8. Pansy Parkinson

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Harry entrò nella sua stanza e sentì un odore particolarmente familiare: sesso.

Vide il letto di Ron con le lenzuola disordinate e non dovette ragionare molto per capire cosa fosse successo, gli bastò sentire un gemito provenire dal bagno per decidere di uscire immediatamente di lì, prendendo solo qualche vestito.

Incrociò Neville scendendo.

"Oh, ciao, ti sconsiglio vivamente di entrare nel dormitorio, Ron... si sta divertendo, diciamo così. Sai mica se qualcuno può lasciarmi fare una doccia nel proprio bagno?"

Neville lo guardò perplesso.

"Puoi provare a chiedere a Seamus e Dean."

I dormitori vuoti erano abbastanza da aver permesso a Seamus e Dean di prenderne uno proprio, lasciando l'altro ad Harry, Ron e Neville.

Bussarono alla loro porta e permisero al ragazzo di farsi una doccia veloce, poi andò in Sala Comune. Riconobbe il libro che Hermione stava leggendo quando Harry era venuto ad avvisarla che sarebbe andato a giocare a Quidditch.

Era stato un bel pomeriggio, dopotutto. Avevano iniziato con le domande serie, per poi passare a quelle stupide come: il tuo primo bacio, per Harry, Cho; per Draco, la sua vicina di casa, quando avevano sei anni; oppure nomignoli stupidi che ti hanno dato, anche se in questo caso Harry raccontò quelli di Dudley, non avendone di divertenti, mentre Draco si sentì dire Dracuccio, Dray, Dracchino; per finire con quale sarebbe il tuo giorno perfetto, sebbene nessuno dei due avesse una vera risposta.

Uno prendeva il boccino, gli faceva la domanda e quando l'altro riusciva ad acchiapparlo riproponeva lo stesso quesito.

Tirò fuori il suo libro di Erbologia, leggendo dei paragrafi, ma non prestandoci realmente attenzione, la sua mente viaggiava ancora nei ricordi di quel pomeriggio e su come infondo Malfoy fosse cambiato, non avevano fatto domande sul loro passato, volevano lasciarsi alle spalle quella parte della loro vita, e ricordarla avrebbe alzato una tensione di cui non avevano bisogno.

Harry rinunciò a capire Erbologia, voleva sapere dove fosse Malfoy in quel momento, lo stava pensando? Avrebbe voluto avere ancora la mappa del Malandrino, che dopo la morte di Remus si era spenta, diventando un semplice foglio di pergamena.

In quel momento entrò Ginny con una ragazza, che parlottavano felici, ma appena lei si accorse del fidanzato seduto su un divano liquidò l'amica, avvicinandosi ad Harry, si sedette e lo baciò.

"Non passiamo più così tanto tempo insieme, se hai un'ora libera ogni tanto avvisami, ok?" disse la rossa.

"Certo." disse, per poi ribaciarla, la lingua della Grifondoro esplorava quella del ragazzo, che spostò una mano sul suo collo.

-

Draco era steso sul suo letto al dormitorio Serpeverde, si era fatto una doccia ed aveva riguardato le cicatrici che solcavano il suo petto, ormai non ci faceva più caso, ma le sentì ardere quando si ricordò che aveva appena passato un pomeriggio con colui che gliele aveva procurate.

Certo, Draco stava per cruciarlo, ma aveva trovato che la reazione di Harry, con il suo tentativo di ucciderlo, fosse leggermente esagerato.

Quando la sua pelle ardeva, aprendosi, bruciando in un modo inverosimile, gli aveva tremendamente ricordato il giorno in cui si era fatto il Marchio Nero. La sensazione era molto simile, solo che non perdeva sangue.

Harry scivolò in terra, mentre Malfoy, il volto deformato dalla rabbia, urlava "Cruci..."

"SECTUMSEMPRA!" gridò Harry

Quel ricordo gli sfrecciò davanti gli occhi, ancora vivido nella sua mente.

In quel momento aveva desiderato davvero morire, il peso dell'incarico che aveva addosso e la lenta morte che stava subendo lo torturavano, fin quando non arrivò Piton ed a mente lucida riuscì a collocare gli avvenimenti appena successi.

Non era in sé quando stava per torturare Harry, non stava ragionando, voleva solo veder soffrire la persona che gli aveva creato tutti quei problemi, perché se Harry Potter non fosse mai nato, Voldemort non sarebbe mai caduto.

Draco si diede dello stupido alzandosi a sedere sul letto.

Stava di nuovo dando una colpa a una persona per l'unica cosa che non può cambiare di sé: la propria nascita.

Non era colpa dello Sfregiato se la famiglia Malfoy era caduta così in basso, se il padre del giovane Tom Riddle l'aveva abbandonato quand'era bambino, se Voldemort uccideva persone come se stesse mangiando patatine.

A interrompere i suoi pensieri fu Pansy, che, come sempre, entrava senza bussare.

"Così hai passato il pomeriggio con Potter..." disse, ghignando divertita.

"So cosa stai pensando e no, sto bene da solo."

"Avete parlato di orientamenti sessuali?"

"No! Poi lui è fidanzato! Pans, non è che se parlo con un ragazzo ne sono innamorato."

"Avanti, dillo che ti piace."

"Stiamo parlando di Potter! Voleva solo essere gentile e io sono stato al gioco, non è cambiato nulla."

Arrivò Blaise che abbracciando da dietro la sua ragazza disse:

"Ti sta ancora importunando, Draco?"

"Vorrei solo trasfigurarle la lingua."

I tre risero, poi Pansy lasciò il dormitorio, tornando in quello delle ragazze.

Blaise si mise il pigiama.

"Che palle domani abbiamo Incantesimi con i Tassorosso." si lamentò Zabini.

"Sempre meglio di Difesa Contro le Arti Oscure con i Grifondoro."

"A proposito di Grinfondoro-"

"Se inizi a parlare di Potter ti schianto."

"Ok, ok, non preoccuparti. Però mi fa piacere che stiate legando."

"Che intendi dire?"

"Tutta la scuola ti odia, se vedono che stai con Potter forse capiranno che non sei tuo padre."

"Io... cosa?"

"Draco, tutti hanno ancora in mente un'idea sbagliata dei Malfoy, ma tu sei diverso. Non odi più i mezzosangue, non li hai mai odiati, era tuo padre che ti costringeva a farlo. Tu sei una brava persona. E mi fa piacere che Potter se ne sia accorto."

"Grazie, Blaise." fu l'unica cosa che riuscì a dire, sorpreso dalle parole del suo migliore amico.

NOTA AUTRICE:

¡La scena del Sectumsempra è tratta dal libro, per chi non l'avesse letto, Piton dice a Draco che probabilmente gli rimarranno delle cicatrici!

Peace and Love

||Ari||

Ti amo ma... - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora