Liquore

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Giuseppe la trascinò in camera, Irene rideva divertita da quel suo comportamento così adolescenziale, si chiuse la porta alle spalle e immediatamente sentì le mani di Giuseppe di nuovo sul suo corpo intento a baciarle il collo lasciando dei segni che sicuramente si sarebbero notati sulla sua pelle chiara "Giuseppe... Ho iniziato a lavorare lì da una settimana" tentò di protestare Irene nonostante parlare in quel momento le risultasse piuttosto complesso "Non vorrei tornare domani in ufficio piena di segni sul collo, non abbiamo mica quindici anni", lui le sorrise sulle labbra per poi baciarla più dolcemente "In realtà i miei segni sul collo ti donano così tanto" rispose passando la lingua sulla parte offesa fino ad arrivare di nuovo sulle sue labbra.
Irene sospirò, quell'uomo riusciva sempre a mandarla fuori di testa, anche con quei gesti così piccoli, eppure perfettamente studiati.

Irene gli mise una mano sulla cintura ma lui la fermò "Tu hai una riunione con Rocco fra due ore e sono abbastanza sicura che ti farà una ramanzina degna di nota"
"Sì, è vero" rispose Giuseppe mettendole una ciocca di capelli dietro le orecchie "Ma sono pur sempre il Presidente, no? Avrò una qualche voce in capitolo", lei si avvicinò e intrappolò il labbro inferiore dell'uomo tra i suoi denti.

Giuseppe avanzò verso di lei con una lentezza disarmante finché le gambe di Irene non trovarono il letto, la fece stendere sovrastandola "Come sei bella" le sussurrò lasciandole languidi baci sul viso, sul collo, sul petto ancora troppo coperto.
Iniziò a spogliarla, ma senza la fretta che lei si sarebbe aspettata, anzi procedeva con esasperante lentezza percorrendo con la lingua ogni spazio di pelle scoperta, sebbene una parte di Irene avrebbe voluto strapparsi quei vestiti di dosso doveva ammettere che essere spogliata in quel modo, con quella venerazione e quella sensualità di cui Giuseppe era capace, era una sensazione senza eguali.
Quando Irene fu completamente nuda si rese conto che, come spesso accadeva, Giuseppe era ancora completamente vestito "Gius-" lui la zittì con un bacio iniziando a percorrere con la mano il suo addome fino a giungere alla sua intimità, a Irene sfuggì un gemito dalla bocca che Giuseppe accolse nella sua con non poca soddisfazione. Mentre lui le dava piacere con la sua mano, un sorriso vittorioso sul volto, lei gli arpionava il braccio con le unghie "P-Perché non ti spogli?", lui le sorrise con il suo sguardo seducente e le soffiò sulle labbra "Perché mi piace infastidirti", Irene gli bloccò la mano, nonostante il meraviglioso lavoro che stava conducendo, e iniziò ad armeggiare con la cintura dei pantaloni, ma lui la fermò "Giuseppe dai smettila di fare la principessa, spogliati" protestò Irene, lui le sorrise e si tolse la cravatta passandosela tra le mani "Ancora?" domandò Irene divertita "Da dove ti escono queste idee? 50 sfumature ti ha insegnato come usare le cravatte in modo originale?" lui sorrise sovrastandola di nuovo, le avvicinò la bocca all'orecchio giocherellando con il lobo "Quando io ho scoperto il meraviglioso e alternativo uso delle cravatte tu non eri ancora al liceo", una scossa percorse la schiena di Irene "Bene, Presidente" sussurrò consapevole di quanto essere chiamato così in certe circostanze lo eccitasse "Quindi che uso vuole fare della sua costosa cravatta?" lui sorrise e gliela poggiò sugli occhi "M-ma Giuseppe così non..." lui le baciò le labbra "Fidati di me"
"Sì ma questo non è coretto, io..."
Giuseppe sbuffò, nonostante fosse incredibilmente divertito "Ora ne prendo un'altra per tapparti la bocca se non la smetti"
"È una minaccia?"
Lui le baciò le labbra "Non vorrei doverlo fare, amo troppo baciarti"
Irene sentì il corpo caldo di Giuseppe allontanarsi dal suo, il materasso cigolare leggermente "Scusa ma dove stai andando?"
"Aspetta un attimo"
"Giuseppe...?"
Lo sentì aprire la porta e non poté evitare di domandarsi dove diamine fosse andato e, anche se spesso era lei a stuzzicarlo a provocarlo, adorava questo lato passionale ed erotico di Giuseppe.
Lo sentì tornare "Finalmente" esclamò "Mi hai lasciato qui nuda e con gli occhi bendati, ma che cavaliere sei?"
Lui sorrise di nuovo anche se lei non poteva vederlo, Irene sentì il materasso abbassarsi sotto il suo peso e poco prima che potesse proferire parola un liquido freddo e denso profumato di quello che le pareva cioccolato le bagnava l'addome "Gius-" prima che potesse domandare qualsiasi cosa sentì la lingua dell'uomo percorrere il  suo addome e leccare ogni goccia di quello che Irene riconobbe come il liquore che gli aveva regalato "È così che usi i miei regali?" domandò Irene cercando di regolare il respiro "Tu parli troppo" le sussurrò lui tornando a leccare la sua pelle profumata "Parlo..." disse Irene mentre tentava di non gemere più del dovuto "Perché tu mi stai letteralmente spalmando del liquore addosso, leccandomelo via e io non posso vederti"
Giuseppe tornò a stuzzicare la sua intimità con le dita "Anche se ti lamenti tanto mi sembra di capire che questo trattamento non ti dispiaccia affatto" Irene arrossì nel constatare quanto fosse bagnata per dei gesti così semplici, eppure ogni cosa che quell'uomo faceva era carica di un erotismo che lei non aveva mai sperimentato con nessuno.
Giuseppe di nuovo rovesciò con cura il liquido freddo sul corpo di Irene ormai scosso dai brividi, e nuovamente la sua lingua accorse per saggiare accuratamente il sapore dolce del liquore.
"Tu... Tu sei-"
Lui la zittì con un bacio, la sua bocca aveva un sapore splendido, Irene gli strinse i capelli fin quando non sentí i polsi bloccati dalle mani calde dell'uomo sopra di lei "Ferma" le sussurrò vicino, terribilmente vicino, al suo orecchio
"Sei uno stronzo" rispose Irene già abbastanza frustrata da quella cravatta che le tappava la visuale di Giuseppe intento a leccare il liquore via dal suo corpo.
Riconobbe il cuoio della cintura a stringerle i polsi "Tu sei un maniaco" le disse Irene con una nota ironica nella voce "Un maniaco del controllo, ecco cosa sei"
Lui sorrise e riprese quella dolce tortura "So che mi ami anche per questo" le disse passando la lingua tra i suoi seni intento a raccogliere con cura certosina ogni scia del liquido scuro, le mani intente a stimolare la sua intimità con gesti precisi, ma dannatamente lenti.
"Giuseppe..."
"Mh?"
"Sm-smettila"
"Di fare cosa?" domandò l'uomo scendendo con la bocca sul suo addome e poi sempre più giù, mentre Irene muoveva i fianchi in sua direzione "Di fare lo stronzo"
Lui sorrise mentre la sua bocca esperta si faceva sempre più vicina al suo inguine, le mani di Irene strette in saldi pugni, quasi dolorosi.
Quando sentì la lingua di Giuseppe tra le sua gambe si lasciò andare ad un serie di gemiti difficili da mascherare, non poteva nemmeno tapparsi la bocca dato che aveva le mani legate.
"Urla"
"C-Cosa?"
Giuseppe sorrise sospirando appena sulla sua intimità "Voglio sentirti gridare" sussurrò leccandosi le labbra prima di tornare a torturare il clitoride. Irene era tremendamente frustata a causa di quella stupida cravatta che le impediva la meravigliosa vista di Giuseppe tra le sue gambe, eppure trovava particolarmente eccitante quel lato così lussurioso dell'uomo che la stava facendo impazzire con la sua lingua.

Quando sentì le gambe di Irene stringersi di più attorno a lui si tirò su con un movimento  rapido finendo di spogliarsi senza smettere di fissare neanche per un attimo la meravigliosa visione che gli si prospettava davanti.
Irene aveva ancora il respiro accelerato, i polsi doloranti per il quanto li aveva mossi attorno al cuoio della cintura, gli occhi ancora perfettamente bendati, il corpo ricoperto di segni, le labbra leggermente dischiuse, bisognosa di aria.
"Sei una meraviglia" le disse prima di tornare su di lei, le passò una pollice sulle labbra con ammirazione, una sorta di devozione nello sguardo che lei ovviamente non poteva vedere.

Poco prima di togliere il pollice dalle labbra Irene gli afferrò il dito con i denti, Giuseppe sospirò per quel tocco, semplice eppure tremendamente erotico.
Dopo aver giocherellato per un po' col dito di Giuseppe Irene sorrise scoprendo di nuovo i suoi denti bianchi e taglienti, fin troppo, constatò Giuseppe osservando i segni sul suo dito "Presidente..." sussurrò leccandosi le labbra "Non mi faccia aspettare", lui le baciò le labbra impaziente quasi quanto lei "Che sfacciata" le rispose e poco dopo entrò in lei con una spinta decisa facendola gemere notevolmente, musica per le sue orecchie.
I loro corpi sembravano conoscere perfettamente quella danza, Giuseppe affondava con sicurezza dentro Irene mentre lei gli andava incontro con i movimenti del bacino in un' unione perfetta.
"C-come vorresti stringerti" sussurrò Irene articolano le parole a fatica in mezzo ai gemiti e alle spinte decise dell'uomo, lui le le morse lievemente il labbro inferiore continuando ad entrare dentro di lei ad un ritmo sempre più elevato "Non puoi" disse semplicemente arpionandole i fianchi con forza, i loro gemiti sempre più forti e difficili da celare, quando si rese conto che le gambe di Irene lo stringevano con più forza le tolse rapidamente la cravatta dagli occhi "G-Giusepp-"
"Voglio guardarti" sussurrò lui poggiando la fronte su quella di Irene proseguendo con le spinte forti e decise "Voglio guardarti mentre vieni per me" le sussurrò vicino all'orecchio provocandole ulteriori brividi.
Dopo poche altre spinte entrambi si sciolsero nel loro piacere, Giuseppe si stese accanto a lei col respiro affannoso, il sorriso in volto.
Irene si girò a guardarlo qualche secondo, scomposto, sudato e tremendamente bello "Intendi slegarmi?" domandò dopo qualche istante passato ad osservarlo, lui provvedette liberandola dalla cintura.
Le baciò i polsi con dolcezza vedendoli arrossati e poi la fece stendere accanto a sé "Tu sei pieno di sorprese" disse Irene godendosi quei minuti solo per loro prima che i suoi impegni istituzionali lo portassero nuovamente via da lei.




Angolo autrice: chiedo scusa per il ritardo ma la sessione mi ha lasciata senza tempo ed energie, per fortuna il mio primo esame universitario è andato bene e ho pensato di tornare subito a scrivere regalando ai nostri personaggi un momento molto intimo.
Spero come sempre vi sia piaciuto, ci vediamo presto ❤️

Mr President in love || Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora