Capitolo 38

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<<Jake? Che vuoi?>> chiedo, con il cuore in gola.

Non mi aspettavo proprio di ricevere una telefonata da parte sua.

<<Rilassati Kitty. Volevo solo sapere se stavi bene, sai... dopo ieri sera>> gli sento dire, dall'altro capo del telefono.
<<Certo che sto bene. Anzi, a dire il vero sto benissimo. Grazie per l'interessamento>>, rispondo stizzita.

Ma perché mi ha chiamata?
Che diavolo vuole adesso?

Non mi è piaciuto per niente il comportamento che ha avuto ieri sera quindi, se si aspetta gentilezza, sta sbagliando di grosso.

<<Mi aspettavo un comportamento del genere. Lucas ha già fatto il lavaggio del cervello anche a te?>>

Eh?

<<Che diamine stai dicendo Jake? E poi perché ce l'hai tanto con Lucas? Io sinceramente non ti capisco. Non ti è mai interessato un fico secco di me. Quindi perché iniziare proprio adesso?!>> strillo gesticolando, mentre procedo verso casa.

Mi sta facendo veramente incazzare.

Non ha alcun diritto di comportarsi in questo modo.

Nonostante questo ragazzo tempo fa mi piacesse molto e anche adesso non mi è del tutto indifferente, ciò non significa che sia diventata cieca o stupida.

<<Kirsten, dobbiamo parlare>> sibila, in tono duro.
<<No. Non dobbiamo. Non ho alcuna voglia di parlare con te. Ora se non ti dispiace, ho da fare. Ciao Jake.>>
Senza aspettare la sua risposta, chiudo la telefonata con rabbia.

Ma questa si che è bella.

Di cosa diavolo dovremmo parlare io e lui?

E poi... perché si sta interessando a me, proprio ora?

Sicuramente, tutto questo avrà a che fare con la presenza di Lucas nella mia vita.

E sinceramente, preferisco avere spiegazioni direttamente da Lucas che da Jake.

Arrivo a casa ancora un po' nervosa e mi dirigo in cucina per prendere una bottiglietta d'acqua.

<<Kirsten... sei tornata
finalmente>> sento dire, alle mie spalle.
<<Ciao mamma>> rispondo, voltandomi lentamente, al suono inconfondibile della sua voce.

È bellissima come sempre.

Indossa un paio di jeans neri e una camicia bianca elegante.
Il viso è perfettamente truccato, ma nonostante questo, si notano delle occhiaie leggermente scure sotto gli occhi.

<<Com'è andato il ballo?>> chiede, abbozzando un sorriso sincero.
<<Bene, ci siamo divertiti>> rispondo, in tono delicato.

Non so perché, ma parlare con mia madre in questo momento è difficile.

Con mio padre non ho trovato tutta questa difficoltà.

Forse perché lui è rimasto ferito quanto me.

<<Senti tesoro... dovremmo parlare.>>

Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo.

Annuisco.

<<Chiedimi ciò che vuoi>> incalza, in tono dolce.
Sento il cuore accelerare e la testa diventare pesante.

Ci siamo.
Cosa dovrei chiederle ora?
Chi è mio padre?

Sono davvero pronta per saperlo?

No.
Non lo sono, affatto.

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