𝖚𝖓𝖔 • litigi, profumo di estate

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Traffick Light - Paul Kim

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Taehyung, 15 agosto 2018

Il mio sguardo rimase incantato sulla debole figura distesa a terra, priva di vita, mentre la mia mente vagava lontana da quel bosco scuro, attraverso le fronde degli alberi, dove il sole picchiava prepotente sulla mia testa e sul mio corpo e vagava per le colline di Seoul, correva per monti e prati fioriti ed arrivava fino a Daegu, la mia città natale. 

Sentivo proprio di non esserci con la mente stamattina, continuavo a pensare ad altro e facevo fatica a concentrarmi. 

Scacciai questo pensiero chinandomi sul cadavere: i tratti del volto della ragazza erano ormai irriconoscibili, braccia e gambe piene di lividi e tagli e sulla grossa ferita a livello dell'addome, dalla quale constatai il sangue aveva smesso di sgorgare dalle due alle quattro ore fa, era conficcata una lama di accetta senza il manico. 

Teneva una mano vicina al volto con le dita che sfioravano la guancia pallida, i capelli scuri le ricadevano sparsi ai lati del viso ed alcune ciocche le coprivano gli occhi chiusi e le labbra ancora rosee; non potei fare a meno che provare pietà per lei e per tutto il dolore che doveva aver passato. 

Casi come questi entravano ed uscivano dalla centrale ogni giorno: casi di violenze sulle donne, tentati stupri, rapine, attacchi di gelosia, tutto era sempre una scusa per infliggere del male a qualcuno che si aveva a convinzione fosse inferiore, troppo debole ed imporre la propria superiorità quando nella vita si falliva a farlo. 

Mi disgustavano certi individui ma era parte del mio lavoro rimanere fuori dai coinvolgimenti emotivi.

"Un lavoro davvero pulito" farfugliai prendendo il labbro inferiore tra i denti.

Appuntai velocemente qualcosa sul quaderno di pelle nera, scarabocchiando parole incomprensibili a qualsiasi altro essere umano ma che a me sarebbero di sicuro tornate utili, come le presunte ora del decesso o causa della morte. 

Dopo diversi anni in compagnia del medico forense avevo ormai imparato a riconoscere diverse caratteristiche comuni a tutti gli omicidi, avevo imparato a guardare non più solo con gli occhi di un poliziotto ma anche con quelli di un medico, di un familiare, di una vittima.

La mano si muoveva rapida mentre gli anelli a contatto con la BIC producevano un rumore sordo e il tratto nero di essa macchiava la carta bianca ancora leggermente umida dalla notte di temporale appena trascorsa. 

Rumori di rami spezzati e fruscii di foglie mi distrasse dal lavoro e sussultai chiudendo il quaderno, puntando lo sguardo nella direzione del suono dove l'agente Jung restava fermo in piedi.

Mi osservava con le braccia conserte e uno sguardo di disappunto dipinto in volto. 

"Cosa?" domandai guardandolo storto, arrotolando la stringa scura attorno al quaderno ed infilandolo nuovamente nella tasca interna della giacca umida. 

"La sto chiamando da dieci minuti. Hanno telefonato dalla stazione e dicono di tornare là immediatamente, qua ci penseranno i paramedici a trasportare il cadavere in ospedale per l'autopsia" continuò lui spostando lo sguardo dai colleghi arrotolandosi le maniche della camicia fino ai gomiti ed avvicinandosi alla mia figura. 

"Ha capito, signore?" alzò un sopracciglio notando il mio sguardo assente e sventolandomi una mano davanti al viso per risvegliarmi dallo stato di trance nel quale ero caduto. 

Detective Kim | 𝕜𝕥𝕙 𝕩 𝕡𝕛𝕞 [COMPLETA] ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora