Proposta

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Finalmente la settimana era finita, pensò Irene conclusa l'ultima ora di lezione di venerdì mattina.
Era quasi mezzogiorno e, nonostante fosse dicembre, il tempo era piuttosto mite, Irene inspirò profondamente quell'aria quasi primaverile, ma appena iniziò a camminare per andare a casa le arrivò un messaggio: era Giuseppe

<<Girati>>

Irene si voltò e a pochi metri da lei era parcheggiata una berlina nera, dai vetri oscurati alla quale era appoggiato un signore molto alto vestito con completo giacca e cravatta: aveva tutta l'aria di essere una delle auto blu a disposizione del Presidente, niente di strano da vedere a Roma. Il signore, probabilmente l'autista, le aprì la portiera e Irene salì.

Seduto sui sedili in pelle c'era Giuseppe che la guardava con aria molto seria
"Irene" disse lui quando lei si fu accomodata "Tu mi hai chiesto di essere sincero con te, ma adesso sono io a chiederti la massima trasparenza"

Lei non riusciva nemmeno a guardarlo, sapeva quanto il suo comportamento fosse stato scortese nei suoi confronti, ma lui con una mano le prese il mento e la fece voltare verso di lui "Dimmi cosa è successo. Ho sbagliato qualcosa?"

Quelle parole fecero venire un nodo in gola a Irene "No, tu non hai fatto niente.."
"Allora dimmi cosa è successo, ti prego"

Lui la stava pregando.
Era davanti a lei, col cuore in mano, che la pregava di dargli una spiegazione.
Irene si sentì ancora peggio nel vedere l'espressione ferita e affranta di Giuseppe.
Non poteva continuare a mentirgli, non poteva e non voleva essere lei la causa dei suoi dispiaceri.

Prese un lungo respiro e iniziò a raccontare tutto: della festa, della foto, del ricatto, di Simone che le chiedeva continuamente di vedersi, che voleva tornare con lei.

Giuseppe appoggiò la testa al sedile dell'auto e sospirò, chiuse per un secondo gli occhi e Irene attese con ansia una sua reazione. Avrebbe preferito delle urla o una scenata piuttosto che quel silenzio.

"Tu non rischierai il dottorato" disse dopo qualche istante tornando a guardarla negli occhi, con l'espressione seria che spesso gli aveva visto in tv "Il mondo accademico è tristemente noto per fondarsi su nepotismo e raccomandazioni. Il tuo ex crede di creare scandalo? Bene. Parleranno del tuo caso, ti daranno fastidio ma la commissione del Dottorato vedrà i tuoi brillanti voti e non avrà niente in mano se non un sospetto e tu, da brava studentessa, sai che non si manda al patibolo nessuno per un sospetto"
"E per la tua reputazione? Sai che i giornali vivono di questi gossip da quatto soldi"

Giuseppe tacque ancora qualche secondo prima di rispondere "Simone" pronunciò il suo nome con una certa aria di disgusto "Crede di avere tra le mani la gallina dalle uova d'oro. Il Presidente assieme ad una studentessa, scandaloso, no? Peccato che noi possiamo anticiparlo"
"In che senso?" domandò Irene confusa, e lo fu ancora di più quando vide Giuseppe sorridere "Domani sera al Teatro Argentina ci sarà un concerto di beneficenza a cui sono invitate le più alte cariche dello stato, ovviamente con i rispettivi coniugi" lui sorrise ancora di più nel vedere l'espressione di Irene "Se tu vieni con me, come mia accompagnatrice, quel bastardo non avrà più niente su cui ricattarti perché tutto ciò che faremo sarà già di dominio pubblico. Quella foto non rappresenterà il Presidente colto in flagrante dopo una tresca, ma il Presidente che esce da un locale con la sua compagna. Tutta un'altra prospettiva, no?"

Irene scoppiò a ridere per l'espressione volgare con la quale Giuseppe si era espresso, per niente da lui.

"La mia è una proposta seria" disse lui stringendola a se "Vieni a teatro come mia accompagnatrice, ci faranno così tante foto che quella di Simone in confronto sarà una sciocchezza" le sussurrò a fior di labbra.
"Ma non sono la tua fidanzata ufficiale"
"Hai ragione, per il momento" rispose lui ridendo "Ma non sei nemmeno la sua e lui non può costringerti a fare niente che tu non voglia. Ci stai?"

Irene gli mise le braccia attorno al collo e lo baciò intensamente pensando a tutti i baci che in quei giorni non si erano potuti dare. Giuseppe ricambiò il bacio stringendola forte a sé. Continuando a baciarsi finirono distesi sui sedili dell'auto, il corpo di Giuseppe che premeva contro quello di Irene "Beh, disse lui sorridendo e dandole piccoli baci sul collo  "Direi che è meglio non creare altri scandali", si tirò su malvolentieri dal corpo della ragazza "Devo andare non è così?" domandò lei sistemandosi i capelli "Se rimani ancora un po' non rispondo di me" rispose Giuseppe sorridendo maliziosamente, ma subito dopo le baciò la mano con un vero galantuomo.
Irene sorrise per quel gesto così formale ed elegante in un contesto tutt'altro che sobrio.

Uscì dall'auto con la testa leggera e il cuore che scalpitava nel petto .

Mr President in love || Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora