collo.
Perché perdo completamente il controllo quando gli sto così vicina?
Mi sento così bene e al sicuro abbracciata a lui che vorrei rimanere così per sempre.
Mi accarezza i capelli dolcemente e mi dà un bacio sulla fronte.
La mia pelle brucia al contatto con le sue labbra.
Vorrei che con lui non fosse tutto così complicato perché quando stiamo così sento che qualunque cosa si possa sistemare.
Gli circondo la vita con le mie braccia esili e gli accarezzo la schiena lentamente godendomi questo momento.
Lo sento trattenere il respiro e inizialmente irrigidirsi al mio contatto, ma poco dopo sento le sue spalle rilassarsi e le sue braccia stringermi più forte.
<<Stasera sei bellissima>> mi sussurra cauto all'orecchio.
Arrossisco e alzo gli occhi verso di lui con un mezzo sorriso sul volto.
<<Grazie, lo so>>, rispondo ironicamente distendendo le labbra per formare un sorriso a pieno volto.
<<Non sorridermi così o non ti lascerò più rientrare in casa>>, mi fissa le labbra con desiderio e mi stringe più forte i fianchi.
I suoi capelli biondi sono scompigliati e sembrano ancora più chiari alla luce della luna, le sue labbra carnose mi sfiorano il naso e i suoi occhi...beh i suoi occhi sono pieni di desiderio e si fondono con i miei.
Abbassa di più il viso e sento il suo respiro sulla mia bocca, penso che mi stia per baciare, ma le sue labbra si posano sulla mia guancia.
<<Buonanotte nanerottola>> mi bisbiglia all'orecchio.
Indietreggia lentamente, sciogliendosi dall'abbraccio e mi guarda divertito.
Avrò la faccia sconvolta e paonazza perché è così che mi sento dentro.
<<'Notte Lucas>> balbetto ancora scossa.
Mi volto per attraversare il vialetto che mi separa dalla porta di casa.
<<Verrai?>>
La sua voce mi raggiunge in un soffio e so perfettamente a cosa si riferisce.
Vuole sapere se domani andrò al Pandemonium a lavorare.
<<Non lo so>> rispondo senza voltarmi.
Apro la porta e me la chiudo alle spalle.
Solo dopo mi rendo conto di avere ancora la sua giacca addosso, apro di nuovo la porta per restituirgliela, ma di Lucas non c'è nessuna traccia.

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