<<Potevi chiamarmi! Quando tua madre mi ha detto cos'era successo mi è quasi venuto un infarto!>> dice Laurel infuriata.
Appena sono terminate le lezioni si è precipitata a casa mia perché ovviamente mi sono dimenticata di richiamarla.
Sono così sbadata.
È seduta sul tavolo della cucina con le gambe a penzoloni mentre io preparo due panini.
<<Lo so, mi dispiace... ma era tardi Laurel e non volevo disturbare>> dico alzando le spalle.
<<Lo sai che tu non disturbi mai! Comunque, tralasciando... Come ci sei arrivata in
ospedale?>> chiede, alzando un sopracciglio insospettita e afferrando un pezzo di prosciutto dalle mie mani.
Alzo gli occhi al cielo. <<Mi ha accompagnata Lucas.>>
Quasi si strozza, <<Lucas? L'uomo con il quale avevi appuntamento al
Pandemonium?>>, chiede, facendo fatica a crederci.
<<Si, proprio lui... È un ragazzo sui vent'anni ed è...>>, mi fermo un attimo a pensare a un aggettivo che possa descriverlo come si deve, <<Un vero stronzo>>, concludo sorridendo in modo sarcastico.
<<Voglio i dettagli. Ora.>>
Inizio raccontandole dello scherzo di cattivo gusto che mi aveva giocato, fino ad arrivare all'ultimo incontro che abbiamo avuto stamattina.
<<Secondo me si è pentito di come ti ha trattata e sta cercando di rimediare>> dice lei compiaciuta e con un sorrisetto furbo stampato sul volto.
<<Lo spero tanto Laurel, perché giuro che questa volta...>> mi interrompe mettendomi le mani sulle spalle.
<<Kirst, non essere pessimista. Oggi andrà bene, rilassati, okay?>>
È sempre così premurosa che mi strappa un sorriso.
Annuisco e ci spostiamo in salotto dove la nostra conversazione continua.
Passiamo da un argomento all'altro.
Mi racconta cosa hanno fatto oggi a lezione e mi sottolinea di quanto Ashley, la ragazza di Thom, fosse stata antipatica con lei.
Adoro questa ragazza fin dal primo momento in cui l'ho incontrata e da quel giorno combatto una battaglia in favore dei suoi sentimenti per Thom.
Si rifiuta categoricamente di farsi avanti.
È innamorata di lui dal primo anno di liceo, ma glielo ha sempre tenuto nascosto.
Se solo lui lo sapesse, forse sarebbe tutto più semplice e lei sarebbe finalmente felice.
È così testarda, dannazione.
Siamo tanto immerse nella conversazione che non ci rendiamo conto che sono già passate le quattro.
Merda.
Devo ancora prepararmi.
Laurel chiama a casa per avvisare che sta tornando, poi mi abbraccia e mi ordina di chiamarla appena posso.
La accompagno alla porta e la osservo mentre scompare dietro l'angolo della strada.Chiudo la porta e vado dritta verso la mia camera da letto in cima alle scale.
Apro l'armadio e scelgo una tuta nera comoda e una t-shirt rossa.
Oggi la temperatura è alta e fa caldo così quando esco, non porto con me la giacca.
Cammino tranquilla perché so di essere in anticipo di almeno cinque minuti.
Chiamo mia madre per sapere se ci sono novità, ma mi comunica che papà non è ancora entrato in sala operatoria e che il nonno è lì con lei.
Sono felice che non sia da sola.
Riattacco più tranquilla e quando arrivo nei pressi del Pandemonium, noto Lucas seduto sui gradini con una sigaretta accesa in mano.
Devo ammettere che mi dà molta soddisfazione vederlo lì ad aspettare... me.
Forse oggi è il giorno giusto e dovrò dare ragione a Laurel.
Almeno lo spero.
Ma è ancora troppo presto per cantare vittoria.
Coraggiosa, accelero il passo e lo raggiungo mettendomi proprio di fronte a lui.
<<Ciao>> dico.
Lui mi guarda e risponde solo con un cenno del capo.
Quanto è irritante.
Ha intenzione di fare qualcosa o stiamo fermi qui tutto il pomeriggio a guardarci in faccia?
Finisce la sigaretta con calma, la getta a terra, si alza e la spegne con il piede.
Adesso torreggia su di me e mi fissa dalla testa ai piedi.
Il suo sguardo pigro passa in rassegna tutto il mio corpo per poi fermarsi sui miei occhi.<<Seguimi>> mi dice e senza troppe cerimonie si gira, apre la porta del locale ed entra per primo senza neanche aspettarmi.
Quando entro anche io, mi fermo dietro di lui e mi guardo attorno.
Quasi tutti i tavoli sono sporchi, il pavimento è a chiazze, in alcuni punti macchiato e in altri no e il bancone del bar è pieno di tazzine di caffè e bicchieri di vetro.
Mi copro il viso con entrambe le mani e faccio un respiro profondo.
Ci metterò un'eternità a pulire tutto questo disastro!
<<Cosa ti aspettavi
nanerottola?>> mi chiede chiaramente divertito, sorridendo sornione.
Si è girato e adesso ci troviamo a pochi centimetri di distanza. Mi manca l'aria.
Mi rende nervosa averlo così vicino.
Faccio un passo indietro e metto un pó di distanza tra di noi.
<<Senti, ho un nome. Che ne dici di usarlo ogni tanto? O è chiedere troppo?>> dico infastidita alzando gli occhi al cielo.
Ride, prende una sedia da un tavolo e si accomoda accavallando le gambe.
Devo dire che è veramente bellissimo. Indossa dei jeans neri e la t-shirt dello stesso colore con lo scollo a 'v'. Il nero a contrasto con la sua pelle e i suoi occhi lo rende spaventosamente sexy.
Ma cosa mi prende?
Non devo pensare a lui in questo modo.
Scuoto la testa e mi concentro su quello che devo fare.
Vado nel centro della stanza sapendo che lui mi sta fissando e decido di iniziare dai tavoli.
<<Hai due ore. Non un secondo di più.>>
Sbuffo e gli faccio il verso.
Lo sento ridere di gusto e per la prima volta devo dire che la sua risata non mi infastidisce.
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My Drug is You
عاطفية[COMPLETA, IN REVISIONE] La neo diciottenne Kirsten conduce una vita tranquilla, quasi monotona nella sua amata Londra. Frequenta il liceo con i suoi due inseparabili migliori amici e ha una passione che pur di soddisfarla la porterà a prendere deci...