Capitolo 58

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<<Kirsten... io non so davvero cosa dire.>> Laurel è veramente sconvolta e dalla voce traspare tutta la sua compassione.
Durante il racconto vedevo il suo volto cambiare espressione e diventare via via sempre più triste e confusa.
<<Ho bisogno di vederlo. Io... devo almeno dirgli che non sono sua sorella.>>
Annuisce decisa, <<pensi di trovarlo a casa? Potrei...>>
<<Ti posso accompagnare io>> interviene Thom.
Fino ad adesso era rimasto in silenzio, con lo sguardo fisso contro un punto qualsiasi della camera da letto.
Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e inspiro profondamente.
Annuisco, <<Grazie Thom.>>
<<Vengo anche io>> asserisce Laurel, prende il cellulare e allunga la mano verso di me.
La sua stretta e il suo sguardo sono rassicuranti, così abbozzo un sorriso.
<<Andrà tutto bene>> sussurra con dolcezza.
Non so davvero cosa farei senza di lei.
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Raggiungiamo l'edificio circa mezz'ora dopo.

Il viaggio è stato silenzioso e l'aria nell'abitacolo molto tesa.

Il cuore batte velocemente e le mani strette a pugno iniziano a sudare.
Inspiro profondamente e provo a calmarmi.
Laurel mi posa una mano sul ginocchio, <<ti accompagno>> dice cauta.
Faccio di no con la testa.
Deglutisco con fatica per cercare di sciogliere il nodo che mi serra la gola, <<ce la faccio.>>

Apro lo sportello e quando scendo noto che la sua macchina è parcheggiata a pochi isolati da qui.
Percorro con gambe tremanti i metri che mi separano dalla porta, ripensando allo sguardo gelido che mi aveva rivolto poco tempo prima.

Provo a citofonare e sobbalzo quando la luce della telecamera si accede sul dispositivo.
<<Merda>> sibilo.
Non mi aprirà mai.

E purtroppo... è andata esattamente così.

Ho provato per venti minuti a citofonare continuamente, ma non ho ricevuto nessuna risposta.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e le gambe iniziano a vacillare.
Sto per arrendermi, quando sento delle braccia forti attorno alla vita, <<cos'è successo?>>

La voce preoccupata di Will mi rimbomba nelle orecchie.
<<Io... lui... non mi apre>> farfuglio al limite dell'esasperazione.
Mi rendo conto che riesco a formulare solo una frase senza senso, per cui inspiro e cerco nuovamente di ritrovare un po' di autocontrollo.
<<Stai tranquilla, ok? Qualsiasi cosa sia successa, troverete una soluzione.>>
La sua voce pacata mi tranquillizza.
Mi accarezza un braccio e tira fuori dalla tasca le chiavi.
Apre la porta e con un sorriso mi invita ad entrare.
Prima di varcare la soglia, noto che la traiettoria del suo sguardo è indirizzata verso la macchina di Thom.
Inclina la testa di lato e i suoi occhi si illuminano.
Sorrido tra me e me riflettendo sull'unico motivo di quel suo strano atteggiamento e l'unica risposta che mi sfiora la mente è che si sarà accorto della presenza di Laurel.
Sorride con dolcezza e sposta lo sguardo verso di me, <<andiamo.>>

Saliamo le scale in silenzio e dopo pochi minuti raggiungiamo il loro appartamento.
Will mi afferra delicatamente per un polso e mi fa voltare verso di lui, <<non so cosa sia successo e sinceramente preferirei anche non saperlo, ma qualsiasi cosa accada, mantieni la calma Kirsten.>>
I suoi occhi nocciola mi scrutano attentamente e non mi lasciano andare finché non acconsento.
Le sue parole mi fanno capire che non vorrebbe intromettersi nella discussione, ma che probabilmente se ci sarà la necessità, non esiterà a farlo.
Mi guarda di sottecchi, mentre apre la porta.

L'odore di fumo mi invade le narici.
<<Will...>> biascica Lucas.
Lo vedo irrigidirsi al mio fianco, <<merda>> sibila, senza farsi sentire.

Lucas si alza dal divano barcollando con una bottiglia di liquore in mano.
Non appena i suoi occhi incrociano i miei, sento il cuore accelerare.
<<Lei che cavolo ci fa qui?>>
Il disprezzo con cui pronuncia quelle poche parole mi fa rabbrividire.
<<Voglio parlare con te>> rispondo, con voce tremante.
Borbotta qualcosa di incomprensibile, ci volta le spalle e comincia a ridere con freddezza facendomi sentire ancora più minuscola e invisibile.
Will mi guarda di sottecchi, <<è meglio se vai via Kirsten... non è il momento giusto per parlare con lui. Non è lucido e potrebbe dire qualcosa che ti ferirebbe.>>
Stringo una mano a pugno e sento le unghie trafiggermi la pelle.
L'unica cosa che vorrei in questo momento è parlarci per chiarire come stanno realmente le cose, ma forse Will ha ragione.
E poi, il modo in cui stringe la bottiglia barcollando per la stanza non mi lascia molta scelta.

Lo guardo per un istante e i suoi occhi incontrano i miei.
È così... freddo e arrabbiato che fa paura
Sento un brivido correre lungo la schiena e decido che per il momento la cosa migliore da fare è andare via e lasciargli un po' di spazio.

<<Vattene via>> sibila furioso.
Provo a rispondere, ma il nodo che mi serra la gola me lo impedisce.
Improvvisamente sento una mano spingere con forza sul mio braccio e poco dopo avverto un dolore lancinante alla spalla e mi ritrovo in un angolo della stanza.
Percepisco il rumore del vetro infrangersi sul pavimento e Will che urla furioso contro il suo migliore amico.

Ha davvero lanciato quella maledetta bottiglia di vetro contro di me?

Sono così attonita che non riesco neanche a capire cosa si stiano urlando l'uno contro l'altro.

Gli lancio un ultimo sguardo prima di lasciare definitivamente l'appartamento e noto Will che lo tiene per le spalle bloccandolo contro il muro.

I suoi occhi verdi, spenti e gelidi incontrano i miei e provo un senso di nausea insostenibile.
Ero sicura che non mi avrebbe mai fatto del male di proposito e invece... eccoci qua.

Gli volto le spalle e corro via, triste e delusa.

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