«Tuo padre dovrebbe arrivare a momenti» lo informa sua madre
«Uh che gioia» dice il mio amico a bassa voce ma sfortunatamente sua madre lo ha sentito, si mette in piedi davanti a noi con le mani sui fianchi e con uno sguardo di disapprovazione
«Non ti fai mai sentire, non torni mai a casa e ci porti una sconosciuta. Si può sapere cosa ti passa per la testa?!»
«Davvero ti chiedi perché non sono tornato a casa? Ogni volta che sono qui mi rinfacciate tutto quello che faccio perfino se respiro! Non torno a casa perché non vi sopporto quando mi fate notare che ho sbagliato qualcosa o che non faccio ciò che volete», «Tu ce l'hai con me da quando ti ho espressamente detto che non voglio far parte dell'azienda perché non è quello che voglio fare nella vita, non ho mai voluto partecipare ai vostri stupidi gala o quando mi portavi alle tue riunioni per farmi vedere che poi quello sarebbe stato mio ma non me n'è mai potuto fregar di meno!»
Io non so proprio che dire per farlo calmare e sua madre lo fissa impassibile come se questo discorso lo avessero fatto milioni di volte.
«Ivy non ha fatto nulla di male se non farmi un enorme favore nel venire qui e sopportare voi! Le ho chiesto di venire qui per impedirmi di fare qualcosa di cui poi mi sarei pentito ma forse ho proprio sbagliato a tornare»
Crawford si alza in piedi e torna in casa lasciandomi da sola con sua madre.
«Cosa vuoi da lui?» mi chiede abbassando lo sguardo su di me
«Scusi? Mi conosce da cinque minuti e crede di poter fare supposizioni sul mio conto?»Mi alzo in piedi e incrocio le braccia al petto, mi sto innervosendo e quando mi innervosisco ce n'è per tutti.
«Quando c'è di mezzo mio figlio posso eccome»
«Ed è qui che si sbaglia sa?» le dico guardandola dritta negli occhi «Crede che solo perché lo ha partorito può decidere ogni aspetto della sua vita? Di potergli imporre quello che lei crede giusto?»
«Crawford ama le cose scientifiche, è bravo in quello che fa e voi cosa fate? Lo ostacolate»
«Credi di sapere tutto? Da quanto lo conosci mio figlio? Qualche mese e credi che ti abbia detto tutto ciò che ha passato quando era piccolo? Sbagli di grosso.» ribatte la donna con tono tagliente«Mi sono rotto il cazzo di starti a sentire che la tratti male, Ivy andiamo» Crawford compare sulla soglia della portafinestra con i borsoni in mano «Torniamo al campus»
«Con permesso»Seguo Crawford per il salone e quando stiamo per uscire dalla porta sua madre prende di nuovo parola dicendo una cosa che credo non si aspettasse proprio.
«Io e tuo padre ci separiamo»
Il ragazzo al mio fianco si ferma ma non si volta, sembra che sia sul punto di esplodere ma non lo fa rimane semplicemente in silenzio guardando dritto davanti a se.
«Non dici nulla?» gli chiede la madre «Crawford! Ti ho appena detto che ci separiamo! E dillo qualcosa!»
«Cosa ti devo dire? Che sono contento? O che mi dispiace? Mi avete sempre fatto sentire un peso in questa famiglia e l'unico che mi abbia mai voluto bene ora è morto, era l'unico a cui importasse qualcosa di me» tutto quello che sta dicendo mi fa capire quanto lui abbia sofferto quando era più piccolo e di come stia soffrendo anche adesso, tutto quello che ha detto lo ha detto con un tono privo di emozioni che mi ha lasciata a bocca aperta
Mi avvicino al mio amico per.. non so abbracciarlo ma lui capendo cosa voglio fare si scansa ed esce dall'abitazione in religioso silenzio.
Guardo per un'ultima volta la donna che è in piedi vicino al grande divano e poi seguo Crawford fino alla macchina.
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Unbearable 2
Romance→sequel di Unbearable, si consiglia la sua lettura per avere una migliore comprensione← Sono passati un paio di mesi dall'inizio delle lezioni alla UCLA e Ivy ha fatto amicizia solo con un'altra persona oltre che con la sua coinquilina e a parer su...