Capitolo 24

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Arrivo davanti casa con il fiatone. Mi guardo alle spalle e noto con una punta di dispiacere che non mi ha seguita.
Perché sono dispiaciuta? Sono scappata perché non volevo parlargli, giusto?

Maledizione, sto impazzendo.

Ho dimenticato le chiavi, così busso alla porta e aspetto che qualcuno venga ad aprirmi.
<<Kirsten! Finalmente!>> urla mia madre all'ingresso.
<<Scusa mamma, ho dimenticato il cellulare e non mi sono resa conto dell'orario>> rispondo dolcemente.
Ha un aspetto orribile, i capelli lunghi sono raccolti in una coda disordinata, gli occhi sono cerchiati di nero il che li rende più azzurri del solito. Indossa una tuta nera e delle scarpe da ginnastica.

Bene, le cose vanno proprio male.

Entro in casa e mi guardo attorno alla ricerca di mio padre.
Lo trovo seduto davanti alla televisione in salotto.
Anche il suo aspetto ha visto giorni migliori.
<<Possiamo parlare?>> le chiedo raggiungendola in cucina.
<<Tesoro, ti prometto che ti spiegheremo tutto>> mi accarezza il viso con una mano dolcemente, <<ma non adesso. Per favore>> mi implora e gli occhi le si riempiono di lacrime.
Ho un nodo alla gola, ma mi costringo a ricacciarlo giù e a risponderle.
<<Va bene, mamma>> la abbraccio e cerco di calmarla come meglio posso.
<<Andrà tutto bene>> le sussurro all'orecchio. <<Qualunque cosa sia successa sono sicura che la risolverete>>, e dopo un po' aggiungo <<Insieme>>.
Si scioglie dall'abbraccio e mi sorride dolcemente. Poi si gira e inizia a preparare la cena.
Mi rendo conto che non ho fame e che vorrei solo dormire.
È stata veramente una giornata stressante.
Vedo mio padre che fissa lo schermo completamente assente. Vorrei tanto parlargli, ma rispetto la decisione di mia madre e ricaccio indietro il pensiero.
<<Ah, Kirsten?>> fa mia madre, mentre taglia le verdure e le mette in padella con il burro.
<<Si?>>
<<Il tuo telefono continuava a squillare, non volevo farmi gli affari tuoi, ma pensavo che Laurel fosse preoccupata, così mi sono avvicinata, ma sullo schermo c'era scritto il nome Lucas>> mi dice, sollevando un sopracciglio e guardandomi da dietro una spalla.
Oddio. Me l'aveva detto di aver salvato il suo numero nel mio cellulare quel giorno al Pandemonium, ma non avevo mai controllato.
<<Ehm...va bene, grazie dell'informazione mamma>> le dico in tono sarcastico un po' imbarazzata.
Non mi va di discutere con lei in questo momento, perché vedo che non sta molto bene.
Prendo il telefono dal piano della cucina e salgo in camera mia. Mi stendo sul letto, dopo aver messo il pigiama, e noto che ci sono delle chiamate perse.
Due da parte di Lucas e tre da parte di Laurel.
Perché mi avrà chiamata? Probabilmente vorrà sapere se ho intenzione di accettare il lavoro o no. Beh, ancora non l'ho deciso in realtà quindi anche se lo richiamassi che cosa gli direi?
Avvicino le ginocchia al petto e mi prendo la testa tra le mani.
Ho bisogno di calmarmi. In questi giorni ho i nervi a pezzi e sento che crollerò a breve.
Le lacrime minacciano di scendere e non faccio più niente per trattenerle.
Sfogarmi mi farà bene.
Sento un ronzio familiare.
Sta squillando il cellulare.
Dio, per favore fa che non sia Lucas. Per favore. Per favore.
È Laurel.
Mi asciugo le lacrime e le rispondo. <<Ehi>>, la mia voce è roca per il pianto, ma spero che non se ne accorga.
<<Ehi Kirst! Tutto bene? Perché prima non hai risposto?>> mi chiede velocemente.
<<Scusami, sono uscita a fare una passeggiata e ho dimenticato il cellulare a casa>> le rispondo.
<<Sei andata a parlare con Lucas?>> chiede strillando entusiasta dall'altro lato del telefono.
Le racconto ciò che ho visto tornando a casa e la sua reazione non mi coglie di sorpresa.
<<Quello è veramente un idiota!>> strilla. È più arrabbiata di me.
<<Dai Laurel, in fondo lo sapevo che sarebbe andata a finire così, solo che mi sono lasciata abbindolare come una stupida>>. Ecco, dopo averlo detto ad alta voce mi sento ancora di più un'idiota, perché è vero che l'ho sempre saputo.
<<Senti... per cambiare argomento, oggi indovina chi ho incontrato? Jake>> le dico senza aspettare che risponda.
<<CHE COSA? È tornato? Quando? È sempre bello come al solito?>> ora sono proprio sicura che sta urlando perché devo allontanare il telefono dall'orecchio.
Le racconto il nostro breve incontro e la figura squallida che ho fatto cadendo dal marciapiede.
<<Solo tu puoi essere così imbranata Kirst!>> mi dice ridendo.

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