Capitolo 33

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<<Lucas?>>
<<Si?>>
Continua a cullarmi tra le sue braccia mentre sullo schermo del televisore scorrono i titoli di coda.

<<Per te andrebbe bene se inizio a lavorare la prossima settimana?>>
Piega la testa e mi guarda negli occhi pensieroso.
<<Certo, nanerottola.>>

Durante questa settimana infernale, non ho avuto neanche un attimo di tempo per riflettere sul fatto che avevo involontariamente messo da parte il mio unico obiettivo.

Ho un bisogno disperato di rifugiarmi in un maneggio.
Mi manca terribilmente accarezzare il musetto dolce di un cavallo.

Ripenso a quando ho iniziato anni fa... ero così entusiasta ed emozionata all'idea di salire in sella che quasi non svenivo dalla gioia.
I miei genitori mi guardavano e sorridevano felici, vicino alla staccionata di legno, mentre l'istruttrice mi impartiva le prime regole.

Dopo la prima lezione mi sono totalmente innamorata.

Il binomio cavaliere-cavallo si è impadronito della mia anima e del mio cuore. È entrato a far parte di ogni singola cellula del mio corpo e non mi ha più abbandonata.

Non riuscirei ad immaginare la mia vita senza tutto questo e adesso, ripensando a quei momenti, mi sembra tutto tremendamente lontano.

Avevo deciso di frequentare il maneggio assiduamente, ben quattro volte alla settimana e in pochissimo tempo il salto ad ostacoli e il dressage sono diventati la mia più grande ossessione.

Dopo circa tre anni di allenamenti assidui e dopo aver partecipato a diverse competizioni, sono riuscita a dimostrare, arrivando sul podio, che quella era veramente la mia strada.

Ma... poco tempo più tardi, mia madre venne licenziata e fu costretta a trovare un altro lavoro, che però, non le permetteva di guadagnare la stessa somma cospicua di denaro.

Nonostante il momento molto difficile, i miei genitori sapevano quanto adoravo questo sport e, benché fosse molto costoso, non mi avrebbero mai chiesto di rinunciarvi.

Non mi avrebbero mai ferita volontariamente.

Ma io non potevo essere egoista.

Sapevo che dovevo aiutarli in qualche modo, così, avevo deciso di rimandare temporaneamente ciò che mi rendeva felice.

Almeno finché non avrei trovato un lavoro che mi permettesse di pagare da sola tutte le spese che comportava.

Con i soldi guadagnati, sommati a quelli che stavo risparmiando giornalmente, un giorno, anzi, molto presto, avrei potuto raggiungere il mio scopo.

E quel giorno era molto vicino.
Me lo sentivo.

Finalmente avevo trovato un lavoro e la persona che mi stava permettendo di raggiungere il mio obiettivo, era proprio lì, di fronte a me.

Lucas mi stringe di più contro il suo petto attirando la mia attenzione.
Allungo una mano e gli accarezzo la guancia dolcemente, <<non capisco...>>, gli inizio a dire, guardandolo con confusione.
<<Cos'è che non capisci?>>
<<Perché stai facendo tutto questo per me?>>
La mano con cui mi sta accarezzando la schiena si ferma per un attimo.
I suoi occhi verdi diventano un po' tristi,<<so di non essermi comportato bene all'inizio, ma... tendo sempre ad allontanare le persone a cui so di potermi affezionare.>>
Posa una mano sulla mia, che ancora si trova sulla sua guancia e continua, <<so che questa non è una giustificazione. Sono stato un vero stronzo con te. Non avevo in programma che accadesse tutto questo, ma la tua testardaggine mi incuriosiva e i tuoi occhi azzurri mi sono entrati in testa prendendosi gioco di me. Non posso controllare la mente, così come non posso controllare i pensieri. E i pensieri che la mia mente formulava ogni santo giorno, avevano tutti a che fare con te.>>
Fa una pausa e mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<Tu mi piaci Kirsten.>>

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