Il giorno li colse esattamente come si erano addormentati, stretti insieme, indosso ancora i vestiti della sera prima. Erano rimasti addormentati così, nessuno dei due aveva sentito l'esigenza di annullare quel contatto.
Quando la sveglia di Giuseppe suonò lui dovette lasciare a malincuore la pelle calda di Irene, andò in bagno per sciacquarsi il viso nel tentativo di darsi una svegliata e per non dare a nessuno motivo di fargli domande in merito alle sue scarse ore di sonno.
Si tolse di dosso i vestiti del giorno precedente e quando tornò in camera per mettersene di puliti trovò Irene stesa a pancia in giù sul suo letto che lo guardava intensamente con uno sguardo che conosceva molto bene.
"Non dirmi che devi già andare via" sussurrò Irene alzandosi e dirigendosi verso di lui.Giuseppe le strinse i fianchi, stavolta quello appoggiato al muro era lui, gli occhi di Irene che lo squadravano come se volesse divorargli l'anima. La baciò con prepotenza, per quanto gli riguardava l'avrebbe portata di nuovo in mezzo alle lenzuola in pochi secondi ma l'orologio scandiva i secondi e lui non poteva fare tardi.
E poi sentiva crescere in lui un leggero sentimento di vendetta.
Nonostante la totale sincerità di Irene, il fatto che qualcun'altro l'avesse toccata, l'avesse baciata, voluta, posseduta, lo faceva ardere d'invidia.Interruppe il bacio "Devo andare" ammise con un sorriso da vero diplomatico "Mi dispiace"
Irene sbuffò "Hai ancora tempo" le fece notare lei ticchettando l'indice sul polso, come ad indicare un inesistente orologio, lui sorrise malizioso e si avvicinò nuovamente a lei.La fece stendere sul letto, sovrastandola, accarezzando con le labbra ogni sprazzo di pelle libera, Irene che gli stringeva i capelli mentre lui tracciava sentieri con la lingua sulla sua pelle bollente.
"Giuseppe... Dannazione" gemette Irene mentre lui continuava a scendere con la bocca lambendo ogni centimetro di pelle. Non appena fu all'altezza della sua intimità si tirò su come se niente fosse.
Irene si sollevò sui gomiti con aria interrogativa, lui le regalò uno di quei sorrisi da conferenza stampa "Tempo scaduto, mi dispiace" disse semplicemente osservando l'espressione della ragazza stupita e contrariata, il volto ancora arrossato
"Sei un bastardo"
"Me lo dicono in molti" disse lui allacciandosi una camicia pulita appena presa dall'armadio, il volto di Irene imbronciato come quello di una bambina."Cioè" disse lei tornando ad osservarlo stesa a pancia in giù, il palmo della mano su una guancia "Tu... Tu ti stai davvero vestendo?"
"Già e dovresti anche tu se vuoi arrivare a lezione in tempo"
Irene scosse la testa alzando gli occhi al cielo "Non ci credo"
Lui sorrise compiaciuto
"Dillo che ti piace essere stronzo" sbuffò Irene mentre si infilava i jeans.Lui si avvicinò a lei ormai completamente vestito "Mi piace da impazzire" le disse a pochi millimetri dalle labbra salvo poi allontanarsi immediatamente.
Irene si passò una mano sul viso e andò in bagno per darsi una rinfrescata.
"Io devo andare" disse Giuseppe appoggiato allo stipite della porta, in mano una giacca blu notte "Vai a salvare questo Paese" rispose ironicamente Irene mentre si asciugava il volto "E tu vai in facoltà" rispose Giuseppe "Certo, papà" disse Irene nel tentativo di infastidirlo, lui si girò nuovamente verso di lei ridendo "Ti giuro che se mi chiami di nuovo così non faremo mai più sesso", Irene rise a sua volta e lo vide uscire dalla porta lasciandola sola nella lussuosa stanza.Irene si recò all'università senza nemmeno una penna ma poco le importava, avrebbe chiesto a Martina carta e penna, quel giorno aveva tutto per la testa fuorché la sua carriera accademica.
Abituata a vedere la sua collega sempre impeccabile con un astuccio fornitissimo e una borsa con tutto il materiale necessario Martina si stupì di vederla arrivare senza nemmeno un quaderno, il cellulare mezzo scarico e un'espressione di stanchezza mista a serenità.
Martina le porse carta e penna ammiccando "Hai decisamente la faccia di una che ha fatto sesso" Irene scosse le spalle sorridendo, per fortuna non dovette rispondere niente perché il professor Gelli entrò immediatamente in aula.
Martina era una bravissima ragazza, ma a volte era peggio di un segugio.
Finite le due lezioni della mattina Irene poté tornare a casa per farsi una doccia e studiare un paio d'ore.
Prima di entrare in doccia scrisse un messaggio<<Io sono andata in facoltà, tu hai salvato questo Paese? >>
Quando Irene uscì dal bagno con l'asciugamano che ancora le fasciava il corpo e i capelli umidi sulle spalle trovò la risposta di Giuseppe
<<Ci sto provando>>
<<Bravo, daddy>>
<<Se non la smetti ti giuro che ti blocco>>
Irene sorrise di quei loro messaggi, e si domandava come aveva fatto a restare distante da lui, a cercare conforto in un altro ragazzo, quando lui era tutto quanto riuscisse a desiderare.
Il suo pensiero riusciva sempre a distrarla, non si capacitava di come quell'uomo potesse avere tanto potere sulla sua vita.Nonostante l'insistente pensiero di Giuseppe e della loro riappacificazione riuscì a studiare per diverse ore finché Clarissa non tornò a casa, Irene le corse incontro quasi saltellando
"Tu sei assurda" disse Clarissa "Schiava di un uomo!" le disse puntando le un dito contro ma senza trattenere un sorriso: era felice di vedere così tanta serenità sul volto della sua amica.
Irene iniziò ad armeggiare ai fornelli mentre Clarissa si toglieva il cappotto "Cucini perché sei allegra?" domandò la ragazza sedendosi al tavolo e osservando la sua amica all'opera "Bo, forse" rispose Irene iniziando ad accendere i fornelli
"Se le prestazioni sessuali del nostro Premier fanno questo effetto potrei farci un pensierino"
Irene le puntò contro un mestolo "Provaci" e scoppiarono a ridere.Dopo la prelibata cenetta cucinata da Irene le due amiche si misero sul divano, appena accesero la televisione la prima cosa che comparve fu il salotto di un programma di politica, Irene stava per cambiare canale quando sentì nominare il "Presidente Conte", posò il telecomando per sentire cosa dicessero.
Alcuni uomini in giacca e cravatta parlavano delle ultime dichiarazioni di Salvini, Irene alzò gli occhi al cielo. Il Governo in quel momento stava ricevendo attacchi da ogni parte, l'opposizione diffondeva notizie diffamatorie di ogni genere ai danni di Giuseppe, per ledere la sua credibilità e il suo consenso popolare che, secondo le statistiche, era in aumento.
"Io di politica so ben poco" esordì Clarissa continuando a guardare quegli uomini incravattati intenti a gridarsi addosso mentre la presentatrice li zittiva sfinita "Ma abbiamo un'opposizione davvero imbarazzante".Non appena ebbe pronunciato queste parole il programma lasciò spazio al breve servizio che aveva preparato: un intervento del Premier al Senato che si era tenuto qualche giorno fa, quando lui ed Irene erano ancora in lite.
Mentre Giuseppe parlava col tono fermo e risoluto che lo contraddistingue veniva interrotto da urla e fischi da parte dell'opposizione, nel video lui rimaneva calmo, aspettando che la Presidentessa del Senato zittisse quegli animali inferociti. Dall'altra parte qualcuno invece apllaudiva Conte che nel frattempo si era passato un mano sul viso, l'espressione stanca e provata nonostante la sua postura salda e il suo sguardo attento.
Il cuore di Irene si strinse nel vedere quell'uomo così provato, stremato dalla situazione attuale del Governo mentre i seguaci della Lega lo insultavano, con le loro cravatte verdi abbinate e parole aggressive.
Il servizio venne interrotto pochi istanti dopo e in studio una donna, una degli invitati alla trasmissione, prese la parola accusando i partiti dell'opposizione di mancare di rispetto al Presidente, alcuni esponenti lì presenti alzarono gli occhi al cielo e fecero ampi gesti con le mani per denigrare la parole della donna che rispose semplicemente sorridendo per quel piccolo teatrino "Conte è un avvocato, ha le spalle buone, riuscirà a sopravvivere anche a gente come voi"
Clarissa sorrise per quella frecciatina, ma Irene aveva ancora nella mente le immagini di quell'uomo così stanco, nonostante riuscisse spesso a non far trapelare il suo stato d'animo in quel momento era evidente quanto fosse provato da tutta quella situazione.
"Salvare il Paese", come gli aveva detto quella mattina scherzando, non era affatto una cosa semplice.
Fu istintivo scrivergli un messaggio<<Come stai? >>
Rispose quando Irene aveva già il pigiama addosso
<<Bene, solo molto lavoro>>
<<Immagino>>
<<Hai visto la tv stasera immagino. Non preoccuparti, ordinaria amministrazione>>
Irene sorrise e gli augurò la buonanotte consapevole però che lui avrebbe lavorato fino a tardi.
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Mr President in love || Giuseppe Conte
Fanfiction{COMPLETA} Irene, laureanda in Giurisprudenza, conduce una vita come quella di tutte le giovani donne della sua età finché, nella bella Roma, non incontra qualcuno che cambia per sempre la sua vita. ~ Questa ff non vuole in alcun modo offendere o...