Capitolo 44

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<<Ciao papà>> lo saluto, chiudendomi la porta d'ingresso alle spalle.

È seduto sul divano, intento a scrivere qualcosa.
Probabilmente avrà ripreso a lavorare.

Alza gli occhi e incontra il mio sguardo.
Mi sorride con dolcezza, <<ciao, tesoro.>>

I suoi occhi verdi passano in rassegna la mia figura e si soffermano sulla t-shirt nera, di due taglie più grande.

Inizio a camminare verso la cucina, per cercare di eludere il suo sguardo indagatore.
Non ho proprio nessuna voglia di rispondere alle sue domande.

Mi sento completamente esausta.

<<Dov'è la mamma?>> gli domando, mentre riempio il bicchiere con dell'acqua fredda.
<<Torna domani. È andata a trovare il nonno>> risponde, assente.
Faccio un respiro profondo e ingurgito l'acqua tutta d'un fiato.
Sento il corpo rinfrescarsi immediatamente e un brivido percorrermi la schiena.

Il solo pensiero che non siano ancora riusciti a chiarire, mi spezza il cuore.

Ma... non posso permettermi di pensare anche a questo.

Non ora, almeno.

<<Kirsten?>>
<<Si?>>
<<Stai bene?>>
<<Certo>> rispondo, evitando il suo sguardo.

La verità è che non so che aspetto ho.
Non mi guardo allo specchio da ieri sera.

<<Se c'è qualcosa di cui vuoi parlarmi...>>
Chiudo gli occhi e faccio di no con la testa, <<sono solo preoccupata per voi>> mento, in tono sommesso.

Si alza e si avvicina lentamente.

Mi posa una mano sulla guancia e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, <<si sistemerà tutto>> dice, in tono convincente.

Abbozzo un sorriso sincero e inclino il viso verso la sua mano.

Mi lascio avvolgere da quel calore confortante sulla pelle.
Sento le mie difese crollare e sbriciolarsi contro il pavimento.

Mi sento così vulnerabile, in questo momento.

Vorrei raccontargli tutto e rifugiarmi tra le sue braccia.
Quelle braccia che sono sempre state il mio porto sicuro, la mia àncora di salvezza.

Cerco di recuperare quel poco autocontrollo che mi resta e indietreggio, allontanandomi da lui.

<<Kirsten...>> riprova, in tono dolce.
Prendo coraggio e incontro i suoi occhi verdi.

<<Vado a studiare>> asserisco.

I suoi occhi diventano di colpo tristi e il sorriso abbandona il suo volto.
Annuisce, rassegnato.

Lo oltrepasso e raggiungo la mia stanza velocemente.

Mi guardo allo specchio e rimango di sasso, notando il mio aspetto orribile.

Sospiro rumorosamente e impreco.

I vestiti sono sgualciti e le occhiaie sono ben visibili.
Fortunatamente, il taglio sulla tempia è per metà coperto dai capelli.
Uno zigomo è leggermente più gonfio e i capelli sono aggrovigliati.

Maledizione.
A chi volevo darla a bere?

Si vede da lontano un miglio, che sto di merda.

Mi dirigo in bagno e mi infilo nella doccia.

Circa un'ora più tardi, sono finalmente presentabile.

Infilo un paio di jeans chiari e una felpa bianca comoda.
Lego i capelli in una coda morbida e trucco leggermente il viso, per coprire il taglio sulla tempia e lo zigomo gonfio.

My Drug is YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora