Da mi basia mille, deinde centum

2.3K 129 123
                                    


Giuseppe non si era fatto accompagnare dalla scorta, ancora quel vizio di girare per Roma da solo.
Irene si sedette accanto a lui mentre la macchina di servizio che aveva "rubato" da Palazzo Chigi percorreva le vie di Roma.
Era bella Roma di sera in mezzo a quel silenzio interrotto solo da qualche schiamazzo notturno, dal rumore delle fontane, il rombo di un motorino.

Appena fu sotto casa di Irene spense la macchina e la guardò, avrebbe voluto dirle mille cose, e darle tutte quei baci che non aveva potuto darle in quelle settimane trascorse lontani.
Anche se lo aveva fatto per lei, per la sua giovane carriera che aveva bisogno di piantare solide basi, si rendeva conto che la sua mancanza lo stava distruggendo.

Non le disse niente, non fece in tempo.
"Domani sera posso venire a prendere le cose che ho lasciato da te?"
Un colpo al cuore.
Se prima avere il borsone coi vestiti di Irene lo consolava, gli faceva credere di avere anche una possibilità, un conto in sospeso, quella richiesta aveva spazzato via ogni barlume di speranza.
Semplicemente annuì" Buonanotte Irene"
"Buonanotte Giuseppe, grazie del tuo regalo"

Era stato lui a lasciarla, si ripeteva mentre sfrecciava per le vie di Roma tremendamente ferito e arrabbiato. Aveva deciso di sua spontanea volontà di mandarla via, di concederle una via di fuga, di vivere una vita tranquilla, una carriera senza intoppi. L'idea era stata sua, avrebbe dovuto essere felice per Irene che stava finalmente cercando di andare avanti.
Eppure più pensava al borsone con il cambio dei vestiti, al suo spazzolino rosa che faceva compagnia al suo in bagno, al pigiama di pile con un orso sopra più si sentiva male.
Non avrebbe più avuto nemmeno quei piccoli pezzi di lei, non avrebbe sorriso di quei buffi pigiami che indossava, delle forcine per i capelli che aveva sparso per tutto il bagno.
Si sarebbe portata via tutto, anche quegli ultimi piccoli ricordi, la prova tangibile che anche lui era stato felice, che una persona lo aveva amato tanto.

"Mi spieghi perché compri questi pigiami?" le domandava spesso, lei metteva il muso "Non è colpa mia se non comprendi la loro bellezza"
Lui invece adorava quei pigiami così morbidi e la baciava sempre dopo averla fatta indispettire.
"Sei bella nonostante quest'orso gigante che mi fissa"
"È un gatto!"
"Ma come, è palesemente un orso"
"È evidente che non ci vedi, è un gatto!"
E via così, tutta la sera a domandarsi se quello strano animale viola fosse un orso o un gatto, a discutere delle piccolezze con un'energia quasi ridicola.

Si diresse al suo appartamento privo di energie, desideroso solo di infilarsi nel letto, quel letto che era decisamente troppo grande per lui. Quella sera avrebbe tanto voluto condividerlo con lei, abbracciarla e litigare sulla forma degli animali sui suoi buffi pigiami.
Prese alcuni degli oggetti che Irene aveva lasciato nel suo appartamento e li mise tutti con cura nel borsone, con una nostalgia nel cuore che rendeva difficile ogni azione.

La sera seguente arrivò in fretta, la giornata di Giuseppe era stata così intensa che a malapena si accorgeva del tempo che passava. Aveva cenato nel suo studio con Rocco, l'unico momento di respiro dopo una giornata passata tra riunioni, consultazioni e dossier.
"Viene da te?"
"Sì, deve riprendere le sue cose"
Rocco aveva annuito, senza dire altro al riguardo e aveva iniziato a parlare dell'ultima partita di campionato che era stata disputata, sapeva quanto Giuseppe amasse il calcio.

Quando arrivò di fronte alla porta del suo appartamento con le chiavi già in mano la trovò lì davanti intenta a mandare qualche messaggio
"Ehi"
"Ehi"

Erano arrivati a questo? Ehi?

Irene entrò nell'appartamento quasi in punta di piedi, Giuseppe se ne dispiacque più di quanto avrebbe voluto.
"Vuoi bere qualcosa?"
"Non importa, sono qui solo per prendere le mie cose"
Giuseppe annuì e si recò verso la camera da letto, prima che potesse raccogliere il borsone da terra Irene lo fermò "Però effettivamente se hai tempo potremmo... Bere qualcosa"

Mr President in love || Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora