Simone

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In quei giorni Irene e Giuseppe si sentirono poco, lei si rendeva conto che un ruolo come quello del Presidente del Consiglio richiedeva un lavoro praticamente a tempo pieno. Sentiva di lui solo al tg, ogni tanto le mandava il buongiorno, le chiedeva come andava con l'esame, niente di rilevante. Irene però sorrideva anche di queste piccole attenzioni, rispondeva non appena sentiva il telefono vibrare, col cuore che le riempiva il petto per l'emozione.

Arrivò finalmente il week end, il tanto atteso venerdì sera, non che ci fosse un vero motivo per attenderlo dato che Clarissa e Irene non avevano programmato niente, in genere era una serata da passare in giro per i pub di Roma a conoscere altri studenti, a fare conquiste, farsi offrire qualche drink.
"Cambiati, andiamo ad una festa" annunciò Clarissa con aria solenne
"Stasera niente giro per i bar?"
"No, c'è una festa organizzata da un amico di un mio collega che conosc- vabbè che ci importa, andiamo! Ci sarà un sacco di gente e da bere gratis, che vuoi di più?"
Irene rise e si diresse verso il suo armadio alla ricerca di qualcosa di carino, optò per una minigonna nera e un top rosso.

Dopo essersi finite di sistemare le due ragazze raggiunsero il luogo della festa in taxi: era una villetta molto carina di qualche studente ricco che aveva i genitori fuori casa per il weekend.

Andarono subito a procurarsi dei drink  e, prima di mettersi a ballare, aspettarono che l'alcol facesse effetto.
La serata fu molto tranquilla, tralasciando una tizia ubriaca fradicia che inciampando aveva versato metà del suo bicchiere addosso a Clarissa.

Ad un certo punto Irene smise di ballare e fissò un punto della grande sala e Clarissa, seguendo la linea del suo sguardo, tentò di comprendere cosa avesse fatto bloccare l'amica in quel modo.
"Ehi, hai visto il tuo Presidente?" domandò Clarissa ridendo e continuando a ballare
"No" balbettò Irene "C'è Simone"
"Oh che palle" sbuffò Clarissa "Vabbè lascialo perdere che ti importa?" disse spronando l'amica a ballare "Ho bisogno di uscire fuori" rispose Irene "Giusto un paio di minuti e poi torno qua" "Vuoi che venga anche io?" "No, ma potresti andare da quel tipo laggiù che ti sta guardando da tutta la sera" "Ottima idea" rispose Clarissa ridendo.

Irene uscì in giardino, finalmente poteva respirare un po' di aria fresca, in quella sala le mancava il respiro, forse aver rivisto il suo ex aveva contribuito.

"Ehi" una voce alle sua spalle la fece sussultare "Simone" rispose lapidaria lei, lui si accese una sigaretta, incurante del fatto che Irene non lo volesse assolutamente lì.
"E così ogni tanto anche tu ti fai viva alle feste"
"Raramente" rispose Irene tentando di smorzare il suo entusiasmo
"Come siamo nervose" disse lui ridendo e passandole le dita sul braccio nudo "Dovresti rilassarti, Irene"
Lei strattonò la mano del ragazzo e fece un paio di passi indietro "Andiamo Irene, occorre fare così tanto la difficile?"
Irene sbuffò tentando di mandare via con la mano il fumo della sigaretta "Non mi va di parlare con nessuno, soprattutto con te!" disse scocciata e fece per rientrare, ma lui la afferrò per il polso "E dai non fare sempre così Ire, che palle!" Irene cercò di far mollare la presa di Simone sul suo polso, ma lui strinse di più "Non scappare, dove vuoi andare?" "Possibilmente il più lontano da te, adesso se mi lasci vado da Clari" "Non credo che alla tua amica importi rivederti in questo momento" e con aria divertita le indicò Clarissa e un ragazzo intenti a baciarsi.

Simone si fece più vicino "Dovresti fare come la tua amica, lasciarti andare" all' ennesimo tentativo di baciarla Irene sbottò, lo spinse con forza rischiando di fargli perdere l'equilibrio e se ne andò sentendo le imprecazioni del ragazzo accompagnate da qualche insulto rivolto a lei.

Irene corse verso la sua amica, la afferrò in malo modo, senza alcuna spiegazione e la trascinò via dal suo bel Romeo "Ire ma che cazzo hai?!" esclamò una volta uscite dalla villa. Clarissa però si calmò immediatamente quando vide l' espressione sconvolta di Irene, il viso teso in un miscuglio di emozioni che andavano dalla rabbia al disgusto, fino a raggiungere la paura.
"Hai parlato con Simone?"
"Il solito bastardo"
"Ci ha provato ancora?"
"Non posso uscire una sera tranquilla senza vederlo da qualche parte"
Clarissa abbracciò l'amica accarezzandole la nuca, come aveva fatto Giuseppe l'ultima volta che si erano visti, e questo la fece sentire ancora più nostalgica. Clarissa chiamò subito un taxi e le tenne la mano per tutto il tempo.
Irene sapeva di non essere sola e ringraziò mentalmente l'amica mille volte per esserle sempre accanto.

Ciao lettori e lettrici, colgo l'occasione per ringraziarvi di leggere questa fan fiction e per i vostri dolcissimi complimenti. In questi giorni ho aggiornato velocemente perché diversi capitoli erano già pronti, ma proverò ad aggiornare comunque in tempi più rapidi possibile.
In particolare tengo molto al prossimo capitolo che sto finendo di scrivere.
Nella speranza che vi sia piaciuto questo nuovo aggiornamento, ci "leggiamo" in giro ❤️

Mr President in love || Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora