𝖛𝖊𝖓𝖙𝖎𝖘𝖊𝖙𝖙𝖊 • ciò che farei per te

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Sea - BTS

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Me: Dong-sun

Premetti i tasti sul cellulare inviando il messaggio ed appoggiandomi allo schienale della sedia che provocò un cigolio sotto al mio peso, con i nervi a fior di pelle.

Non era proprio giornata e in più la lettera che mi avevano consegnato il giorno prima non migliorava la situazione.

Il sudore mi imperlava la fronte ed il piccolo ventilatore nel locale non faceva poi così tanta differenza, riproponendo la stessa aria bollente e viziata ogni volta che puntava verso di me invece che rinfrescare. 

"Signore, la signora Kang è in sala d'attesa" bussò alla porta l'agente Seo facendomi prendere la testa tra le mani e fissarla con occhi imploranti di non mandarla dentro, azione alla quale rispose ridacchiando.

Io non sopportavo la Signora Kang: era una vecchietta che avrà avuto più gatti che anni e che si lamentava di ogni singola cosa.

"Sarà la terza volta questa settimana, cosa vuole ancora?" piagnucolai mentre lei faceva spallucce ed andava a chiamarla. 

"Giovanotto" entrò velocemente dalla porta mettendosi di fronte a me mentre roteavo mentalmente gli occhi ed univo le mani davanti a me guardandola. 

"In cosa posso esserle utile, signora Kang?" domandai e lei si sedette svelta sulla sedia di plastica blu posando la borsetta sulle gambe ed avvicinandosi come se dovesse confidarmi un segreto. 

"Li ho visti" sussurrò con gli occhi che brillavano sistemandosi gli occhiali dalle lenti spesse sul ponte del naso. 

"Chi ha visto?" domandai a mia volta con un'espressione confusa in volto. 

"Dei mocciosi, gli ho visti rubare Tteok al mercato" e quasi sospirai ma riuscii fortunatamente a trattenermi, accavallando una gamba sotto al tavolo ed annuendo facendo finta di capire. 

La donna anziana veniva in stazione regolarmente a denunciare problemi che non esistevano nemmeno, dall'aver visto un ragazzo raccogliere 1000 ₩ caduti a terra al voler tagliare i rami di gardenia del vicino che erano cresciuti fino alla sua parte della ringhiera. 

"Vuole compilare un rapporto?" domandai annoiato scorgendo Jimin guardarmi dallo stipite della porta con un debole sorriso in volto e le braccia incrociate al petto, come a godersi la scena. 

Lo divertiva così tanto?

"Agente, lei lo sa che sono anni che non riesco più a scrivere oramai. Potrebbe fare il favore di compilarlo per me?" annuii mentendo, ma questo lei non lo avrebbe mai saputo. 

"La ringrazio, ora torno a casa che Mumu non ha ancora mangiato lo spuntino" parlò riferendosi all'unico cagnolino tra tutti i gatti che aveva.

Mi aveva mostrato una fotografia una volta: era un Pincher altamente sovrappeso che viveva sul divano di casa sua.

"Arrivederci" parlai io vedendola inchinarsi a me e sorpassare Jimin velocemente, non prima di avergli stretto una guancia tra le dita scheletriche e rugose. 

"Agente, lei è proprio un bocconcino" ridacchiò facendo tingere le guance di Jimin di rosso ed uscendo dalla centrale con una velocità che mai avrei associato ad una donna di quella età. 

Detective Kim | 𝕜𝕥𝕙 𝕩 𝕡𝕛𝕞 [COMPLETA] ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora